La nuova medicina di Hamer e la biologia totale di Sabbah
Da un po' di anni ho incontrato La Nuova Medicina, ma non riuscivo a fare il salto "quantico", quel salto che mi avrebbe permesso di dedicarmi anima e corpo a queste fantastiche cose ed ora, se mi guardo indietro, so di esserci finalmente arrivata perché negli ultimi due mesi, ho passato molte ore della notte su libri che trattano questi argomenti. Gli articoli che seguono sono stati tratti da vari siti francesi della Biologia Totale, di pansemiotica (Sabbah, Sunder). Certa di fare cosa gradita, li ho tradotti per il pubblico italiano e li ho inseriti nel sito dell'Istituto Nei. In un futuro non lontano, vorrei che l'Istituto diventasse il luogo dove tutte queste cose vengono insegnate. Ho già cominciato a farlo con i miei pazienti gravi e devo dire che fa la differenza. Benvenuti a tutti coloro che vorranno condividere questa meravigliosa via. Buona lettura Rosa Moreschi
ARTICOLI TRADOTTI DAI VARI SITI DI BIOLOGIA TOTALE Richard Sunder (http://richard.sunder.free.fr) L'uomo è un tutto psicosomatico, fatto di psicologia, di psicobiologia, di pansemiotica e di cosmogenesi. E' perché si ignora che la quasi totalità delle sue attività non servono altro che a compensare i suoi conflitti psicologici, attraverso il loro dominio invece del loro superamento. E che sono questi conflitti, compensati ma mai superati, le cause delle sue "maladits"-malattie (mal-detti): ciò che il male ha detto e somatizzato nel corpo, conformemente alla teoria psicosomatica ela-borata da Gorge Groddeck, Hans Selye, Henri Laborit, Frank Alexander e Ryke Geerd Hamer ed al modello geometrico dell'arit-metica che lo modella (modello detto della relatività assoluta. Tutte le pretese malattie sono psicosomatiche e non hanno che una causa: lo stress generato da un conflitto o da una paura intensa, durevole e non detta. LA BIOLOGIA TOTALE DI CLAUDE SABBAH E LA SINTASSI PANSEMIOTICA DELLA SALUTE Nella sua notevole opera, i linguaggi segreti della natura, Jean Marie Pelt cita numerosi esempi - ripresi da Sabbah - del modo in cui gli esseri viventi si difendono dallo stress nella natura. Il leone è un predatore del Kodou - una grande antilope africana - Si è fatto un bilancio della salute del Kodou in una situazione plausibile al di fuori della presenza del leone (no stress). Tutti i markers sono normali. Poi il leone attacca. Terribile stress dell'antilope d'Africa che per scappare alla paura-panico del leone, prende la fuga e riesce a scappare al predatore. Un quarto d'ora dopo, abbiamo addormentato l'antilope e le abbiamo ripetuto i test: tutti i marcatori erano alle stelle, in rosso. Alcune persone sensate hanno avuto il ritegno di non dire che la fuga dell'antilope è una malattia - perché proprio la fuga è la causa dei disastrosi esami fatti. E' pertanto così che i Medici fanno esattamente senza cercare di ca-pire che è lo stress del paziente che genera il cattivo bilancio emato-chimico e biologico e che se si vuol trattare la causa, bisogna dunque ritornare a ciò che ha causato lo stress. CAMBIARE
IL SISTEMA DI OSSERVAZIONE L'ANTILOPE
E L'ACACIA Poi arriva l'antilope che attacca l'acacia. Si ripete un bilancio chimico fisico sulla linfa dell'acacia. Si constata che la linfa è piena di Tannino che è un veleno che evidentemente respinge l'antilope. Diventa allora evidente che l'acacia, benché sprovvista di cervello, ha sviluppato una strategia di difesa che consiste nel secernere in abbondanza le molecole di questo tannino per respingere il predatore. Più stupefacente ancora: "tutte le acacie dell'ambiente, anche se non sono state attaccate dall'antilope, hanno la linfa piena di tannino velenoso. Tutto è successo come se le acacie dei dintorni avessero scambiato con l'acacia attaccata un'informazione che le aveva avvertite della presenza dell'antilope e del pericolo. Tutte hanno allora adottato la stessa strategia di difesa. Si è potuto stabilire che la prima acacia attaccata emette un gas - l'etilene - che avvisa le sue vicine, le quali scatenano la produzione di tannino. IL CERVELLO
