Diventare
vegetariano: per amore, solo per amore...
Prova per un momento
pensare di trovarti in un ambiente naturale, nudo, senza manufatti a
tua disposizione.
Prova ora a cibarti di carne, devi però rincorrere la
tua preda, agguantarla con le mani, ucciderla, e mangiarla così;
cruda, con pelle o piume, come farebbe un carnivoro.
Pensi che ti sarebbe possibile?
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“Colui che non rispetta la vita,
non la merita”.
Leonardo Da Vinci
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E’ mia convinzione che il futuro
del mondo dipenda molto da come trattiamo le creature più deboli.
La crudeltà e la malvagità dovrebbero non far parte di
una società civile. Sebbene spesso sosteniamo di essere civili,
credo sia un’affermazione lontana dalla realtà. In questi
giorni guardiamo con orrore alla schiavitù e ci riesce difficile
capire come certe pratiche siano durate così a lungo, e ancor
oggi esistano in certe parti del mondo. Una volta allontanatici dalla
schiavitù umana, dobbiamo fare il passo successivo, ed allontanarci
dalla schiavitù animale. Per ragioni egoistiche o morali, un
mondo vegetariano senza sfruttamento e senza crudeltà verso gli
esseri umani e gli altri animali deve essere il nostro obiettivo.
Se non ci preoccupiamo ora, il futuro di tutte le creature continuerà
ad essere nero.
Maxwell G.Lee
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Vegetarianesimo
Una scelta spirituale
di Annalisa e Giampiero
estratto da http://www.viviamoinpositivo.org/salute/pages/veget_1.htm
Non mangiare carne non è soltanto, né soprattutto, una
questione di salute.
Si tratta, piuttosto, di una questione d'amore: per gli animali e per
la Terra, senza dubbio, ma anche per noi stessi.
Come è possibile, infatti, espandere il proprio livello di consapevolezza,
comprendere l'unità del tutto, rimanendo insensibili all'uccisione
di tanti nostri meravigliosi "fratelli minori"?
Negli ultimi tempi si sente parlare sempre di più del vegetarianesimo
(o vegetarianismo o vegetarismo). Spesso chi propugna la dieta vegetariana,
ossia priva di cibi provenienti dall'uccisione di animali, lo fa sostenendo
che mangiar carne fa male alla salute.
I motivi ecologici e di salute
Si tratta di una tesi avallata, in effetti, anche dalla scienza ufficiale,
secondo cui chi mangia soprattutto alimenti vegetali è molto
meno esposto a malattie dell'apparato cardiovascolare, a tumori, ipertensione,
diabete. Ciò accade, secondo molti studiosi, soprattutto perché
l'uomo, per le sue caratteristiche fisiologiche affini a quelle delle
scimmie e assai diverse da quelle degli animali carnivori, non è
onnivoro bensì frugivoro, ossia predisposto ad un'alimentazione
a base di frutti e semi.
Esistono dei motivi ecologici altrettanto validi a favore del vegetarianesimo,
tra cui gli enormi sprechi di risorse necessari per mantenere gli allevamenti
intensivi di "bestiame da macello", condotti con criteri disumani,
nonché la distruzione di foreste millenarie e di terreni fertili,
soprattutto nel Terzo Mondo, per creare pascoli.
Tuttavia, al di là di queste motivazioni che fanno già
del vegetarianesimo un'alimentazione benefica per tutto il Pianeta,
è importante notare che il primo motivo, sia dal punto di vista
cronologico sia per importanza, per cui
è nato e continua ad esistere il vegetarianesimo è un
motivo di carattere spirituale, morale, religioso.
I motivi dello spirito
Da sempre, i più grandi saggi e illuminati della storia raccomandano
a chi segue un cammino di evoluzione interiore di non mangiare carne.
Vediamo perché.
Uno dei pilastri comuni a tutte le grandi religioni della Terra è
rappresentato dalla compassione verso ogni essere vivente, da cui consegue
il divieto di uccidere. In effetti, nella religione cristiana, il celebre
quinto comandamento non pone limiti in questo senso: non dice "Non
uccideregli esseri umani".
Anzi, in realtà, la sua traduzione letterale dall'ebraico equivale
a "Non commettere alcun genere di uccisione". Questo perché
il Cristianesimo - come il Buddhismo, l'Induismo, l'Islamismo e l'Ebraismo
- è una religione che, alle origini, faceva del vegetarianesimo
uno dei fondamenti della sua dottrina.
