Clonazione Umana: speranza o terrore?


Ecco: ci siamo. Se qualcuno desiderava essere testimone di un evento storico decisivo, può essere soddisfatto, perché questo agosto 2004 passerà alla storia ma con una brutta, pessima motivazione.

È, per capirci, del tutto analogo all’agosto 1945, il mese in cui due bombe atomiche cancellarono decine di migliaia di giapponesi con la allucinata rapidità del bagliore esplosivo.

In Inghilterra è stata legalizzata la clonazione di cellule umane.

Queste poche parole esprimono molto di più di quanto in effetti dicono; se cercassi una frase ad effetto direi che è stato aperto il vaso di Pandora. Sarò più sobrio, e mi limito a dire che i soliti esperti hanno ottenuto un ulteriore, fondamentale successo per la devastazione morale e materiale di questa infelice umanità.

Troppo pessimista? Troppo catastrofista?

Gli scienziati (ah! che uomini sublimi sono gli scienziati!…) giurano che le ricerche saranno discrete, limitate, in punta di piedi: si lavorerà con le cellule umane solo quel pochino che serve per trovare tante belle medicine per i poveretti che soffrono di malattie fino ad ora incurabili.

Dunque, chi mai potrebbe essere contrario ad uno scopo così nobile e giusto?

Chi sarebbe così crudele da negare una luminosa speranza ai malati?

Dunque, via libera alla crociata dei clonatori! E chi si oppone o chi dubita è un ottuso fondamentalista.

No: le cose non stanno per niente così e tutte le paure di chi obietta sono ragionevoli e legittime.

Bertolt Brecht diceva che quando lo stato si prepara a chiedere ai propri sudditi di farsi ammazzare si fa chiamare patria. Oggi direi che quando la scienza desidera avere mano libera e carta bianca su ciò che riguarda l’essenza della vita si fa chiamare medicina filantropica.

Non occorre troppa malizia per capire la portata gigantesca degli interessi economici che gravitano attorno alle ricerche sulla clonazione; è l’Eldorado della genetica, la terra promessa ancora vergine e disponibile agli assalti dei nuovi conquistadores che imporranno priorità e possessi su complesse realtà prodotto dell’evoluzione nel corso di milioni di anni, con la stessa ferocia e avidità con cui gli spagnoli di Cortez e Pizzarro devastarono i reami inca , maya e aztechi.

È stata aperta – inutile nascondercelo – una caccia al tesoro le cui leggi sono così vaghe, incerte, mutevoli da dimostrare la loro inconsistenza. E poi, chi controllerà efficacemente che le regole siano rispettate? Verrà costituita una specie di gendarmeria di laboratorio o dovremo fidarci ancora una volta della parola dei ricercatori che, bontà loro, si autocontrolleranno?

E ancora: quanto costerà un medicinale ottenuto con mezzi così sofisticati? Quanto ricadranno economicamente sul prezzo finale del farmaco i costi di ricerca?

Ammettiamo pure che si arriverà a realizzare una medicina per il diabete: è moralmente accettabile che vengano guariti solo i diabetici ricchi che potranno pagare la cura?

E tutti i milioni di diabetici indigenti, nullatenenti, poveri, terzomondisti è moralmente giusto che siano condannati a soffrire e a morire come accade da sempre?

La lobby farmaceutica non permetterà mai che un business da miliardi di dollari abbia niente a che fare con la morale: esempi recenti ce lo dimostrano senza dubbio: i paesi poveri devono pagare come i più ricchi o devono rassegnarsi a registrare tassi di mortalità speventosi.

E poi – lo sappiamo bene, non facciamo finta di ignorarlo – le ricerche sulla clonazione umana avranno ben altri sbocchi oltre quello “ufficiale” che deve farcela amare.

La clonazione umana sarà un’arma in più negli arsenali delle potenze guerrafondaie (penso, in primis, a Stati Uniti e Gran Bretagna); porterà ad ordigni inimmaginabili, come “bombe etniche” che uccideranno solo appartenenti a certe tipologie genetiche.

Oppure queste sublimi ricerche verranno utilizzate per creare un tipo umano docile, facilmente influenzabile, mansueto: il cittadino ideale per ogni governo di questa terra.

Non sono fantasie pessimistiche: voltatevi indietro, considerate gli ultimi cento anni della scienza e vedrete facilmente che questa è la modalità con cui pensano e agiscono i nuovi scienziati: non esiste una sola innovazione tecnico-scientifica che non sia stata impiegata in qualche modo per scopi militari.

E non dimentichiamo che anche la bomba atomica venne presentata all’opinione pubblica come una piccola seccatura accessoria e che il vero, fiero lavoro degli scienziati americani era stato tutto consacrato allo sviluppo di una fonte di energia inesauribile che avrebbe portato libertà e ricchezza a tutti i popoli…

Menzogne stomachevoli.

E oggi si vuole ripetere il giochetto, contando sulla apatica rassegnazione delle masse, sull’effetto snervante del caldo d’agosto che spinge la gente (già così poco attiva e attenta) al mare e a trascurare questa drammatica dannata notizia come una bizzarra curiosità da gossip di spiaggia.

Una gran brutta notizia, questa dell’agosto 2004: un altro pesante macigno che viene ad aumentare la mole della immensa prigione che è diventata questa nostra terra.

Ma voglio continuare a sperare.

In fondo, ad ogni prigioniero è riconosciuto il diritto naturale a tentare di fuggire.

Paolo Cortesi (Nexusitalia)