E LE CELLULE L'uomo stesso ignora i meccanismi di difesa che scatenano il suo cervello contro le aggressioni. Lui stesso ignora come il suo cervello può scatenare presso di lui un cancro per difendersi dallo stress. Come chiarire questo mistero? Ciò che scatena le reazioni di difesa presso l'uomo e presso gli animali, è il COMANDO CENTRALE: IL CERVELLO, IL COMPUTER CENTRALE. Ma presso le piante? Le acacie non hanno cervello. Loro non hanno neppure un sistema nervoso centrale elementare. Si parla di un vago nucleolo - piccolo corpo che si trova in seno alle cellule che scatenano il programma senza il minimo dubbio. Ma è evidente che non si trova né nelle cellule né in alcun nucleolo della cellula. Il nucleolo può essere interessato ma non saprà mai in alcun caso, essere il sistema (informatico) di informazione e di sviluppo di una strategia di difesa della acacie, né potrà mai spiegare lo scambio di informazioni. - attraverso l'intermediazione dell'etilene - tra le acacie. Questo supporrebbe in effetti, che il nucleolo fosse capace di registrare, in una memoria, di cui ci si chiede di cosa può essere costituita - non solamente che i predatori e, notoriamente, le gazzelle, sono sensibili all'eccesso di tannino e che è sufficiente produrlo per allontanarle ma ancora che l'etilene provoca presso le acacie vicine, la reazione di difesa. I CAMPI IDEO-MORFO-GENETICI
e COMPORTAMENTALI Ma questo va oltre, molto certamente, le capacità delle cellule vegetali. Ed anche va oltre le capacità di tutte le cellule biologiche anche di quelle umane. Bisogna dunque che il comando centrale sia al di fuori dal regno vegetale stesso che sia più infinitamente complesso di un semplice nucleolo. Non veda alcun altra centrale di comando se non quella di un campo IDEO-MORFO-GENETICO e comportamentale che conserva la memoria della forma e dei comportamenti delle speci, su cui tutti i vegetali di una specie e di un luogo dato sono collegati, come i ricevitori radio-televisivi sono collegati, attraverso un'anten-na ad una stessa emittente. I geni delle cellule nei quali non vi si è trovato null'altro, a dispetto dei quasi 40 anni di ricerche vane e che il piano della cellula di cui essi sono il nucleo e delle proteine che fabbricano, non sono altro che dei risuonatori che permettono alle cellule di collegarsi alle frequenze del sistema di memoria e della memoria (il computer) alle quali sono legati.
I GENI: semplici selettori di frequenze dei campi di memoria olografica Nello stesso modo in cui il telecomando della radio e della televisione permette di selezionare nel campo spazio-temporale delle onde hertziane le frequenze corrispondenti ai vari programmi televisivi. E' necessario quindi che il computer contenente la memoria della forma delle specie, la memoria del pensiero e del comportamento degli esseri viventi sia un campo del tessuto stesso dello spazio tempo. Bisogna che il tessuto stesso dello spazio tempo sia l'insieme dei campi di tutte le memorie specifiche del mondo. Per farla breve, che il tessuto della spazio-tempo sia il computer di tutta la memoria del mondo.
Questo non è nulla di straordinario né inconcepibile poiché, tutta l'informazione visiva che ci permette di vedere, non viene da niente altro che dalle vibrazioni delle onde elettro-magnetiche (che sono (belle e buone) il veicolo dell'informazione - all'occorrenza le interferenze delle vibrazioni delle onde - che costituiscono le immagini del mondo intorno a noi. Un'informazione che viaggia a una velocità diecimila volte superiore alla velocità della luce Meglio ancora, noi siamo capaci, grazie alla olografia, di fissare queste interferenze in ogni punto - ogni grano d'argento o di un'altra sostanza - della placca olografica, che diventa così la memo-ria dell'immagine. Bisogna allora immaginare che sotto la rete (maglia) delle onde elettromagnetiche (il filo della trama dello spazio) esiste un'altra rete più fine e corpuscolare, nella quale si posiziona la memoria (lo schema dell'interferenza delle onde elettromagnetiche) delle forme, dei comportamenti, del pensiero. Ora, l'esistenza di questo tessuto iperfine (ciò che chiamiamo VIDEON e anti-videons) dei quali l'esistenza è stata postulata da Luis De Broglia (il termostato ha variabili nascoste), poi teorizzata da numerosi fisici, di cui Freinberg e Regis Dutheil, è stato messo indirettamente in evidenza attraverso le esperienze sui fotoni correlati, nel 1982, a Orsay, da Aspect, Dalibard e Roger e di nuovo nel 1997, al CERN di Ginevra dall'equipe di Nicolas Gisin. Questa equipe ha ugualmente misurato la velocità dello scambio delle informazioni tra i due fotoni gemelli, che conservano lo stesso angolo di polarizzazione: 3 miliardi di chilometri al secondo, ossia 10.000 volte più della velocità della luce. I marcatori non indicano una malattia ma un programma biologico di sopravvivenza Sia quel che sia, il marcatore, nel caso
dell'acacia è il tannino. Se si alza ad un livello tale di avvelenare
la linfa, è per respingere l'antilope o un altro predatore. Ora
a nessuno viene in mente di dire che il marcatore tannino dell'acacia
