IL
VIRUS INVENTATO
Data realizzazione : Luglio 2001
Ultimo aggiornamento: Maggio 2002
Il nome di questo sito è un omaggio al
Dott. PETER DUESBERG, direttore del laboratorio di Biologia Molecolare
dell'Università di Berkeley in California, pioniere e principale protagonista
della lotta alle falsa teoria virale dell'AIDS. Suo il principale libro
scritto dai dissidenti: "Inventing the AIDS virus" edito in italiano
da Baldini e Castoldi col titolo "AIDS - Il Virus Inventato". La storia
di Peter Duesberg, "probabilmente lo scienziato vivente più diffamato
in assoluto" (Il direttore del periodico medico The Lancet) è stata
presentata da Massimiliano Bucchi nella sua relazione "Eresia e censura
nella scienza: il caso AIDS" al convegno
Scienza e Democrazia tenuto a Napoli il 20 Aprile 2001.
La truffa AIDS/HIV: le cose che non
vi hanno mai detto
Questo sito nasce a seguito di una ricerca sull'AIDS, avviata per approfondire
la conoscenza di un argomento che riguarda tutti, dopo aver sentito
alcune storie di persone "sieropositive" in piena salute che hanno cominciato
a star male nel momento in cui è iniziata la cura con i farmaci antiretrovirali.
Si poteva pensare a semplice coincidenza oppure ipotizzare una qualche
relazione tra i due eventi: la logica e un po' di sano scetticismo ci
hanno spinto verso l’indagine. Abbiamo quindi condotto una ricerca approfondita
sull’argomento, e siamo arrivati dove non potevamo immaginare: ciò che
credevamo vero da sempre, dal 1984, si è rivelato incoerente ridicolo
e criminale; altre posizioni sono affiorate, un
mondo di scienziati, medici, giornalisti e politici impegnati in
una battaglia contro l’establishment per combattere un mostro che ha
arricchito alcuni, ucciso molti, condizionato o terrorizzato tutti.Il
quadro che si è delineato nel corso della nostra ricerca è estremamente
complesso, gli aspetti clinici e sanitari del problema sono profondamente
collegati a quelli sociali economici e politici. Non ci proponiamo quindi,
in questo spazio, di fornire un’analisi completa ed esaustiva del fenomeno,
ma piuttosto di indicare al lettore una prospettiva diversa, abbozzando
gli aspetti principali della storia e fornendo indicazioni per reperire
tutte le informazioni necessarie per validare e completare personalmente
il quadro.
Premessa
Quando parliamo di AIDS usiamo due concetti basilari: "malato asintomatico"
e "sieropositivo". Sono intimamente collegati. Un malato asintomatico
è una persona in cui non c'è nessuna evidenza, nessun sintomo, nessun
segno della malattia: insomma uno che non è malato se non sulla base
di un foglio di carta dove c'è scritto positivo. E anche la sieropositività
è basata soltanto sulla stessa parola scritta sullo stesso foglio di
carta. E quella parola è solo il risultato di un test. I medici sono
stati espropriati della possibilità di fare una diagnosi, non c'è più
confronto, non c'è più la possibilità che uno dica si e un altro no.
La diagnosi la fa esclusivamente il sistema sanitario/farmaceutico che
brevetta, approva e produce i test. E' evidente che il concetto di malato
asintomatico sieropositivo è contraddittorio e che tutto l'insieme è
estremamente pericoloso: il test decide, al di là di ogni evidenza,
se una persona è sana o malata.
Il Malato
di AIDS
Un soggetto viene classificato malato conclamato di AIDS quando
si verificano due condizioni:
- presenta i sintomi di almeno una delle 29 patologie
considerate possibili conseguenze, come Polmonite, Tubercolosi, Linfoma,
Diarrea, Herpes Simplex, Sarcoma di Kaposi, Candidiasi, etc..
- è positivo al test HIV (Human Immunodeficiency
Virus).
Se il soggetto è positivo al test ma sta
bene viene considerato malato asintomatico. L’eventuale successiva comparsa
dei sintomi di cui sopra cambierà la sua classificazione in malato conclamato.
Se il soggetto presenta i sintomi di una delle patologie in elenco ma
non è positivo al test non è malato di AIDS. L’eventuale successiva
risposta positiva al test cambierà la sua classificazione in malato
conclamato. Pertanto un malato di polmonite o tubercolosi negativo al
test è solo malato di polmonite o tubercolosi. Mentre un malato di polmonite
o tubercolosi positivo al test è malato di AIDS. E’ subito evidente
che il test HIV ha un ruolo centrale nella diagnosi di AIDS.
Due
posizioni a confronto
1. La posizione ufficiale:
- il virus HIV è la causa dell’AIDS, che è quindi
una patologia infettiva.
- un test individua la presenza degli anticorpi
e quindi del virus.
- il virus può avere un periodo di latenza fino
a decine di anni.
- i sieropositivi (positivi-al-test) si ammaleranno
e moriranno
- i farmaci antiretrovirali (AZT in testa) combattono
la diffusione del virus e allungano la vita.
- alcuni sieropositivi non hanno sintomi perchè
il virus è latente
- anche i sieropositivi asintomatici devono prendere
i farmaci quanto prima.
