I perché
nascosti della malattia psicosomatica: come guarire ed essere felici.
Disagio psicologico. Quando la malattia
diventa un rifugio.
Una piccola premessa: propongo questo
articolo per rispondere ad un messaggio che ho ricevuto da una cara
ragazza, che per convenzione chiameremo Debora, che scrive: “Mi
sono rotta una caviglia… ho la gamba ingessata. C’è
un messaggio da capire?
Se tu stai sempre male…..
Certe persone, anche in giovane età, si trovano a lottare contro
una cattiva salute. Non hanno nessuna malattia seria, solo tanti piccoli
fastidiosi disturbi che influenzano la loro vita e le loro relazioni
con gli altri. Queste persone sembrano perseguitate dalla sfortuna:
ne hanno sempre una! Disturbi come stanchezza cronica, vertigini, tachicardia,
gastriti, coliti, cefalee, vaginiti, cistiti, dolori muscolari, cervicale,
sindrome premestruale, ciclo irregolare, bruxismo e continui raffreddori
ed influenze (e l’elenco potrebbe continuare a lungo!) sono tristemente
familiari per queste persone così cagionevoli.
Purtroppo, chi soffre di questi acciacchi
non si sente compreso né dal medico curante che spesso liquida
i loro mali come “stress” né dai loro familiari che
li trattano da ipocondriaci.
Ti sei riconosciuto in questa descrizione?
Sappiamo che non ti senti bene e che non è giusto che la tua
sofferenza venga banalizzata o minimizzata, ma , quando questi disturbi
persistono, possono essere la “spia” di una profonda sofferenza
psicologica.
Gli stretti legame fra corpo e mente.
Giustamente, chi soffre di un continuo malessere, si arrabbia quando
i suoi disturbi vengono attribuiti allo stress. Chi soffre di una serie
di disturbi psicosomatici non è un malato immaginario, è
una persona che sta male davvero, anche se i suoi disturbi sono causati
“solo” dallo stress. Le ultime scoperte scientifiche hanno
evidenziato come corpo e mente siano strettamente collegati. Quando
siamo ansiosi e spaventati, nel nostro corpo avvengono una serie di
reazione biochimiche e ormonali: il nostro metabolismo accelera, il
nostro battito cardiaco aumenta, la pressione sale, salgono i livelli
di trigliceridi e di colesterolo nel sangue mentre diminuiscono gli
ormoni sessuali. Le emozioni negative influiscono anche sul sistema
immunitario che diventa meno resistente alle malattie e alle infezioni.
Purtroppo se lo stato di stress si prolunga
nel tempo, ci si può ammalare seriamente.
Certo, non si può assolutamente
affermare che tutte le malattie abbiano un origine psicosomatica : tuttavia
le persone infelici o ansiose tendono ad ammalarsi di più e a
riprendersi più lentamente dalle malattie rispetto alle persone
serene.
Il caso di “Cerotto”.
Una mia paziente è soprannominata dagli amici “Cerotto”
per la sua tendenza alle malattie e agli incidenti. La povera ragazza,
a nemmeno 30 anni, ha collezionato un numero impressionante di malattie,
distorsioni, contusioni e piccole fratture. Parlare con lei è
come ascoltare un bollettino medico: ogni settimana ha un malessere
diverso. Occorre dire che non c’è da parte sua alcuna simulazione
né decisione cosciente. Anzi, “Cerotto” sta pagando
un prezzo altissimo per i suoi meccanismi inconsci :non c’ niente
di divertente nel rompersi un dito o nell’avere una distorsione
alla caviglia!
In genere, le sue malattie o i suoi incidenti
seguono uno schema ricorrente: “Cerotto” si ammala quando
deve affrontare delle responsabilità che non si sente pronta
ad assumere o quando vuole evitare un conflitto con una persona per
lei importante. La prima frattura, per esempio, si è verificata
quando la ragazza stava andando al suo primo colloquio di lavoro: è
scivolata e si è rotta un dito. Questo le ha permesso di evitare
il colloquio e il lavoro. Ma quando è riuscita a trovare un lavoro,
è stata costretta a rinunciarvi perché ha sviluppato una
forma di “otite bollosa” , refrattaria a qualsiasi trattamento
medico, che è scomparsa quando ha deciso di lasciare il lavoro.