è il segnale che mi dice che la pianta è malata. IL RAZZO A TRE PIANI Claude Sabbah, dice allora che ogni essere vivente è un razzo a tre piani: il corpo, il cervello ed il pensiero (psicologico). Il cervello è la centrale di comando del funzionamento biologico e sottolinea - ha come obiettivo quello di prolungare la vita il più a lungo possibile. Aggiunge anche che il terzo piano, il pensiero - psicologico - ha preso presso l'uomo uno sviluppo considerevole allorché, finalmente, dal punto di vista della sopravvivenza, è il piano MENO IMPORTANTE!! Groddeck ha enunciato la teoria del conflitto come origine delle malattie in quanto mezzi di sopravvivenza. Hamer ha riscoperto la teoria e l'ha scientificamente dimostrata. L'oncologo Claude Sabbah ha apportato nuovi sviluppi. La sintassi semiotica della salute è un nuovo apporto. E' anche convalidata attraverso un modello geometrico, dunque matematico ed obiettivo, della psicosomatica e della psicobiologia. Sia ben chiaro, là si tratta del punto di vista della sopravvivenza biologica del corpo. Da questo punto dio vista, può essere esatto dire che il piano del pensiero - la psicologia - è il meno importante, se si considera che la sopravvivenza è più importante.E' cos' che si è fatto sopravvivere per dei mesi dei corpi che non avevano più alcun pensiero, dei vegetali, come si dice volgarmente. Ma dal punto di vista psicologico - dal punto di vista dello spirito - ci si può chiedere se è veramente utile, se non lo è di più piantare dell'insalata al loro posto. Resta tuttavia il fatto che prolungare la vita dell'organismo è bene perché è in effetti l'oggetto - la funzione stessa - della parte più bassa del cervello che non si cura di sapere se la parte più alta, la parte superiore, la neocorteccia, è ancora capace di pensare. IL PIANO PREDOMINANTE: IL PENSIERO Si può, certo, rimpiangere lo sviluppo del pensiero, notoriamente perché capace di provocare l'ossessione vale a dire lo stress, che spinge il sistema limbico a elaborare un programma biologico di sopravvivenza (ciò che i medici chiamano malattia) attraverso un'autosuggestione esasperata. Ed è vero che i malati il cui cervello superiore (la neo-corteccia) non funziona più, possono essere mantenuti in vita vegetativa pressoché illimitatamente e senza che alcuna malattia li colpisca. Loro non faranno mai un cancro! Ma se, come sottolinea Claude Sabbah, nel razzo a tre piani, il piano psicologico non saprà essere minimizzato, pena il ricondurci solo all'emozionale, come una mucca o un'antilope, come un vegetale. Claude Sabbah, buon psicoterapeuta, non lo minimizza: il modo in cui tratta i suoi pazienti è esclusivamente psicologico. E' la Presa di coscienza, che è l'oggetto stesso della sintassi, come vedremo in seguito. Se è esatto che le parti del cervello che regolano il metabolismo non hanno per obiettivo che quello di prolungare la vita il più a lungo possibile, ciò che è d'altronde l'obiettivo della pulsione della vita, la neo-corteccia ed il pensiero non ignorano l'esistenza della pulsione della morte ed il fatto che all'occasione il soggetto bisogna che raggiunga il suo oggetto, ha per obiettivo di accorciare al più presto la vita e di mettervi fine attraverso il suicidio. Romeo e Giulietta ne sono un celebre esempio. Il suicidio è finalmente un trattamento psico-biologico che consiste nel sopprimere il problema psicologico sopprimendo l'essere biologico che è sulla sedia. IL PROBLEMA DELLA SINTASSI E LE COPPIE DIALETTICHE DEI COMANDI DEL CERVELLO Il fatto che il suicidio sia finalmente la testimonianza che si è sciupata la propria vita, senza realizzarne lo scopo - che viene dalla coscienza - introduce anche l'idea che ciò che si chiama "MALATTIA" non può essere che una forma attenuata di suicidio e, finalmente, la testimonianza parziale di un fallimento dello spirito a raggiungere il suo obiettivo e a pervenire alla piena coscienza di esso. C'è allora un problema di sintassi. il soggetto non ha compiuto il suo progetto che è quello di raggiungere il suo oggetto superando, attraverso il verbo (l'energia) il tragitto da cui è separato. Ed è questo fallimento che genera lo stress. Lo stress è allora l'espressio-ne di una disfunzione della sintassi psicologica. E' chiaro che tutti i comandi del cervello sono dialettici ed operano attraverso coppie di contrari - accelerare o frenare una reazione per esempio. Ora questa dialettica opera anche a livello della coscienza. Claude Sabbah ha stabilito un parallelo tra il funzionamento dell'atomo e quello del cervello. Nell'atomo, se si eccita un elettrone caricandolo di energia, salta da un'orbita interna ad una più esterna, di diametro maggiore e ruota molto più in fretta. Dunque più gli elettroni sono carichi di energia e più essi ruotano su orbite più grandi. Al contrario, se perdono la loro energia, che è convertita in radiazioni, loro ridiscendono verso le orbite più piccole e girano più lenta-mente. Succede la stessa cosa con l'energia cerebrale, dice Claude Sabbah.