Certo, ormai la maggior parte dei sacerdoti di queste religioni (tranne
il Buddhismo e l'Induismo) tollera se non addirittura incoraggia l'uccisione
di animali e il consumo delle loro carni. Ma forse è il caso
di riflettere su quanto disse il Buddha nel Dhammapada: "In futuro,
alcuni sciocchi sosterranno che io ho dato il permesso di mangiare carne,
e che io stesso ne ho mangiata, ma io non ho permesso a nessuno di mangiare
carne, non lo permetterò ora, non lo permetterò in alcuna
forma, in alcun modo e in alcun luogo. E' incondizionatamente proibito
a tutti".
Abbiamo già accennato al motivo di tanta severità:
"Mangiare la carne", spiegava ancora il Buddha, "spegne
il seme della grande compassione". Pertanto, se si desidera avvicinarsi
a Dio, che è compassione e amore perfetti, non si può
non coltivare in sé questi sentimenti. E aggiunge il Buddha:
"E' per sfuggire alle sofferenze della vita e per raggiungere la
perfezione mistica che si pratica la meditazione.
Ma perché infliggere sofferenza agli altri, quando noi stessi
cerchiamo di evitarla? Se non riuscirete a controllare la mente in modo
da aborrire anche solo il pensiero di un atto brutale e dell'uccidere,
non sarete mai in grado di sfuggire ai legami della vita di questo mondo.
Come può colui che cerca, che spera di imparare a liberare gli
altri, vivere della carne di esseri senzienti?"
Anche nei Veda, i testi sacri dell'Induismo, si possono leggere migliaia
di ingiunzioni a non consumare carne, perché "si diventa
degni della salvezza quando non si uccide alcun essere vivente".
E non solo non lo si uccide, ma
non lo si mangia neppure. Infatti, nei Veda si sostiene che è
necessario astenersi dall'ingerire qualsiasi genere di carne, perché
tale cibo implica sempre l'atto di uccidere e crea legami karmici. "Chi
uccide gli animali", concludono impietosamente i Veda, "non
può provare piacere nel messaggio della verità assoluta".
Secondo i Veda, insomma, l'uomo dovrebbe scorgere lo stesso principio
della vita in tutti gli esseri viventi. E infatti, questi testi sacri
descrivono incarnazioni di Dio in varie forme non umane, tra cui il
pesce , il cavallo, la tartaruga, il cinghiale.
[...]
I motivi esoterici
Secondo varie discipline esoteriche, il vegetarianesimo è l'alimentazione
ideale anche per raggiungere livelli elevati di sviluppo spirituale.
Per esempio, il teosofo americano C.W. Leadbeater ha scritto addirittura
un saggio su Vegetarismo ed occultismo, in cui sostiene che l'alimentazione
vegetariana è l'unica che consenta un'indispensabile purificazione
del corpo a chi intende "prendere posto fra le falangi gloriose
che si sforzano di raggiungere la perfezione, onde aiutare l'evoluzione
dell'umanità".
Secondo Leadbeater, è un'eresia dire che la questione dell'alimentazione
ha poca importanza dal lato occulto, perché, in realtà,
tutte le scuole di occultismo antiche e moderne sostengono che "l'assoluta
purezza è indispensabile al vero progresso, tanto sul piano fisico
quanto sui piani più elevati".
Riferendosi ai quattro corpi dell'essere umano di cui parla la Teosofia
(fisico, eterico, astrale e dell'Io), Leadbeater afferma che essi, pur
trovandosi su piani diversi, sono in comunicazione tra loro, per cui,
essendo la carne il nutrimento più grossolano, chi se ne ciba
avrà anche dei corpi superiori composti di materia più
grossolana, impura. Tra l'altro, ottundendo la sensibilità, l'alimentazione
carnea è anche di ostacolo allo sviluppo di percezioni extrasensoriali.
I veri chiaroveggenti, afferma Leadbeater, devono essere tutti vegetariani.
Secondo altri Maestri, il fatto di cibarsi di carne risulta dannoso
anche per chi intende praticare la meditazione, perché le energie
negative che si assorbono quando si assimila la carne di animali brutalmente
uccisi impediscono una perfetta armonizzazione delle proprie energie
con quelle dell'universo. Tutti i grandi yogi indiani, infatti, sono
vegetariani.
Anche il maestro indiano forse più "occidentalizzato"
di tutti, Osho, non permetteva che nelle sue comunità si consumasse
cibo di origine animale. "Io non sono contrario alla carne per
motivi ideologici", affermava Osho. "Se un uomo non medita,
se non cerca una crescita interiore, se non è alla ricerca del
divino, qualsiasi cosa mangia va più che bene[...] Ma se inizi
a meditare, il tuo ambiente interiore cambia, e in questo caso è
consigliabile mutare l'alimentazione [...] Più sali verso l'alto
e più dovrai lasciar cadere qualsiasi bagaglio inutile; solo
così potrai volare. E il cibo non-vegetariano non è altro
che questo: un peso inutile!"