2. La posizione dei dissidenti:
- il virus HIV non è stato mai
isolato, probabilmente neanche esiste,
l’AIDS non è causato da un virus e non è quindi una patologia infettiva.
- l’AIDS è causato da un complesso di fattori
(droghe pesanti, superesposizione ad agenti patogeni, farmaci) fortementi
presenti in certi stili di vita, che alla lunga distruggono il sistema
immunitario.
- i test HIV non sono specifici e non è chiaro
che cosa individuino.
- la risposta positiva al test non è indice di
niente e non giustifica alcuna terapia.
- i farmaci antiretrovirali sono inutili in quanto
non c’è nessun virus da combattere, e soprattutto letali perchè possono
portare alla morte in pochi mesi distruggendo in particolare il sistema
immunitario.
- i malati di AIDS devono sospendere l’esposizione
ai fattori patogeni, curarsi per le patologie specifiche di cui soffrono,
seguire nel contempo terapie di sostegno per consentire al loro sistema
immunitario il recupero.
- i farmaci antiretrovirali hanno trasformato
in malati di AIDS individui altrimenti sani che hanno avuto la sfortuna
di risultare positivi-al-test.
In altre parole i dissidenti accusano l’establishment
sanitario di adottare terapie che:
- non curano i malati "veri" di AIDS ma anzi
ne affrettano o ne causano la morte.
- portano alla malattia e/o alla morte per AIDS
malati "inventati", soggetti sani risultati positivi-al-test.
Il paradigma dell’ortodossia è: HIV = AIDS
= MORTE
Il paradigma della dissidenza è: TEST Positivo = CURA
= MALATTIA e/o MORTE
Ora questo fenomeno ha interessato ad oggi
circa duemilioniottocentomila persone in tutto il mondo (fonte: WER
- Weekly Epidemiological Record – OMS - bollettino n. 49 del 7 Dicembre
2001 – Totale malati registrati in tutto il mondo dall’inizio ad oggi:
2.784.317); se è vero quanto sopra allora stiamo forse parlando di uno
dei più atroci crimine contro l’umanità dalla fine della seconda guerra
mondiale ad oggi. Ma non contro l’umanità in genere: quasi esclusivamente
contro omosessuali, tossicodipendenti e neri. Un virus altamente selettivo,
come nessun altro prima, tanto da potervi vedere uno strumento di pulizia
etnica al servizio dell’uomo bianco e puritano.
Ricerche
avanzate sull’HIV
In Australia un gruppo di ricercatori del Royal
Perth Hospital, definito "The Perth Group",
ha concentrato le proprie ricerche sull’isolamento dell’HIV e sulla
validità dei test ELISA (test di primo livello, il più utilizzato),
Western Blot (secondo livello, considerato più attendibile) e Viral
Load (l'ultimo apparso); hanno concluso le loro ricerche affermando
che nessuno dei lavori pubblicati dimostra che l’HIV sia stato isolato
e che i tre test non provano affatto la presenza del virus HIV nei campioni
di sangue sottoposti a test.
La
voce di un Nobel
Il Dottor Kary Mullis ha
ricevuto il premio Nobel nel 1993 per aver inventato un procedimento,
la PCR (Polymerase Chain Reaction), che permette di identificare un
segmento di codice genetico (una specifica sequenza di nucleotidi) eventualmente
presente in un campione ed amplificarne la concentrazione per facilitare
all’osservatore la sua individuazione. Per poter completare una sua
relazione ha cercato inutilmente documenti scientifici che contenessero
la prova che il virus HIV sia la causa dell’AIDS. Da allora non si stanca
di ripetere, senza essere mai stato smentito, che non esiste un solo
documento scientifico che contenga tale prova. La scienza ha le sue
regole, e nessuno può sostenere di aver scoperto qualcosa se non rende
disponibile una documentazione completa ed esauriente che consenta ad
altri di confermare o confutare la sua scoperta. È paradossale e preoccupante
che un migliaio di scienziati sparsi per il mondo stiano lottando per
dimostrare che l’ipotesi HIV=AIDS sia falsa, quando nessuno ha ancora
dimostrato che è vera. D’altronde se qualcuno avesse isolato il virus
HIV ed avesse provato il rapporto causale tra l’HIV e l’AIDS avrebbe
con ogni probabilità ricevuto per tale scoperta il Nobel per la medicina.
Non ci risulta che tale Nobel sia stato ad oggi assegnato.