SCARICARE IL CERVELLO DALLO STRESS Più energia c'è e più il cervello funziona e più può essere stressato. Bisogna allora scaricarlo del suo stress e, di conseguenza, del suo eccesso d'energia. C'è qui una legge che si chiama INVARIANTE UNIVERSALE. La malattia è uno dei modi per scaricare lo stress; vale a dire dalla pressione psicologica eccessiva. Presso il malato, si può allora non avere più dell'uno per cento del corpo che è stressato invece che il 99% (di quando il pensiero è sempre lì.) Cvlaude Sabbah conclude che allora l'iperstress è abolito e che in termini di sopravvivenza c'è un guadagno. La malattia consuma meno energia dello stress. Ben inteso, Claude Sabbah non vuole dire che si pensa troppo, né che il pensiero è senza importanza. Lui vuol dire che se il pensiero diventa MORBOSO, è sufficiente a creare uno stress abbastanza intenso che può essere somatizzato sotto forma di MALADIT = MALATTIA.
I QUATTRO COMANDI DELLA BIOLOGIA secondo Ryke Geerd Hamer Riprendendo la dimostrazione di Hamer, Claude Sabbah dice allora che il cervello o piuttosto la parte del cervello che comanda l'organizzazione biologica del corpo, ha 4 funzioni: LA PRIMA E' DI FARE MASSA. Essa comanda la formazione di fibromi, dei cancri, dei tumori, ecc) LA SECONDA E' AL CONTRARIO, QUELLA DI FARE ULCERE. Comanda la formazione delle ulcere e di ciò che vuota i tessuti. LA TERZA comanda l'accelerazione o il bloccaggio (toglie l'inibizione) - diarree, incontinenza, sudorazioni, Parkinson, che è un movimento perpetuo. IL QUARTO COMANDO è, al contrario, quello di FRENO O DI BLOCCO: e di conseguenza, le paralisi, le occlusioni, la sclerosi multipla (ASSENZA DI MOVIMENTO, inerzia) Forza è allora, anche se Claude Sabbah lo ignora, constatare che i comandi cerebrali del funzionamento biologico sono organizzati in due paia dialettici contrari, conformi alla sintassi della relatività assoluta, e che essi comandano sia di fare il pieno, sia di fare il vuoto, sia di provocare o accelerare il movimento attraverso l'energia, sia di bloccare il movimento attraverso l'inerzia. LE DUE ORIGINI METAFISICHE del nostro mondo, i 4 comandi della Biologia ed i PROGRAMMI DI SOPRAVVIVENZA Ora, come per azzardo, le due origini che la fisica ci propone come origini possibili del nostro mondo sono l'Infinito vuoto e quantico, che è l'inerzia assoluta del Vuoto infinito, e lo zero di Robertson e di Walzer (soluzione rigorosa di equazioni della relatività) che è di densità e di temperatura infinite e che è, di conseguenza, l'energia infinita del pieno infinito. Del pieno (fare massa) e del Vuoto (fare ulcere), dell'inerzia (bloc-caggio ed immobilità) e dell'energia (disinibizione e movimento). Secondo Ryke Geerd Hamer e Claude Sabbah tutti i programmi biologici di sopravvivenza - ciò che i medici chiamano malattie - sono sviluppati a partire da questi quattro comandi, e ciò non ha nulla di sorprendente poiché tutto il metabolismo del corpo è governato da questi quattro comandi che reggono tutte le azioni e le reazioni chimiche. Non posso, sicuramente, che aderire totalmente a questa asserzione - che mi sembra una semplice evidenza - poiché, secondo la sintas-si della Relatività assoluta, queste quattro funzioni - massa infinita, massa nulla, accelerazione infinita - correlativa all'energia infinta dell'Infinito - sono indissociabili dal soggetto infinito-zero e dell'oggetto infinito-infinito. Vale a dire la sintassi stessa della relatività assoluta, di cui ho dimostrato che essa sola può produrre un cosmo fisico simile al nostro, anche se non è il nostro. Si osserverà che, secondo la relatività assoluta, il cosmo stesso risulta di queste due stessi paia di contrari: pieno e vuoto, energia ed inerzia. Il fatto che si ritrovino queste quattro funzioni della sintassi della relatività assoluta nella biologia non solamente degli esseri che apparvero al nostro prova molto semplicemente che il cosmo dove noi siamo così come quello della relatività assoluta, non possono prevenire, l'uno come l'altro, che la sintassi della relatività assoluta poiché essa regge visibilmente la biologia degli esseri dei due mondi. Allora non solamente la sintassi della Relatività assoluta conforta e convalida la teoria di Hamer, ripresa da Sabbah, ma ancora la teoria di Hamer conforta e convalida la sintassi della relatività assoluta. Claude Sabbah tratta la relazione - sempre dialettica - del contatto e della separazione. Le malattie della pelle come l'eczema, la psoriasi, le allergie cutanee, sono infatti dei programmi biologici di sopravvivenza alla separazione. IL RAGAZZINO, IL GATTO NERO, IL GATTO GRIGIO E IL DISPIACERE (TRISTEZZA) Un ragazzino adora il suo gatto nero. Il gatto cade ammalato. Il veterinario lo opera. Lo riportano a casa. Il ragazzino vuole vederlo. Glielo si vieta. Il gatto dorme. L'indomani mattina, il ragazzino, certo che il veterinario a guarito il suo