Rudolf Steiner
e l'antroposofia - La vita e le opere
Il testo che segue è tratto dal libro: "Rudolf
Steiner e l'Antroposofia"
(testo
di Frans Carlgren, traduzione di Mario Betti)
Ed. del Goetheanum, Libera Università di Scienza dello spirito, Dornach,/Svizzera
PRIMO PERIODO
1861-1889 |
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Rudolf Steiner descrive
nella sua autobiografia come, durante questo periodo, il destino
gli donasse ciò di cui aveva bisogno per il suo sviluppo. Egli
era in grado di eseguire spontaneamente, per impulso proprio,
quanto la vita gli richiedeva.
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1. L'nfanzia |
Rudolf Steiner, figlio
di un impiegato delle Ferrovie Meridionali Austriache, nacque
il 27 febbraio 1861 a Kraljevec, presso la frontiera austro-ungarica.
Nonostante molti trasferimenti, I'ambiente immediato della sua
infanzia rimase sempre lo stesso: I'edificio di una stazione
con i relativi binari. La paga del padre era bassa, e i bambini
dovevano contribuire al mantenimento della famiglia aiutando
nelle faccende domestiche, nei lavori di giardinaggio, e sul
campo di patate. Il piccolo Rudolf partecipava attivamente anche
alla vita della stazione. Imparò presto a telegrafare. Crebbe
così in un ambiente che stimolava alla prontezza e all'abilita
nella vita pratica. I dintorni erano ameni e nello stesso tempo
maestosi: prati e boschi nelle vicinanze, e in lontananza le
cime nevose delle Alpi. I rapporti giornalieri con i semplici
e bonari abitanti del luogo, il crescere immediato in un vigoroso
dialetto ed il vivere intensamente la vita della natura nei
ritmi dei giorni e delle stagioni, contribuì a risvegliare nel
fanciullo una forte anima e un'attiva ricettività interiore.
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2. L'esperienza decisiva |
Steiner aveva circa sette
anni, quando, come lui stesso racconterà più tardi, ebbe una
esperienza decisiva. Gli si avvicinarono le prime sottili impressioni
di un mondo che non è quello terreno, che però si può «udire»
e «vedere» anche se con occhi ed orecchi diversi da quelli «fisici».
Da questo momento in poi il fanciullo fu a contatto non soltanto
con gli alberi e le pietre, ma anche con gli esseri spirituali
celati dietro ad essi, che a lui si rivelavano, non su un piano
fisico, ma in uno «spazio animico interiore». Il piccolo sentiva
che simili cose non sarebbero state comprese dal suo ambiente
e seppe non farne parola ad alcuno.
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3. A scuola |
Rudolf Steiner trascorre
quasi trasognato i primi anni di scuola, mentre le lezioni lo
interessano appena.
Il padre ha l'idea fissa che il figlio debba diventare ingegnere
ferroviario, e, a questo fine, lo invierà alla «Realschule»
(Scuola Tecnica) di Wiener Neustadt, dove il ragazzo verrà accettato
soprattutto grazie alle sue doti di disegnatore. Riceverà così
una istruzione di carattere eminentemente scientifico.
Un suo primo risveglio intellettuale avvenne quando, nella relazione
annuale della scuola, trovò un articolo su atomi e molecole.
Per comprendere questo articolo dovette leggere altre pubblicazioni
scientifiche e, col dare lezioni private ai compagni di scuola,
ebbe modo di rifarsi di tutto quello che aveva perduto durante
i primi anni. Divenne presto il migliore allievo, cioè quello
che sulla pagella riportava sempre i voti migliori.
A 14 anni, approfittando del poco tempo libero a disposizione,
cominciò a studiare fervidamente filosofia (Steiner stesso scriverà
più tardi di aver letto certe pagine della «Critica della ragione
pura» di Kant per più di venti volte). Però, che gli rimase
sempre difficile assimilare certe cose della vita esteriore,
lo dimostra anche il fatto che la sua ortografia, nonostante
l'età, era ancora molto imperfetta. Al contrario, lo sviluppo
dei temi gli riusciva talmente facile che scriveva sempre per
alcuni dei suoi compagni prima di pensare al suo proprio compito.
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4. Estate 1879 - l'esame
di maturità
5. Importanti incontri |
Nell'estate 1879, superò
l'esame di maturità con lode.