Per i devoti Hare Krishna, un movimento religioso che ha avuto e continua
ad avere un ruolo importante nella diffusione del vegetarianesimo in
Occidente, la nostra "violenza alimentare", unita a tutte
le altre forme di violenza, finisce per creare una grande ondata di
karma negativi, che a sua volta produce un aumento dell'aggressività
umana e quindi dei delitti compiuti in tutto il mondo.
Certo, i vegetariani possono ottenere alimenti come la frutta, il latte,
le uova, le noci e i cereali senza bisogno di uccidere, ma qualcuno
potrebbe chiedersi se il problema karmico non si estenda anche all'"uccisione"
di vegetali come le carote, le patate, le cipolle, ecc. "Anche
togliendo la vita ad una pianta", spiega un portavoce degli Hare
Krishna, "possono esserci reazioni karmiche negative, ma si provoca
molto meno dolore che uccidendo animali, perché il sistema nervoso
delle piante è assai meno sviluppato".
In effetti, un altro motivo per cui la tradizione induista prescrive
il vegetarianesimo è la credenza nella possibilità che
un essere umano possa reincarnarsi in una forma animale. Nell'uccidere
un animale, dunque, è possibile commettere violenza nei confronti
di un'anima umana. Anche Pitagora credeva nella trasmigrazione delle
anime, e
sosteneva che quelle degli animali sono imperiture come quelle degli
uomini, poiché entrambe scaturiscono dall'"Anima del Mondo",
ossia la forza di cui sono pervase tutte le molecole dell'universo,
il principio motore e plasmatore della materia, intermediario fra il
cosmo e il Dio supremo. L'animale, insomma, è, come l'uomo, un'emanazione
divina.
L'anima degli animali
Nel suo affascinante libro Anche gli animali hanno un'anima (Ed. Mediterranee),
lo studioso francese Jean Prieur osserva che questi principi pitagorici
si mantennero, sia pure attraverso varie elaborazioni, nel pensiero
di altri grandi filosofi come Platone e Aristotele. In Occidente, il
primo a distaccarsene in modo netto fu, nel Seicento, Cartesio, il quale
affermò che soltanto il pensiero era segno di una natura superiore,
e quindi gli animali erano semplici automi.
Da allora, per una strana conciliazione tra scienza e fede, questa concezione
cartesiana è stata mantenuta anche dalla religione cattolica.
Tuttavia, negli ultimi anni pare che qualcosa stia cambiando, sia pur
lentamente. "Nella Sollicitudo rei socialis", fa notare Mons.
Mario Canciani, il parroco di S. Giovanni dei Fiorentini a Roma, meglio
noto come "il prete che non scaccia i cani dalla chiesa",
"il Papa ha invitato i teologi a studiare un nuovo tipo di rapporto
uomo-animale e, il 10 gennaio 1990, commentando in un suo discorso la
Bibbia, ne ha rinverdito una grande verità: 'Non solo nell'uomo,
ma anche negli animali c'è un soffio divino'"
Anche se le considerazioni papali non toccano ancora il tema del vegetarianesimo,
è innegabile che, al limitare del terzo millennio, le riflessioni
sulla natura spirituale di una scelta alimentare sono sempre più
attuali. E se la Nuova Era è davvero l'era dell'amore e dell'unione,
della compassione e della comprensione, allora è anche l'era
di una riflessione più sincera e attenta sulle nostre scelte
di vita, sul nostro modo di considerare l'esistenza e la natura di tutto
il creato.
Ognuno ha il diritto di compiere le sue scelte nella massima libertà,
ma ogni singola scelta ha effetti su tutti gli esseri viventi. E poiché,
secondo la legge del karma, la violenza genera altra violenza, scegliere
di non far del male a chi è più debole non può
che avere meravigliosi effetti su tutta l'umanità.
Perciò, in questa nuova era di luce, al di là dei timori
di rovinarsi la salute o di provocare un'apocalisse ecologica, chiunque
può scegliere un motivo nuovo, seppure antico, per diventare
vegetariano. Per amore, solo per amore.
Copyright © 1999 Annalisa &
Giampiero Cara
(bliss2000@libero.it)
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"verrà
il giorno in cui gli uomini giudicheranno l'uccisione di un animale
come essi giudicano oggi quella di un uomo?"
Leonardo da Vinci
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