gatto, va nella stanza dove l'animale riposa. Stupore, dolore e terribile tristezza: il gatto è morto! Il ragazzo è l'oggetto di uno stress acuto di separazione. Precisiamo da parte nostra che questo stress è rigorosamente logico poiché, se lo stress asfissia e uccide il ragazzo, lui raggiungerà il suo gatto nella morte: non avrà più separazione. Per sopprimere lo stress, il cervello risolve il conflitto spingendo il ragazzo a fare allergia al gatto. Lui non può più vedere un gatto senza fare una crisi d'asma, e ben inteso, i sapienti professori dell'Allergologia concluderanno che è allergico al pelo del gatto. Ma, sorpresa, il ragazzo è allergico solo ai gatti neri! E non ai gatti grigi che lo lasciano senza tristezza. LA PAROLA E L'ANTI-ALLERGENE: Evidentemente, la sapiente teoria dei professori si disgrega. Essa crolla come un castello di carta. Il pelo del gatto non ha nulla a che vedere con quest'affare. Sarà piuttosto il colore del pelo che funzionerà come allergene, Tutto l'insegnamento della facoltà è da rivedere. Si insegnano delle pontificali futilità! La prova? Da quando gli abbiamo fatto prendere coscienza della vera origine della sua allergia al ragazzino, attraverso una presa di coscienza, essa finì immediatamente. Più stress è più allergia, finito. Ecco qui che il suo psichismo e la sua psicologia si rimettono a respirare! Cosa straordinaria, la sorella del ragazzino fece un'allergia al pelo del cavallo, sempre secondo le teorie pontificali della facoltà, - molto facoltative - di allergologia. Lei aveva cinque anni quando il suo pony, che adorava, muore. Da allora quando vede un pony, c'è la crisi. Ma il pelo del cavallo non ha nulla a che vedere con tutto questo! Però da quando lei ha preso coscienza della verità, non ha più fatto allergia. La parola è allora un anti-allergene molto superiore ai patch test degli allergologi. In una stupefacente opera, AIE MES AIEUx = ah i miei antenati! la psicoterapeuta Anne Ancelin Schutzenberger dimostra, attraverso diversi esempi, che le malattie, gli incidenti, l'orientamento professionale e il matrimonio stesso sono programmati dall'invisibile memoria degli antenati. Lei chiama tutto questo la " Lealtà familiare inconscia ed invisibile". Il metodo d'investigazione che permette di fare una dimostrazione è molto semplice a dispetto del suo nome complesso: il geno-sociogramma che consiste nel ricercare presso gli antenati gli stessi avvenimenti. Qualche esempio: TALE PADRE, TALE FIGLIO IL gancio DI GHISA IN FUSIONE ED IL DELTAPLANO Ecco qui il caso di un giovane uomo dinamico, sorridente, seducente e sportivo, Marc, 32 anni, celibe e senza bambini, che, ahimè, si ritrova su una sedia a rotelle, ciò non gli impedisce d'altronde di guidare la sua vettura e di fare solo, dei tragitti di più di centinaia di Km. E' sulla carrozzella a causa di una paraplegia contratta in seguito di una caduta al suolo in deltaplano . Aveva dimenticato di attaccare il gancio e all'atterraggio si è ritrovato sul dorso e gravemente ferito. Allorché Anne Ancelin Schutzenberger gli ha parlato del genosociogramma e gli chiede se qualcuno nella sua famiglia, si è mai trovato sulla sedia a rotelle, Marc comincia dicendo NO. Lei insiste. Lui si ricorda che anche suo padre come lui è stato condan-nato sulla sedia a rotelle. Sottolineiamo incidentalmente che la coscienza comincia rifiutando il ricordo che si trova nella memoria inconscia. Ciò che è di fatto stupefacente è che si tratta di un ricordo così notevole ed anche recente che concerne il padre stesso (più vicino di così) della persona interrogata. Il padre era su una sedia a rotelle in seguito ad un incidente. Spostatosi in Germania, durante la guerra, durante il servizio di leva obbligatorio, fu impiegato in una fonderia. Un giorno la sua equipe non aveva potuto recarsi alla fonderia, lui aveva lavorato solo in compagnia di un altro operaio che dimentica di attaccare "le creuset de fonte" il gancio di ghisa, come d'abitudine. Il padre ricevette il liquido di fusione sui piedi. Questo successe in luglio ed il padre aveva 32 anni. Il figlio ha avuto il suo incidente egualmente nel mese di luglio, al compimento dei 32 anni. LA DECAPITAZIONE, LA MINERVA, IL CORDONE OMBELICALE INTORNO AL COLLO E L'ERNIA CERVICALE Ecco qui il caso di Jaqueline, costretta a portare una Minerva - che le sostiene il capo - in seguito ad un incidente di macchina che ha avuto poco tempo dopo la morte della sua nipotina, morta all'età di dieci anni. Curiosamente la sua nipotina era nata con il cordone ombelicale intorno al collo, ciò aveva causato un'asfissia e la bambina è stata per lungo tempo in coma. E' sopravvissuta ma era inferma motoria ed è vissuta nei suoi dieci anni di vita presso un'istituzione specializzata, prima di morire nell'aprile del 1986. Qual è la professione di Jacqueline? Parrucchiera. Jacqueline non ha mai avuti altri bambini dopo