Mal di testa, dolori all'orecchi
e dolori vertebrali da disfunzione cranio-mandibolare
Problema
strutturale .
Si è soliti osservare che mal
di testa, oppure otalgie o dolori al rachide rappresentano uno dei problemi
che difficilmente il medico di base quanto lo specialista del settore
riescono a risolvere in modo definitivo, tanto che il più delle
volte sono classificati come patologie "essenziali".
Cefalee, otalgie e dolori vertebrali possono dipendere, oltre che dalle
possibili cause già note dalle classificazioni, da una disfunzione
del sistema cranio-mandibolare, tanto che sarebbe corretto indagare,
per un inquadramento diagnostico ed una adeguata terapia sul tipo di
occlusione dentale, e ancor più sulla postura mandibolare, da
cui dipende chiaramente il rapporto cranio-mandibolare e quindi la posizione
spaziale della testa.
Riguardo alle cefalee, da molti attribuite in buona percentuale a problematiche
muscolotensive, è evidente che se si considerano i muscoli interessati
dalla tensione in sede cranio-mandibolare questi non saranno altro che
i muscoli della masticazione (temporali, masseteri, pterigoidei).
L'asimmetria del tono di questi muscoli altera facilmente la postura
mandibolare, e questa a sua volta quella della testa, che crea compensi
a livello cervicale e del tronco, proprio lì dove le proiezioni
fronto-temporali e nucali si localizzano più frequentemente nelle
cefalee.
Chiariti tali concetti, l'obiettivo di una terapia mira nel suo complesso
ad un riequilibrio strutturale, riportando le strutture interessate
dalla malposizione in uno stato di postura corretta.
Questo è così vero che un soggetto troverà maggiore
giovamento nell'essere posturato correttamente più che assumere
farmaci analgesici per un problema la cui causa sia quella strutturale,
allo stesso modo sarà opportuno posizionare correttamente la
mandibola e la colonna vertebrale per vedere scomparire molte delle
patologie altrimenti dette essenziali.
Se la mandibola che viene mantenuta in contatto con il mascellare grazie
ai muscoli della masticazione, vede deviato il contatto da quello che
dovrebbe essere l'ideale, e per qualunque ragione avvenga in modo scorretto
per un periodo di tempo notevole (ore/giorni), indipendentemente dalla
volontà o dal sonno o dalla veglia, i muscoli masticatori risultano
contratti, determinando o predisponendo l'insorgenza della cefalea muscolo-tensiva.
Su questo terreno favorevole si possono poi sovrapporre eventi scatenanti
quali lo stress, le mestruazioni, lo sforzo fisico, ecc., che abbassando
la soglia del dolore, ed aumentando la contrazione dei muscoli masticatori
potranno scatenare la crisi cefalalgica.
Ognuna di queste possibili cause, accuratamente cercate all'anamesi,
finiscono così per portare fuori strada il medico, che non cercherà
altre possibili cause, quali quella strutturale.
Per cui spesso, siamo portati a definire malattia psicosomatica uno
stato di cefalea cronica, tale da condurre ad uno scadimento della salute
psichica del paziente, quello che invece è un quadro somatopsichico
sostenuto da un'originaria alterazione strutturale, mai diagnosticata.
Anche la raccolta di altri dati clinici possibile causa di mal di testa
quali l'ipertensione, disturbi ormonali, assunzione di farmaci ed alimenti
particolari, possono talvolta allontanarci dall'esatta diagnosi di cefalea
su base muscolo-tensiva da malposizione mandibolare, giacché
si può essere portati a confondere le concause scatenanti con
la causa effettiva.
Anche l'anamnesi familiare, fa capire che alla base della cefalea muscolo-tensiva,
c'è la stessa conformazione anatomica cranio-mandibolare.
Le otalgie spesso sono la conseguenza di disfunzioni cranio-mandibolari,
che oltre al malposizionamento causano la disfunzione dell'articolazione
temporomandibolare.
Il malposizionamento mandibolare spinge il condilo sull'orecchio portando
così uno stimolo nocivo continuo, che si ripresenta ogni volta
che l'individuo deglutisce, mastica, o chiude comunque la bocca, finendo
per predisporre alla superinfezione ed all'instaurarsi di otiti ricorrenti
e croniche.
Accade però che l'attenzione del medico, del pediatra o dello
specialista ORL, si concentri solo sulla superinfezione; mentre, è
ovvio che, in presenza di una problematica strutturale (dislocazione
posteriore del condilo) la patologia avrà la tendenza a recidivare
ed a cronicizzare, resistendo talvolta con tenacia anche a terapie antibiotiche
ben mirate.