Tutti i suoi successivi tentativi di inserirsi nel mondo del lavoro
sono falliti per cause mediche : lo stress dell’ ambiente lavorativo
la faceva ammalare e di conseguenza, la ragazza veniva licenziata per
le sue numerose assenze. In campo sentimentale, la situazione non è
migliore : a partire dall’adolescenza, “Cerotto” è
sempre stata fidanzata ma quando la relazione diventava seria, si ammalava
o aveva un incidente. Questo le permetteva di rimandare una decisione
impegnativa come il matrimonio o la convivenza e testare inconsciamente
la disponibilità del partner a prendersi cura di lei.
Insomma, le malattie nella sua vita avevano
la funzione molto importante, sebbene inconscia, di evitare le responsabilità
della vita adulta , preservando allo stesso tempo la propria autostima
ed evitando il conflitto con gli altri.
Occorre sottolineare, ancora una volta,
che si tratta di meccanismi assolutamente inconsapevoli, se la ragazza
fosse infatti cosciente delle sue paure e dei suoi reali desideri, troverebbe
un modo più efficace e, soprattutto meno doloroso, per affrontare
i suoi problemi.
Malattia e desideri regressivi.
Di fronte alle difficoltà della vita, tutti noi almeno una volta
abbiamo desiderato scappare su un isola tropicale oppure ritornare in
un periodo della nostra vita più spensierato e con meno responsabilità.
A volte, quando siamo particolarmente scontenti, visto che non possiamo
scappare o ritornare bambini, ci ammaliamo.
Naturalmente non sto sostenendo che tutte
le malattie siano frutto di desideri regressivi! Ma, a volte, la malattia
psicosomatica può essere l’espressione di un inconscio
desiderio di fuggire da una vita stressante e insoddisfacente.
Naturalmente la malattia psicosomatica
può avere molti significati che non è possibile esaminare
in questa sede, per cui mi limiterò a parlare soltanto di uno
dei molti significati possibili del disagio psicosomatico: quello della
regressione.
Quando ci ammaliamo, possiamo permetterci
di essere deboli e di far sì che altre persone ci accudiscano
e si occupino di noi. Spesso, chi è ammalato, riceve per via
delle sue sofferenze una attenzione e una comprensione da parte delle
persone che lo circondano, che da sano non riceverebbe. Inoltre, la
malattia può consentirci di prendere una pausa da una quotidianità
vissuta come troppo logorante e frustrante e/o può evitarci di
assumere delle responsabilità, salvaguardando allo stesso tempo
la nostra autostima.
Per esempio, la ragazza citata nel paragrafo
precedente, essendo sempre malata o incidentata era giustificata agli
occhi degli altri e di se stessa se non si metteva alla prova nella
vita.
Ma evitando le responsabilità,
evitava anche di confrontarsi con i propri limiti ed evitava anche il
rischio di fallire.
I perché nascosti della malattia
psicosomatica
Molti malati psicosomatici sono cresciuti in ambienti familiari freddi
e distratti e non si sono mai sentiti veramente amati e considerati
dai loro genitori. Soltanto quando erano malati, riuscivano ad ottenere
da parte delle figure genitoriali affetto e attenzioni. Il messaggio
inconscio che hanno ricavato dalle loro esperienze infantili è
che il dolore è il prezzo dell’amore e che solo se soffrono
possono essere amati.
Non solo: alcuni malati psicosomatici
sono molto arrabbiati e risentiti per le deprivazioni affettive subite,
e si aspettano inconsciamente dalla vita e dagli altri una specie di
“risarcimento” per la mancanza d’amore della loro
infanzia. Di conseguenza, nelle relazioni affettive cercano nel partner
il genitore amorevole che non hanno mai avuto. Si aspettano dall’
altro una devozione totale e un amore incondizionato che per primi non
riescono a dare.
Ma dal momento che le loro aspettative
sono eccessive, difficilmente si sentono soddisfatti dei loro rapporti
con gli altri.
La scarsa autostima è un tratto
caratteristico del malato psicosomatico regressivo : quest’ultimo
ha spesso di sé un immagine negativa : si percepisce come una
persona debole, inferiore agli altri, incapace di cavarsela da solo
nella vita.
Alcuni malati psicosomatici convinti
di non riuscire ad interessare gli altri per le loro qualità,
scelgono inconsciamente di diventare ” speciali” nelle loro
debolezze. E il ruolo di “malato cronico”, di ” quello
o quella a cui va sempre tutto male” può diventare un modo
per essere finalmente visti dagli altri, per avere una propria identità,
per trovare il proprio posto in famiglia o nella società.
Come guarire ed essere felici.