aver visto la figlia di sua sorella che era nata con un'ernia cervicale: "Il cervello che sgocciola dalla testa" dice lei. Ognuna delle due sorelle ha assistito al parto dell'altra. Tutte e due hanno avuto un parto difficile ed hanno messo al mondo " un bambino con un grave problema intorno alla testa, dopo la nascita. Le due sorelle si sono sposate lo stesso giorno. Munita di questi insegnamenti, Anne Ancelin Schutzenberger percorse il genosociogramma. Lei constata allora che tris-tris nonni sono degli Armeni d'Armenia. La tris-nonna paterna è stata decapi-tata con due delle sue figlie, data del genocidio: 24 aprile 1915. La nonna paterna, Galina, aveva sette anni quando ha visto la testa di sua madre e delle sue due sorelle, di 13 ed 11 anni, contorcersi per l'orrore e il cervello sgocciolante portato su delle lance dai Turchi. Jacqueline e sua sorella Germana, che hanno avuto, ognuna, un bambino nato con un problema alla testa, si sono sposate lo stesso giorno. Jacqueline è parrucchiera. Lei voleva essere un insegnante di ginnastica ma, la vigilia dell'esame, si è slogata una caviglia e non si è potuta presentare. Ha finalmente scelto di diventare parrucchie-ra come sua madre e suo padre. Ma si, già suo padre e sua madre erano parrucchieri. Come mai un figlio di Galina, lei stessa parrucchiera, la sposa di suo figlio e tre delle sue nipoti sono parrucchieri? IL 24 APRILE E LA PETTINATURA Perché tanti parrucchieri, il cui mestiere è quello di abbellire le steste, nella discendenza di Galina che ha visto la testa di sua madre e delle sue giovani sorelle, sfigurate con il cervello sgocciolante portate sopra una lancia dai Turchi il 24 aprile 1915? Quando è morta la figlia di dieci anni di Jacqueline? Il 24 aprile 1983! Il 68 anniversario del genocidio! La coincidenza colpisce Jacqueline, che non se ne è mai accorta. Anne Anceline conclude - ed io con lei - che tutto passa in questa famiglia come se una misteriosa memoria degli antenati - una memoria collettiva di famiglia - sia stata all'opera per riparare simbolicamente il massacro, attraverso la parrucchiera, per ricordarlo e - ciò che non dice Anna, per perpetuarlo e riprodurlo attraverso le nascite dei nuovi bambini, attraverso uno strangolamento provocato dal cordone ombelicale ed un'ernia cervicale. Ben evidentemente, si può concludere vedendo questi fatti, che la scelta della professione di parrucchiere è una sorta di cultura familiare. Certo! Ma ne si vede chiaramente il significato. Quanto alle nascite drammatiche dei bambini, se esse fanno parte di una cultura familiare, questa cultura è inconscia!! Lei mette in evidenza - una memoria collettiva inconscia, che non è nel cervello poiché è stato fino a qui impossibile scoprire i famosi "engrammi" (le tracce della memoria), a dispetto di un secolo di ricerche- e che non sono evidentemente trasmesse attraverso i geni. Anche l'incidente del deltaplano, riproducente l'identico incidente della fonderia tedesca, non è stato iscritto nei geni di Marco o nella sua memoria: non solamente lui aveva ben preso cura di dimenticare il ricordo, di metterlo in fondo nell'inconscio, ma ancora non è lui che ha impedito al compagno, che non si è dimenticato mai di chiedergli se l'aveva chiuso bene, di venirlo ad aiutare il giorno dell'incidente, dove non è stato attaccato precisa-mente. LA MEMORIA DEGLI ANTENATI IN EREDITA' Tutto succede anche nella piazza di Bod Wilson, Einstein on the beach come se un avvenimento che, paragonabile alla donna di Verlaine, non è mai né completamente lo stesso né completamente un altro, non cessa instancabilmente di riprodurre, in un luogo e in mezzo a personaggi che non sono più gli stessi ma non sono completamente altri, secondo la legge della pansemiotica, dove tutto diventa segno caricato di un significato inconscio destinato alla coscienza che ha per oggetto di descriverlo fino a che la coscienza riesce a comprenderlo e di colpo, riuscire ad evitare la sua tragica ripetizione. Tutto succede come se il senso stesso delle vite delle linee generazionali fosse di pervenire all'intelligenza della memoria, a invertire la memoria, vale a dire il semplice ricordo instancabilmente riproduce e rimescola, con intelligenza, attraverso una semplice presa di coscienza, e di colpo, superare il passato malefico per andare verso un futuro benefico. IL RAGAZZINO E LA LUCERTOLA Si va ancora più lontani di quanto possiamo immaginare. In una sua opera, Anne Ancelin Schutzemberger riporta un avvenimento completamente stupefacente. In una famiglia, i genitori hanno generato in tutte e due le generazioni dei bambini leucemici. Ben inteso, i sapienti cancerologi concludono che la malattia è genetica ed assicurano la coppia che è venuta a consultarli che metteranno al mondo un bambino leucemico. I genitori decidono allora di non fare figli e di adottare un piccolo asiatico. Subito detto, subito