L’AIDS
e la legge
La corte di Dortmund, il 15 Gennaio 2001, ha emesso una sentenza di
condanna ad 8 mesi, con sospensione della pena, in un procedimento per
Genocidio (Legge § 220a StGB) contro le Autorità Sanitarie Federali
Tedesche e contro il Parlamento della Repubblica Federale Tedesca. Le
autorità sanitarie erano accusate di aver diffuso informazioni e foto
false relative all’isolamento del virus HIV; il Parlamento Tedesco era
accusato di aver assecondato tali menzogne nonostante fosse a conoscenza
dal 1994 del fatto che il virus HIV non è mai stato isolato, e che conseguentemente
nessun test poteva essere approvato ed utilizzato per definire infette
persone che, sane prima del test, sono poi morte dopo un trattamento
con farmaci antiretrovirali. La tesi dell’accusa, e cioè che ne Montagnier
(1983) ne Gallo (1984) avevano isolato alcun virus in connessione con
l’AIDS e che il Bundestag era dal 1994 a conoscenza di tale fatto, è
stata provata sulla base di un documento registrato negli archivi del
German Bundestag stesso col numero DS 12/8591.Dopo la sentenza i ricorrenti
hanno indirizzato una lettera
nella quale descrivono le motivazioni e le conclusioni del procedimento
legale a:
- ONU, Office of the High Commissioner for Human
Rights, Mary Robinson
- Tutti i capi di Stato e tutti i capi di Governo
- Tutte le Organizzazioni Governativ
Sudafrica
L’attuale Presidente Sudafricano Thabo Mbeki, subentrato
a Nelson Mandela il 16 Giugno 1999, sta combattendo da ormai due anni
una battaglia, contro il potere politico/economico dell’ortodossia sanitaria
occidentale, sul tema dell’AIDS: ha voluto una commissione presidenziale
mista ortodossi e dissidenti appositamente istituita col compito di
affrontare gli aspetti più controversi dell’AIDS, come la non specificità
del test o la tossicità dei farmaci antiretrovirali. Il 3 Aprile 2000
il Presidente Mbeki ha indirizzato una lettera a tutti i
Leaders del Mondo per spiegare la posizione del Governo Sudafricano
sull’epidemia sub-sahariana di AIDS. In sostanza ha ringraziato per
la disponibilità del mondo occidentale, ha sottolineato come l’AIDS
in Africa sia un fenomeno specifico e profondamente diverso da quello
occidentale, ha affermato che sarebbe assurdo e illogico imporre l’esperienza
occidentale alla realtà africana, e che quindi il problema deve essere
affrontato e risolto dall’Africa in modo autonomo. Nel frattempo i farmaci
antiretrovirali non sono compresi nelle terapie per l’AIDS utilizzate
dal sistema sanitario sudafricano, ne da quelli di diversi altri paesi
a sud del Sahara che appoggiano l’iniziativa del Presidente Mbeki, nonostante
la recente e reclamizzata vittoria giudiziaria contro Big Pharma. Questa
scelta ha scatenato una campagnia diffamatoria internazionale contro
il Presidente Mbeki, veicolata ai massimi livelli
in Gran Bretagna con accuse infamanti tramite:
- The Observer: "Mbeki lascia morire nel dolore i bambini
malati di AIDS"
- The Times: "Mbeki soffre di un complesso di persecuzione"
- The Telegraph: "L’Africa dovrebbe essere ricolonizzata"
- The Sunday Times: "Mbeki nemico della gente"
- International Herald Tribune: " Il Sudafrica rifiuta
un prestito di un miliardo di US$ per comprare farmaci antiretrovirali"
La GlaxoSmithKline
(già Barrough Wellcome e poi Glaxo Wellcome), produttrice dell’AZT,
il più tristemente famoso dei farmaci antiretrovirali, e di tanti
altri farmaci dello stesso tipo, leader mondiale nel commercio di farmaci
HIV/AIDS è una multinazionale inglese. In questo scenario, che fa del
Presidente Mbeki il leader di un nuovo tentativo di indipendenza e rinascita
dell’Africa, l’ex Presidente Nelson
Mandela si è apertamente schierato con le tesi dei poteri forti
occidentali, sostenendo la teoria virale dell’AIDS e la necessità di
utilizzare i farmaci antiretrovirali.
L’Africa
Il Dott. David Rasnick, membro della Commissione Presidenziale
Sudafricana, ha descritto l’epidemia africana di AIDS con le seguenti
parole: "Se si smettesse di usare il test HIV l’epidemia africana di
AIDS scomparirebbe". Il WHO (World Health Organization) produce un bollettino
settimanale chiamato WER (Weekly Epidemiological Record) nel quale vengono
riportati i totali cumulativi di tutti i casi di HIV/AIDS registratati
in ciascun paese del mondo, totalizzati per paese e continente:
- Bollettino n. 47 del 26 Novembre 1999 - totale
casi HIV/AIDS registrati in Africa dall’inizio dell’epidemia al Nov.
1999: 794.444
- Bollettino n. 47 del 24 Novembre 2000 - totale
casi HIV/AIDS registrati in Africa dall’inizio dell’epidemia al Nov.
2000: 876.009
- Bollettino n. 49 del 07 Dicembre 2001 - totale
casi HIV/AIDS registrati in Africa dall’inizio dell’epidemia al Dic.
2001: 1.093.522
Come si vede i casi registrati in
Africa negli ultimi due anni sono 299.078. Davvero poca cosa se si pensa
che in Africa vivono 760 milioni di persone e ne muoiono più di 10 milioni
all’anno, di cui un milione per malaria. Purtroppo il WHO preferisce
dare evidenza alle stime invece che ai dati ricevuti dai paesi interessati,
ed ecco allora comparire 30/40 milioni di malati ed avviare una crociata
contro questo flagello biblico. L’epidemia vera è quella di menzogne.