Particolare importanza va data poi al rapporto fra il sistema cranio-mandibolare
e la tuba di Eustachio che decorre in un'area muscolare degli pterigoidei,
che se contratti ed ipertonici impediscono la sua normale funzionalità
che è quella di ventilare l'orecchio medio, altrimenti, insorgerebbe
l'otite.
La funzionalità della tuba è strettamente correlata con
i movimenti mandibolari e con tutta la funzionalità del sistema
cranio-mandibolare stesso. Questo si evidenzia nel movimento di apertura
della bocca, che permette il ripristino all'interno dell'orecchio medio
dell'equilibrio pressorio alterato, ad esempio, per variazioni altimetriche;
in caso di ipertono dei muscoli elevatori, o di dislocamento posteriore
dei condili, può insorgere una ipofunzionalità tubarica
e, al limite, una stenosi tubarica, determinando così alcune
patologie otoiatriche che appunto sono legate alle disfunzioni tubariche.
Anche la respirazione orale e le vegetazioni adenoidee, spesso considerate
causa di otiti croniche e recidivanti, sono spesso in stretto rapporto
con le malocclusioni che favoriscono la respirazione orale stessa.
L'articolazione temporomandibolare e l'orecchio, d'altronde, sono strutture
legate non solo da semplice contiguità anatomica, ma anche da
una comune origine filogenetica: gli ossicini dell'udito derivano da
strutture un tempo deputate a funzioni uditive, ma articolari chiamata
"osso articolare o osso quadrato", progenitrice appunto di
Incudine, Staffa e Martello.
Anche il dolore vertebrale, nella patogenesi del quale sono stati chiamati
in causa i vizi di postura, se da un lato vengono spesso enfatizzati
i ruoli di anomali atteggiamenti legati al lavoro o alle abitudini del
paziente, quasi sempre viene dimenticata l'importanza della postura
della mandibola.
Allo stesso modo, sia la diversa lunghezza degli arti inferiori con
meccanismo "ascendente", sia l'anomala postura del sistema
cranio-mandibolare con meccanismo "discendente", sono in grado
di determinare curve compensatorie nel rachide.
La postura del cranio rispetto alla colonna è determinata da
tre strutture in equilibrio fra loro a costituire una catena cinematica
chiusa: la struttura nucale, quella cranio-mandibolare e quella respiratoria.
La postura della mandibola, che sostiene la struttura respiratoria (che
muscolarmente è l'insieme dei muscoli joidei), che per esigenze
respiratorie deve essere mantenuta in continuo stiramento, è
dunque pienamente coinvolta nella postura del sistema cranio-vertebrale,
anzi il suo ruolo va opportunamente rivalutato in considerazione del
fatto che la mandibola è l'unico elemento macroscopicamente mobile
nel cranio, e viene coinvolta non solo in molte funzioni normali (masticazione)
e patologiche (bruxismo), ma partecipa attivamente anche all'interpretazione
di diversi stati psichici del soggetto, costituendo molto spesso un
indispensabile anello di congiunzione fra lo stress psicofisico ed il
dolore vertebrale.
Se per le ragioni già ricordate (scheletriche, dentarie, ecc.)
la mandibola è costretta ad assumere a bocca chiusa una posizione
spaziale scorretta (protrusa, retrusa e deviata), ciò causerà
necessariamente atteggiamenti compensatori a livello del rachide.
E' chiaro però che questi diversi atteggiamenti della colonna
comportano un'attività molto accentuata e pressoché costante
dei muscoli della colonna, ed una malposizione degli elementi vertebrali
fra loro, il che, oltre a preludere più gravi patologie degenerative
e compressive, è facilmente responsabile della sintomatologia
dolorosa a livello del rachide, che va così ad integrare il corredo
di sintomi otologici e cefalgici già descritti.
Quando si sospetta una disfunzione del sistema cranio-mandibolo-vertebrale,
è necessario procedere ad un accurato esame del paziente.
La terapia è rivolta a ricercare la posizione terapeutica della
mandibola, in cui l'intera struttura cranio-mandibolo-vertebrale prima
in disfunzione, possa poi assestarsi in una posizione corretta.
Lo specialista da consultare fra gli altri, per queste sintomatologie
o patologie, è l'Odontoiatra esperto, che potrà dirimere
ogni dubbio diagnostico riguardo alla presenza o meno di una disfunzione
cranio-mandibolo-vertebrale.
Dott.
A. Bernardis
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