fatto. Ma, pochi mesi dopo l'adozione, il bambino fa una leucemia. La memoria degli antenati è trasmessa in un campo ideo-morfogenetico e comportamentale dalla linea dei genitori al campo dei figli anche se adottati! Claude Sabbah riporta il caso di un ragazzino che ha fatto una cancrena del braccio ed è stato necessario amputarglielo, all'altezza della spalla. Per consolare il loro bambino, i genitori gli chiedono cosa gli farebbe piacere ricevere. "Voglio un serpente!" dice il ragazzo. Perché un serpente? Ma si, sicuro, perché il serpente non ha gli altri! Si dice al ragazzo che non può avere un serpente e di scegliere un altro animale. Il ragazzo porta la sua scelta sulla lucertola! Perché una lucertola? Ma perché le lucertole hanno la facoltà di far ricrescere la loro coda allorché viene tagliata. Il bambino si affeziona alla sua lucertola e la lucertola fa lo stesso per il suo piccolo padrone monco. Un affetto così forte che poco tempo dopo, la lucertola fa una cancrena nello stesso arto del suo piccolo padrone ed il veterinario dichiara che bisogna amputarlo. Alla stessa altezza del braccio del ragazzino. L'identificazione tra l'animale e il padrone, vale a dire la potenza del pensiero, dunque dell'immaginario, è stata tale e quale quella che non ha permesso al ragazzo di fare ricrescere il suo braccio, come le lucertole hanno la possibilità di far ricrescere la loro coda, ma quella ha permesso alla lucertola di perdere il suo arto, come il suo padrone. In breve, tutto è passato attraverso un transfert dell'informazione del campo ideomorfogenetico e comportamentale del bambino a quello - individuale - della lucertola, ma non a quella della specie E questo ci permette di porre serie questioni sulle eventuali manipolazioni genetiche degli alimenti e degli animali. PANSEMIOTICA E STORIA Sottolineiamo che questa stessa pansemiotica si applica alla storia, di cui bisognerà stabilire i geno-storiogrammi Si trovano stupefacenti analogie tra i destini di Carlo V e Philppe Petain, di Tremoille e Laval, di Giovanna D'Arco e di Charles De Gaulle, ecc. Quanto alla storia delle relazioni franco-tedesche, di CarloMagno, che unificarono il regno francese (le frank Reich) ed il regno tedesco, durante la guerra dei trenta anni, di Luigi XiV, di Federico di Prussica, della rivoluzione, dei due Napoleoni, del 1870, delle due guerre mondiali - che sono la mondializzazione dei vecchi conflitti europei - all'Unione dell'Europa, sino all0Unione Europea, non sono altro che la ripetizione di un tragico conflitto della separazione e dell'unione, infine superata se non veramente compresa. I PROGRAMMI IDEOLOGICI D'INFORMAZIONE E DELLA MEMORIA Da tutto questo due conclusioni si impongono. La prima - che tocca le memorie e le idee - è che sembra esistere una memoria collettiva - notoriamente familiare - che rimette in discussione, in maniera radicale e stupefacente, il materialismo aristoteliano, secondo il quale è nei neuroni e nei geni, vale a dire nella materia, e porta all'esclusione assoluta di tutte le idee platoniche, dei numerosi Kantiani o dei campi di memoria ideo-morfo-genetici. Ora, evidentemente, se i bambini di Jacqueline e di sua sorella nascono, uno con il cordone ombelicale intorno al collo e l'altro con L'ernia cervicale, non è per un'ipotesi azzardata! L'avvolgimento del cordone che simbolizza lo strangolamento e la decapitazione non è un incidente e l'ernia cervicale non è una malattia: sono dei programmi informatici. E non sono dei programmi biologici ma psico-biologici. Vale a dire dei programmi di memoria non program-mati nel cervello ma olografati nel tessuto stesso dello spazio-tempo, che conserva la memoria cosmica e che ne è l'ordinatore e programmatore, in interazione costante con l'ordinatore cerebrale auto-riflettente che ciascuno di noi ha nel suo cervello. Maladies et maladires; fenomeni et noumènes Bisogna allora capire bene, è che se il nostro cervello può - in unione con il computer cosmico che è il tessuto stesso dello spazio-tempo (in cui le onde elettromagnetiche veicolano l'informazione delle immagini e dei programmi audiovisivi della televisione di cui noi prendiamo coscienza) - ripeto, il cervello può programmare dei programmi biologici di memoria (individuale, familiare, nazionale), come quelli che hanno colpito i bambini di Jacqueline, e dei programmi biologici di sopravvivenza, vale a dire dei « maladires » che gli ignoranti chiamano malattie - lui può certamente depro-grammarle. Lui può deprogrammare perché questi programmi sono degli ologrammi, fissati nei più piccoli punti possibili dei campi ideo-morfo-genetici (videons) dello spazio del computer cosmico - La Memoria della memoria del mondo -, che non sono niente altro che i "noumènes " di Kant e le idee di Platone, di cui noi stessi, tutti gli oggetti e tutti gli avvenimenti del mondo e, finalmente, come diceva Hegel, la