In Africa esistono da sempre patologie tipiche della povertà e molto
diffuse: aggiungiamo il test che risulta tendenzialmente positivo in
presenza di una qualche patologia (vedere la lista dei fattori che possono
causare una risposta positiva al test HIV) e il gioco è fatto. Chi prima
moriva di tubercolosi o diarrea oggi muore di AIDS. Nessun problema,
l’uomo bianco dispone della medicina giusta. Ma è troppo costosa, i
paesi africani non possono permettersela. Nessun problema, l’uomo bianco
ha anche la banca mondiale e può concedere prestiti molto vantaggiosi
per acquistare le miracolose medicine occidentali.
La
CIA
Il 1 Maggio 2000 la
Casa-Bianca ha dichiarato l’AIDS una minaccia per la sicurezza nazionale,
e ha dato con ciò mandato alla CIA per gestire ufficialmente la faccenda.
Viene spontaneo pensare che la minaccia sia rappresentata dalla diffusione
dell’epidemia negli USA, ma non è cosi: i dati del CDC (Center for Disease
Control) mostrano che i casi di AIDS negli ultimi anni sono calati notevolmente,
e sono circa il 30% rispetto al picco degli anni 92/93. Il problema
non è quindi la crescita del fenomeno, ma, per quanto paradossale e
grottesco possa apparire, l’esatto contrario, la sua eventuale scomparsa.
Sono ormai così imponenti gli interessi economici politici e burocratici
legati al virus HIV che la sua morte prematura potrebbe sconvolgere
parecchi equilibri:
- 100.000 ricercatori e medici, in buona parte
americani, hanno carriere e stipendi legati al virus.
- 93 miliardi di US$ (oltre 200.000 miliardi
di lire) sono stati stanziati fino ad oggi nei soli Stati Uniti per
le ricerche sull’AIDS.
- più di 1000 associazioni raccolgono in totale
migliaia di miliardi di lire all’anno per aiutare i malati di AIDS.
- alcune decine di migliaia di miliardi di lire
all’anno impinguano i bilanci delle multinazionali del farmaco con
la vendita dei farmaci "salvavita" antiretrovirali e dei test HIV
(ELISA, Western Blot, Viral Load)
- organismi come USAID (U.S. Agency International
Development) UNAIDS (United Nations AIDS program), WHO (World Health
Organization), ricevono stanziamenti annuali di migliaia di miliardi
di lire per combattere l’AIDS. L’ONU ha appena chiesto uno stanziamento
di 20.000 miliardi di lire per affrontare l’emergenza.
C’è da credere che tale virus sarà
tenuto in vita artificialmente per parecchio tempo. C’è anche da credere
che la successione temporale tra la lettera del Presidente Mbeki e l’annuncio
della Casa Bianca non sia pienamente casuale. D’altronde lo stesso Mbeki
ha apertamente accusato la CIA e le multinazionali del farmaco di aver
orchestrato la campagna di discredito nei suoi confronti. Tutto ciò
non deve stupire. Il dissenso ha ripetuto le proprie critiche per 16
anni senza che l’establishment scientifico e gli interessi che esso
rappresenta, e da cui è sostenuto, si sentissero minimamente minacciati,
visto il loro enorme potere e la conseguente capacità di emarginare
e imbavagliare i settori della scienza non graditi. Ma ora il Presidente
Mbeki con la sua Commissione mista sull’AIDS ha dato voce alla dissidenza,
e la recente relazione (Presidential AIDS Advisory Panel Report),
pubblicata nel mese di Marzo 2001, prevede 10 progetti di ricerca che
potrebbero seppellire la teoria ufficiale sull’ipotesi virale dell’AIDS.
Forse si capisce come mai, in questi ultimi mesi, il tam-tam mediatico
sui 30 milioni di malati africani ha suonato senza tregua al massimo
del volume.
Terapie
antiretrovirali
Il DHHS (U.S.A. Department of Health and Human Services) ha dal 5 Febbraio
2001 modificato le direttive sanitarie relative all'utilizzo dei farmaci
antiretrovirali (Guidelines for
the Use of Antiretroviral Agents in HIV-Infected Adults and Adolescents),
affermando che forse non è il caso di utilizzarli su pazienti asintomatici
non essendo chiaro se i "vantaggi" bilanciano gli effetti tossici. Ha
con ciò abbandonato una filosofia terapeutica in auge dal 1987, anno
in cui la FDA (Food and Drug Administration) ha approvato l'utilizzo
dell'AZT, filosofia riassunta nelle parole "hit hard and hit early"
(colpisci duro e colpisci presto) sulla base della quale persone positive-al-test
assolutamente sane, sono state messe in cura con terapie a base di farmaci
allungavita: spesso la morte è sopravvenuta nel giro di pochi mesi.
I nuovi indirizzi prevedono che la terapia venga prescritta al presentarsi
di qualche segno della malattia e non per la sola condizione di sieropositività.