Guarire da uno stato di malessere cronico è possibile ma richiede
un notevole lavoro su se stessi. Per stare meglio è importante
cambiare l’immagine di sé , concentrandosi sulle proprie
risorse (invece che sulle pecche fisiche e caratteriali) e lavorare
sulla capacità di autoaffermazione e sull’assertività.
In questo paragrafo, daremo al riguardo
qualche sintetica indicazione che spero, potrà essere utile:
1. Pratica regolarmente uno sport
Chi soffre di frequenti disturbi psicosomatici non ha un buon rapporto
con il proprio corpo, che spesso percepisce come debole e malato. Avere
una buona forma fisica può cambiare la percezione corporea, e
di conseguenza, farti entrare in contatto con la tua forza interiore.
Lo sport è utile perché
ti aiuta a sviluppare l’autodisciplina, una qualità carente
in molti malati psicosomatici. Se è possibile scegli uno sport
che permetta di scaricare l’aggressività come le arti marziali
o il kick-boxing, ecc … Queste attività sportive ti faranno
sentire più forte fisicamente e quindi, anche mentalmente.
2. Aumenta la tua soglia di tolleranza
allo stress.
In genere, il malato psicosomatico di tipo regressivo ha una bassa soglia
di tolleranza allo stress : di fronte alle difficoltà fugge oppure
si ammala. Per diventare più forti , è importante sviluppare
una buona dose di autodisciplina. Quindi è necessario imparare
a fare le cose e rispettare tutti gli impegni anche quando non ci si
sente al massimo della forma fisica o psicologica.
3. Sviluppa l’assertività
nelle relazioni con gli altri.
Solitamente chi soffre di disturbi psicosomatici ricorrenti ha delle
grosse difficoltà ad essere assertivo : l’aggressività
viene rivolta verso se stessi e verso il proprio corpo. In altre parole,
il malato psicosomatico si serve inconsciamente della malattia per comunicare
agli altri le proprie esigenze e i propri desideri. Un esempio di questo
meccanismo è quello della casalinga che si sente sfruttata e
non appoggiata dai familiari e che sviluppa un improvvisa allergia ai
detersivi, “costringendo” così marito e figli ad
aiutarla nelle pulizie di casa. Chi soffre di frequenti disturbi psicosomatici
spesso deve imparare a riconoscere e ad esprimere in modo assertivo
le proprie esigenze.
4. Non appoggiarti troppo agli altri.
Chi non si è sentito amato da piccolo, come molti malati psicosomatici,
tende inconsciamente a cercare nel partner il genitore amorevole che
non ha mai avuto. Oppure nel migliore dei casi, chi sta sempre male,
tende a pretendere dal partner un trattamento speciale a causa della
sua salute delicata. E’ superfluo aggiungere che queste dinamiche
psicologiche difficilmente danno luogo a rapporti felici e appaganti
! Chi soffre di continui disturbi psicosomatici dovrebbe cercare di
ridurre le sue aspettative, cercando di instaurare con il partner un
rapporto il più possibile partitario e gioioso.
5. Pensa a tutto quello che hai ricevuto
dalla vita
A volte, chi ha avuto molte malattie è risentito con la vita
perchè sente di aver avuto più problemi e difficoltà
della media della gente e , in alcuni casi, può essersi formato
un immagine di sé negativa come quella di una persona sfortunata,
con molte pecche fisiche e caratteriali. Ma quando si è troppo
focalizzati su quello che non si ha avuto nel passato, si diventa incapaci
di apprezzare quello che si ha nel presente. E quando ci si concentra
troppo sulle limitazioni a cui la malattia ci costringe, si diventa
incapaci di vedere le opportunità che la vita ci offre. Quindi
per superare la dolorosa sensazione di essere perseguitato dalla sfortuna,
è bene concentrarsi sulle opportunità che ci sono state
offerte ( e non solo su quello che ci è mancato) , sui nostri
punti di forza (e non solo sulle nostre debolezze), sulle soluzioni
(e non solo sui problemi)
6. Prendi contatto con la tua aggressività.
Chi soffre di disturbi psicosomatici tende a rivolgere verso se stesso
l’aggressività sia con una continua autosvalutazione, sia
ammalandosi, sia mettendosi in situazioni spiacevoli e stressanti.
Per prendere contatto con la propria
parte aggressiva, può essere utile frequentare un corso di bioenergetica.
La bioenergetica lavorando sul corpo , è adatta soprattutto alle
persone molto celebrali, in quanto permette un contatto più profondo
e immediato con le proprie emozioni.
www.ilmiopsicologo.it
Dottoressa
Anna Zanon
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