storia stessa del mondo non ne siamo altro che l'incarnazione fenomenologica: i fenomeni. I PROGRAMMI DI MEMORIA La prova che si tratta di programma fissato in una memoria esterna al nostro corpo ed al nostro cervello è dimostrata attraverso l'identificazione della piccola lucertola al ragazzino. Se la lucertola perde lo stesso avambraccio del ragazzino, è evidentemente perché il ragazzino voleva un animale senza arti (il serpente), al fine di identificarsi ad un essere capace di vivere normalmente senza membra. Era un modo di fissare il suo Handicap su un essere ancora più handicappato di lui, il serpente privato di tutti gli arti, e di provarsi che si può vivere bene anche senza arti come nel caso dei serpenti. Siccome non può avere il serpente, lui scegli allora una lucertola. Lui sa che la lucertola ha la facoltà di far ricrescere la sua coda? E' possibile ma, se anche l'ignora a livello conscio, il suo inconscio, il surreale, l'ordinatore della memoria del mondo, lui lo sa. E sia ben chiaro, che se il bambino fissa la sua scelta sulla lucertola, non è un caso, è perché quest'animale è capace di superare l'handicap della perdita della sua coda. La lucertola ed il ragazzino si affezionano talmente uno all'altro che, per identificarsi completamente al suo piccolo padrone, la lucertola fa una gangrena dello stesso arto e lo perde. Evidentemente, la lucertola non ha provocato questa gangrena consciamente. Era necessario che il desiderio di identificazione del ragazzino alla sua lucertola - e questo non è iscritto nei geni del ragazzino né in quelli della lucertola - passi attraverso un sistema di trattamento dell'informazione che conosce completamente l'informazione ideologica (l'idea di identificazione del ragazzino alla lucertola e della lucertola al ragazzino) e l'informazione morfica (la memoria delle forme) del piccolo ragazzino e della lucertola. E' necessario allora che questo sistema d'informazione sia un ordinatore capace di trasferire il programma dell'identificazione e delle forme del piccolo ragazzino, fino a che la memoria della perdita del braccio, nel programma informatico dell'identificazione della lucertola al suo padrone e delle forme della lucertola. Nulla di tutto questo è nei geni, è ben chiaro. Perché tutte queste informazioni fossero nei geni, bisognerebbe che essi posseggano in loro stessi, un cervello ancora più potente di quello della lucertola e del ragazzino. Ora, non c'è il benché minimo ordinatore in un gene! Bisogna dunque che i geni e, più generalmente, le cellule siano collegate ad un computer capace di connettere le idee e le forme e ugualmente capace di provocare la gangrena alla lucertola. La gangrena non è allora una malattia ma molto esattamente un programma biologico, generato dal desiderio di identificazione, di cui l'idea, "le mal à dire", e non per un'infezione accidentale, anche se utilizza l'infezione. Ben inteso, la medicina, nei due casi, è stata utile: l'amputazione ha impedito alla gangrena di generalizzarsi. La medicina ha dunque la sua utilità, la sua necessità ed il suo spazio. Ma, ormai, la medicina non può essere totalitaria - ridurre tutto a se stessa, sotto le sue sgrinfie - La "malattia" non può più essere considerata come una malattia nel senso stretto del termine, il potere assoluto della medicina riduzionista è un non senso e posto deve essere fatto alla sintassi pansemiotica della salute. Bisogna ammettere che "le maladire - le cose dette male - è il generatore psicobiologico dei programmi biologici di sopravvivenza che "lo" somatizzano. NOI POSSIAMO DEPROGRAMMARE LES MALADIRES POICHE' SIAMO NOI CHE LI PROGRAMMIAMO Ora, nello stesso modo in cui programmiamo la nostra memoria e la memoria del mondo, nella misura in cui noi pensiamo ed agiamo, noi possiamo sicuramente deprogrammare. Non c'è alcuna fatalità genetica, anzitutto perché i geni non sono la memoria ma semplicemente i risuonatori che collegano le nostre cellule su programmi memorizzati, ne segue che, dialetticamente, ogni pro-grammatore può deprogrammare ciò che è stato programmato: dall'incidente del deltaplano alla psoriasi, dall'ernia cerebrale all'AIDS, dai cancri alle ulcere dello stomaco. Con la riserva, però, di comprendere due cose. La prima è, quando Hamer e Sabbah parlano di programmi biologici di sopravvivenza o di memorie, loro non parlano di "malattie" mediche ma di "maladires" Quando loro aiutano qualcuno a deprogrammare questi programmi, non trattano alcuna malattia e non fanno della medicina. Loro fanno della psico-biologia e né la biologia né la psicologia sono pratiche mediche. E' per questo che io penso che
Hamer ha torto a chiamare tutto questo "Nuova Medicina". Non
è in alcun caso medicina, è psicobiologia, vale a dire
è filosofia della relazione dialettica dei "nuomènes"
(la memoria delle idee) e dei fenomeni (la realizzazione delle idee).
In breve, è filosofia. |