Con ciò si ammette che il sieropositivo non è più un malato e non corre
alcun rischio. Si deve considerare che il primo test HIV è stato introdotto
nel 1984 ed in quell'anno sono comparsi i primi sieropositivi destinati
ad ammalarsi, si diceva allora, entro 1-2 anni. Col passare degli anni,
e dell'invecchiamento in salute di sieropositivi che hanno scelto di
non assumere farmaci antiretrovirali e la cui vita si è "allungata spontaneamente",
il periodo di latenza si è dovuto estendere inesorabilmente ed è adesso
stimato in decine di anni. Col periodo di latenza lungo ormai quanto
una vita le direttive sanitarie che prevedevano la terapia da subito
erano diventate ingiustificabili. E non è quindi più sostenibile che
i pazienti di una volta "sarebbero" morti senza terapia. Prima o poi
qualcuno dovrà rispondere ad alcune domande: spiegare come mai i positivi-al-test
asintomatici fino a ieri sono stati terrorizzati, e come mai quelli
che sotto terrore hanno accettato la cura sono per lo più morti, mentre
quelli che hanno resistito e non sono stati curati sono vivi e non si
sono ammalati di AIDS. Esemplare è la storia di Christine Maggiore positiva-al-test
asintomatica dal 1992 quando i risultati di un test le cambiarono, giovanissima,
la vita. Superato il trauma della sentenza "da 5 a 7 anni di vita, trattamento
con AZT da subito", ha iniziato la sua personale via crucis tra un medico
e l'altro, finchè dopo circa un anno l'incontro con la dissidenza l'ha
condotta fuori dall'incubo. Da quel momento, sfuggita al sistema sanitario,
ha dedicato la sua vita alla causa: con altri positivi-al-test come
lei ha fondato un'associazione "Alive and Well" (vivi e vegeti) che
ha lo scopo di fornire informazioni a quelli che devono, come lei ha
fatto, fare una scelta. Ha realizzato un sito, ha scritto un libro,
ha incontrato un uomo che ama, hanno avuto un bambino che ora ha 5 anni.
È sempre positiva-al-test. La sua vita valeva per Big Pharma alcune
decine di migliaia di dollari.
AZT
and friends (Medicines from Hell)
L’AZT (Azidotimidina,
Zidovudina, Retrovir) fu messo a punto nel 1964 da un ricercatore della
Cancer Foundation di Detroit, Jerome Horwitz . E’ una forma alterata
della Timina, uno dei quattro nucleotidi che costituiscono i filamenti
del nostro DNA. A differenza della Timina ha un solo legame per cui
sostituendosi al nucleotide originale impedisce l’aggiunta di ulteriori
nucleotidi al filamento in formazione interrompendo il processo di duplicazione
del DNA. Quindi l’AZT, impedendo alla cellula di copiare il proprio
DNA ne blocca il processo di duplicazione, e impedisce così la formazione
di nuove cellule. L’AZT non fa differenza tra cellule sane, cancerose
o virus. Per cui se da una parte può arrestare la duplicazione di quelle
malate o dei virus, dall’altra blocca tutti i processi vitali devastando
l’organismo. La sostanza si rivelò talmente tossica (letale) che Horwitz
neanchè ne chiese il brevetto, e archiviò la documentazione. L’AZT usci
dalla polvere nel 1986 e fu approvato dalla FDA nel 1987, dopo una sperimentazione
truffa (Vedi Poison by Prescription: The AZT Story – John Lauritsen).
Tra le conseguenza della somministrazione di AZT ci sono: distruzione
del sistema immunitario, distruzione del midollo osseo, distruzione
dei tessuti e della flora batterica intestinale, atrofia dei muscoli,
danni al fegato al pancreas alla pelle al sistema nervoso, linfoma.
Della categoria degli pseudo nucleotidi fanno parte oltre all’AZT i
successivi 3TC (Epivir), D4T (Zerit), ddC (Hivid), ddI (Videx) e ABC
(Ziagen): il loro funzionamento è analogo, così come le conseguenze.
A partire dal 1996 all’utilizzo di un singolo farmaco si è sostituito
un "cocktail" di farmaci (HAART – Highly Active Antiretroviral Therapy)
unendo agli pseudo nucleotidi gli inibitori della proteasi, un enzima
necessario alla separazione di segmenti proteici. In tal modo, ancora
una volta si impediscono delle attività biologiche necessarie sia alla
formazione di nuove copie dei virus che al corretto funzionamento delle
nostre cellule, con effetti tossici devastanti. Fanno parte di questa
categoria: Invirase, Fortovase, Agenerase, Kaletra. Se l’HIV-AIDS fosse
una sentenza inappellabile di morte da virus, come la teoria ufficiale
sostiene, l’utilizzo delle sostanze antiretrovirali, le cui caratteristiche
tossiche sono evidenti e riconosciute, potrebbe apparire come un male
necessario. Ma se come, sostengono i dissidenti, non è un virus la causa
dell’AIDS, allora la somministrazione di sostanze antiretrovirali è
un atto criminale, genocidio, perpetrato secondo le seguenti modalità:
- Positivi-al-test asintomatici morti: sono stati
uccisi dal sistema sanitario con devastazioni e sofferenze indicibili.
- Positivi-al-test asintomatici vivi: sono sottoposti
dal sistema sanitario a danni e sofferenze ingiustificabili e rischiano
di morire.
- Positivi-al-test conclamati morti: alcuni sarebbero
morti comunque ma senza una dose aggiuntiva di devastazioni e sofferenze;
altri con le cure opportune avrebbero potuto guarire e sono quindi
anch’essi vittime del sistema sanitario.
- Positivi-al-test conclamati vivi: non sono
curati opportunamente, sono sottoposti dal sistema sanitario a danni
e sofferenze ingiustificabili e rischiano di morire.
Secondo Lauritsen, che ha condotto
le analisi più approfondite sull’argomento, circa la metà delle persone
trattate con le sostanze antiretrovirali appartengono al gruppo dei
positivi-al-test perfettamente sani prima della "cura". Al momento ci
sono alcune centinaia di migliaia di persone al mondo a cui vengono
somministrate sostanze antiretrovirali. Fortunatamente i dosaggi delle
sostanze antiretrovirali sono stati alleggeriti nel corso degli anni,
e la somministrazione che era continuativa nei primi anni è oggi a cicli:
questo ha ridotto fortemente la mortalità dei soggetti trattati allontanandola
da una percentuale che è stata prossima al 100% per parecchi anni.
lI
piccolo testimonial africano
I telegiornali RAI del 1 Giugno 2001 hanno mandato un servizio per ricordare
la morte di Nkosi Johnson,
il bambino nero di 12 anni, dal corpo ischeletrito e straziato, che
durante la conferenza sull’AIDS tenuta a Durban nel 2000 ha commosso
la platea ed il mondo con le sue poche parole appena percettibili. Il
cuore non può rimanere insensibile a quell’immagine. Lo sapevano bene
gli organizzatori quando con lucido cinismo hanno deciso di utilizzarlo
come testimonial e prova toccante della tragedia che vogliono imporre
all’Africa e al mondo. È nato sieropositivo, ha detto il giornalista
RAI, ma è stato fortunato perché all’età di 2 anni è stato adottato
da una famiglia bianca ed ha potuto essere curato. Si, ha potuto prendere
l’AZT prima ed il cocktail poi, ed il suo piccolo corpo martoriato ne
mostrava con terribile evidenza gli effetti devastanti. Questo il giornalista
RAI non l’ha detto, ne i telespettatori hanno potuto supporlo, e dieci
milioni di persone sono rimaste convinte che quello strazio sia la conseguenza
del terribile virus dell’AIDS. La storia è comparsa anche su "la Repubblica"
del 2 Giugno. Nkosi ha preso 15 pillole al giorno per 9 anni, c’era
scritto, (e cioè 49.275 pillole, più o meno il suo peso corporeo, circa
100.000 dollari) ma neanche una parola sulla possibilità che tutto quel
veleno sia responsabile di quell’immagine di morte, scolpita sul suo
corpo come un virus non avrebbe mai potuto fare. Tali sospetti, ancorchè
concepiti, non potrebbero d'altronde essere espressi da parte di giornali
che tramite l’inserto salute raccolgono miliardi con la pubblicità delle
case farmaceutiche.
Il
virus che non è un virus
Il virus HIV a voler esser precisi non è un virus ma un retrovirus.
La differenza è che i virus contengono DNA mentre i retrovirus contengono
RNA: questo è un codice di servizio utilizzato dai processi cellulari
per trasferire informazioni dal nucleo, dove risiede il DNA, ai ribosomi,
dove si assemblano proteine.
I retrovirus sono andati di moda negli anni 70/80 e ne sono stati individuati
ed isolati circa 200, tutti assolutamente innocui. Tutti meno quello
HIV che oltre ad essere assolutamente terribile è anche l’unico mai
isolato. Successive ricerche hanno confutato l’esistenza stessa dei
retrovirus: le strutture biochimiche ed i processi enzimatici che avevano
giustificato tale "scoperta" sono risultati appartenere alla cellula
e non al presunto ospite. Ma dimentichiamo per un pò la nostra precisazione.
Si sa che i virus vengono combattuti dal sistema immunitario. Si sa
che sono gli anticorpi ad identificare ed eliminare il virus, e si sa
che solo gli anticorpi che hanno già ottenuto dei successi sul virus
cominciano a duplicarsi incessantemente per costituire truppe specializzate
sufficientemente numerose per affrontare ed eliminare il nemico. Si
sa quindi che la presenza di anticorpi attesta la vittoria del sistema
immunitario ed il superamento della malattia. Questo è vero sempre,
meno che per l’HIV.
Si sa che all’infezione segue l’incubazione, durante la quale il virus
si moltiplica rapidamente, fin quando la sua concentrazione porta al
manifestarsi della malattia e all’attivazione del sistema immunitario:
la prima battaglia è quella più difficile perché il nemico si presenta
in forze avendo potuto, ancora sconosciuto, moltiplicarsi indisturbato.
Dopo la prima sconfitta il virus può rimanere latente, guardato a vista,
ed eventuali successivi scontri si risolvono rapidamente a favore del
sistema immunitario: se c’è una battaglia che il virus può vincere questa
è la prima, come l’esperienza insegna. Questo è vero sempre, meno che
per l’HIV: in questo caso il virus viene sconfitto immediatamente dal
sistema immunitario senza neanche mostrare segni della propria presenza,
diventa latente per un tempo che può essere biblico, e si risveglia
poi con conseguenze nefaste senza che il sistema immunitario possa opporre
la benchè minima resistenza. Per spiegare questa sua particolare attitudine
è stato definito un "lentivirus".
Lo si è anche definito "elusivo" e "mutante" per spiegare la sua capacità
di non farsi individuare dagli scienziati o eliminare dagli pseudo nucleotidi
(AZT). Poi vista questa sua supposta capacità si è potuto suggerire
di utilizzare l’azione combinata di più farmaci (il cocktail HAART)
con vantaggi evidenti per le case farmaceutiche che invece di farsi
concorrenza possono spartirsi una torta ancora più grande.
Si sa che l’evoluzione ha impiegato un miliardo di anni per far assumere
agli organismi unicellulari la nostra meravigliosa complessità. E va
da se che per un miliardo di anni il sistema immunitario si è sviluppato
vincendo tutte assolutamente tutte le sue battaglie contro i virus,
altrimenti non saremmo qui a parlarne. E non ha usato l’AZT. Poi è arrivato
l’HIV e quello che è stato vero per un miliardo di anni improvvisamente
non lo è più.
Il vaccino è una forma indebolita del virus di cui mantiene le sembianze
ma non l’intraprendenza: è insomma una specie di identikit che si fornisce
al sistema immunitario per consentirgli di selezionare e allertare i
suoi anticorpi migliori, quelli capaci di combattere con successo quel
virus. Se mai il virus si presenta il sistema immunitario è già pronto
e può agire rapidamente evitando l’insorgere della malattia. Il male
viene combattuto comunque dagli anticorpi, non dal vaccino che serve
solo per predisporre gli anticorpi giusti. Secondo la tesi ufficiale,
tutti i soggetti infettati dall’HIV sviluppano spontaneamente gli anticorpi
entro 2-4 settimane dall’infezione, tant’è che il test rileva proprio
la presenza di tali anticorpi. A cosa potrà mai servire un vaccino per
l’HIV è uno dei più grandi misteri della storia dell’umanità. Se poi
consideriamo che questo virus è mutante il mistero si infittisce: quale
identikit verrà fornito al sistema immunitario? Se poi ci ricordiamo
che il virus HIV non è mai stato isolato allora possiamo solo pensare
al miracolo: l’identikit di una entità che nessuno ha mai visto.
Tutte queste assurdità sono i sintomi evidenti di
una grave malattia conclamata che ha colpito il sistema sanitario internazionale
e l’ambiente scientifico collegato, un’infezione maligna che ha attaccato
il rigore scientifico, l’onestà intellettuale, la correttezza professionale,
e che ha lasciato spazio solo al potere e al guadagno, rivolgendo il
sistema sanitario contro la sua stessa ragione di essere: curare i malati.
Ma se il male si è potuto diffondere a tal punto è perché le nostre
democrazie non hanno gli anticorpi giusti, il potere del sistema farmaceutico-sanitario
non è controbilanciato da poteri altrettanto forti schierati dalla parte
dei cittadini: i ministeri della sanità dei paesi occidentali nei 17
anni trascorsi hanno dato prova di essere pienamente asserviti agli
interessi del sistema farmaceutico-sanitario internazionale, testimoniando
così il livello di collusione ormai stabilitosi. Che fare? Cominciamo
col diffondere informazione. E aiutiamo il Presidente Mbeki a difendere
l’intelletto, la cultura, la sessualità, la sanità ed il buon senso
da interessi criminali collocati un po’ ovunque ma principalmente oltreoceano.
Il
problema demografico
La società americana è multietnica, ma l’etnia doc è una sola, quella
bianca e puritana che nel 19° secolo colonizzò con le armi il sud del
paese muovendo i primi passi di una crociata-jihad-guerra santa, destinata
ad affermare nel mondo la supremazia dello "spirito americano", dei
suoi interessi regole e valori. Ma l’americano doc si riproduce poco,
nelle grandi città è già minoranza, presto lo sarà nel paese, e già
oggi è solo il 2,5% della popolazione mondiale. Popolazione mondiale
che cresce invece rapidamente. Cosa accadrà tra 50-100-200 anni? Quanti
abitanti avrà la terra per ciascun americano doc? Quanto inquineranno?
Quanto forte sarà la pressione alle frontiere? E altre domande che menti
esperte avranno sicuramente formulato, perché è lecito supporre che
scienziati di ogni genere siano pagati oltreoceano per studiare il problema,
individuarne le variabili, definire modelli matematici, sviluppare sistemi
di simulazione, prevedere tutti gli scenari possibili, individuare il
peggiore, definire gli interventi possibili per evitarlo, scegliere
il più adatto, agire. Cosa potranno mai decidere di fare contro il pericolo
demografico se non contenere l’aumento demografico. Come? Beh, ci sono
solo due modi. Diminuire le nascite e aumentare le morti. E l’AIDS cosa
c’entra? Beh, col terrore del contagio sessuale si potrebbe infilare
un preservativo a tutti gli africani prima e a tutti gli asiatici poi.
Con AZT & friends si potrebbero curare opportunamente tutti i positivi-al-test.
Il test potrebbe essere tarato per ciascun paese in modo div……..
Ovviamente stavamo scherzando, questa è fantascienza, il dottor Stranamore
è solo il personaggio di un film, abbiamo lasciato libera la fantasia
e vedete da voi le conseguenze, quanti brutti pensieri. Dimentichiamo.
Ma consentitemi prima un’ultima domanda. É pensabile che tutta questa
follia sia tenuta in piedi solo per vendere un pò di farmaci agli africani?
Ha senso inventare un’epidemia per vendere farmaci in un continente
pieno di epidemie? Se lo scopo era vendere farmaci non si potevano affrontare
le epidemie storiche di tubercolosi, polmonite, malaria, diarrea, per
cui muoiono 3,5 milioni di africani ogni anno, con lo stesso spirito
di crociata mostrato quotidianamente per l’AIDS? Perchè i farmaci tradizionali
no e gli antiretrovirali si? Avete una risposta?
(Libero adattatamento delle tesi sostenute in
World Without AIDS (Credence Publications) da Steven Ransom
& Plillip Day. Visitare anche la pagina Watch out Africa.
L'AIDS
in California
In questo Stato, che ha una popolazione di circa 31 milioni
di abitanti, l'AIDS ha avuto sia una diffusione superiore a quella media
dei paesi occidentali, sia una una contrazione più rapida di quella
in atto negli stessi. I dati della tabella riportata sotto possono avere
due interpretazioni diametralmente opposte a seconda della premessa:
A. Il virus HIV esiste, causa l'AIDS,
ed il test è specifico ed affidabile. I dati dicono che:
- le terapie sono diventate più efficaci con
il passare degli anni e hanno ridotto sempre più i casi di morte dovuti
alla presenza del virus.
- la prevenzione e l'efficacia delle terapie
hanno ridotto fortemente i casi di nuove infezioni.
B. Il virus HIV non esiste, non è la
causa dell'AIDS, il test è fasullo. I dati dicono che:
- le terapie sono divenute con gli anni meno
letali e si è ridotto il numero di morti dovute alla loro somministrazione.
- la forte presenza di controinformazione sul
territorio ha allontanato le persone dal meccanismo di alimentazione
del fenomeno: i test HIV.
Stato della California.
Fonte: http://www.aids-statistics.com/
(*) |
Anno |
Casi AIDS |
Morti AIDS |
>1982 |
306 |
291 |
1983 |
708 |
682 |
1984 |
1,409 |
1,358 |
1985 |
2,586 |
2,495 |
1986 |
4,073 |
3,918 |
1987 |
5,678 |
5,389 |
1988 |
6,746 |
6,274 |
1989 |
8,246 |
7,389 |
1990 |
9,040 |
7,733 |
1991 |
11,200 |
8,970 |
1992 |
12,614 |
8,823 |
1993 |
11,935 |
6,778 |
1994 |
10,337 |
4,239 |
1995 |
9,348 |
2,359 |
1996 |
7,259 |
1,197 |
1997 |
5,502 |
640 |
1998 |
4,152 |
386 |
Jan.-Mar. 1999 |
340 |
19 |
(*) Questo sito è stato accessibile fino
al mese di Novembre 2001. Poi è stato cancellato. Era l'unico sito che
forniva i dati suddivisi per anno. Al momento si trovano solo siti che
forniscono dati cumulativi che non consentono di capire l'andamento
del fenomeno.
Associazioni
e siti
I dissidenti hanno dato vita a numerose associazioni e sono
presenti in tutti i paesi occidentali. Per saperne di più:
Libri
Questo è un elenco parziale dei principali libri scritti dai dissidenti.
I primi sono in lingua italiana disponibili in libreria. Per gli altri
librerie internazionali o www.amazon.com.
- Il Virus Inventato - Peter Duesberg – Baldini Castoldi.
- AIDS La grande truffa - De Marchi / Franchi – Edizioni
SEAM.
- La vera storia dell'Aids - David Rasnick - Edizioni
SPIRALI. (Storia romanzata).
- AIDS e se fosse tutto sbagliato? - Christine Maggiore
- Macro Edizioni,
- AIDS: nuova frontiera - Siro Passi e Ferdinando Ippolito
- Lombardo Editore in Roma.
- Jon Rapport - AIDS Scandal of theCentury -
Human Energy Press.
- AIDS: The Failure of Contemporary Science - Neville
Hodgkinson - Fourth Estate Press..
- AIDS: The Good News Is HIV Doesn't Cause It - Peter
Duesberg & J. Yiamouyiannis.
- Black Lies, White Lies - Tony Brown - William Morrow
and Company.
- Deadly Deception: the Proof That Sex and HIV do not
cause AIDS - Robert Willner, MD.
- Infectious AIDS: Have We Been Misled? - Peter Duesberg.
North Atlantic Books.
- Sex At Risk - Stuart Brody. - Transaction Press.
- The AIDS Cult - John Lauritsen. - ASKELEPIOS/Pagan
Press.
- The AIDS War - John Lauritsen. - ASKELEPIOS/Pagan
Press.
- Poison by prescription: the AZT Story - John Lauritsen.
& Peter Duesberg.
- The HIV Mith - Jad Adams. - St. Martin's Press.
- World Without AIDS - Steven Ransom & Plillip Day
- Credence Publications.
- Positively False - Joan Shenton - IB Taurus
Books.
Pagine WEB
1. Un articolo del Dott.
David Rasnick, membro della Commissione Presidenziale Sudafricana sull’AIDS.
2. Un articolo sulle
Guide Lines AIDS - Reuters 2 February 2001
3. I test HIV: risultati delle verifiche
eseguite da vari scienziati.
Email
Questo sito è stato realizzato per passione
da persone che non hanno nessun particolare motivo per difendere l'una
o l'altra teoria, se non un irrinunciabile ingenuo imbarazzante amore
per la verità.
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