Steiner non aveva ancora potuto parlare apertamente delle sue
esperienze nel mondo spirituale fino a quando, nello stesso
anno, fece la conoscenza di un semplice erborista. La devota,
ingenua e profonda saggezza naturale che viveva in quell'uomo,
permise a Steiner di scorgere una conoscenza spirituale istintiva,
che aveva continuato a vivere nel silenzio attraverso secoli
senza essere stata sfiorata dalla civiltà moderna.
«Con lui era possibile parlare del mondo spirituale come con
qualcuno che ne aveva diretta esperienza». Rudolf Steiner scrive
che, tramite lui, conobbe quel «maestro spirituale» sconosciuto
dal mondo: un uomo di semplice professione che gli dette profondi
impulsi per la sua vita, tra cui anche quello di penetrare a
fondo la mentalità materialistico-scientifica del tempo.
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6. Autunno 1879 - studente all'Istituto
Tecnico Superiore di Vienna |
Nell'autunno 1879 Steiner
si iscrive all'lstituto Tecnico Superiore di Vienna dove studierà,
fra l'altro, biologia, chimica e fisica. Specialmente quest'ultima
materia influenzerà profondamente la sua evoluzione interiore,
e, nello stesso tempo, lo porrà di fronte a difficili enigmi.
Allora non esisteva ancora la fisica atomica, ma era già stato
adottato il metodo di osservazione che in essa avrebbe sfociato.
I fisici consideravano come naturale che il mondo esteriore
fisico, in fondo, altro non fosse che il risultato dei movimenti
di particelle infinitamente piccole.
Rudolf Steiner si gettò in questa concezione del mondo completamento
scevro di pregiudizi; e questo procuro al suo pensiero enormi
difficoltà, poiché tale concezione del mondo era in grado di
spiegare tutto senza l'aiuto di alcunché di «soprasensibile».
Ma l'azione di forze soprasensibili, specialmente nel campo
della vita organica, era per lui un dato di fatto che gli veniva
continuamente riconfermato attraverso l'osservazione empirica.
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7. Studi goethiani |
Steiner non riusciva
a trovare un ponte tra le scienze naturali, come venivano insegnate
nelle università, e la visione spirituale che sperimentava nell'intimo
della sua anima. Attraverso Karl Julius Schröer, suo professore
di storia della letteratura, ebbe occasione di conoscere, per
la prima volta, Goethe come poeta. Grazie ai precedenti studi
di ottica, botanica e anatomia, effettuati durante il tempo
libero, arrivò anche a «scoprire» Goethe come scienziato. A
poco a poco crebbe in lui la convinzione che la scienza moderna,
negatrice dello spirito, può solamente afferrare ciò che nella
natura è morto; mai l'elemento vitale. Egli vide anche come
Goethe, nei suoi scritti scientifici, avesse mostrato una via
all'indagine dell'organico e quindi anche un ponte tra la natura
e lo spirito. Avrebbe trattato volentieri un qualsiasi argomento
scientifico nel senso di Goethe. Ma la vita gliene negava il
tempo. Rudolf Steiner era un povero studente che si doveva mantenere
con lezioni private.
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8. Collaborazione all'edizione nazionale
delle opere scientifiche di Goethe |
Nel 1885, da parte del
Prof. J. Kürschner, lo raggiunse l'invito a curare l'edizione
delle opere scientifiche di Goethe per la «Letteratura Nazionale
Tedesca». Era stato lo Schröer a raccomandare il ventiduenne
Steiner per questo vasto compito. L'invito offrì la possibilità
al giovane studente di approfondire notevolmente i suoi studi
scientifici. Tuttavia dovette proseguire nel suo lavoro pedagogico
per guadagnarsi da vivere.
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9. La sua attività di educatore |
Nel 1884, terminati gli
studi, occupò un posto di educatore presso una famiglia di commercianti
viennesi. Il suo allievo, che era affetto da idrocefalia,
aveva dieci anni, ed era talmente ritardato nel suo sviluppo
intellettuale che si dubitava seriamente di poterlo educare.
Attraverso un lavoro pieno di dedizione, Rudolf Steiner lo porto
così avanti che il ragazzo poté essere accettato al ginnasio,
tra compagni della sua stessa età. Diventò poi medico e cadde
nella prima guerra mondiale. Dopo aver portato a termine con
successo questo delicato e veramente difficile compito, che
era durato sei anni, Steiner fu in grado di porre le basi di
quella antropologia pratica che sempre di nuovo troveremo nella
sua opera (quando ad esempio, creerà una nuova pedagogia). Così
racconta Rudolf Steiner: «Allora feci i miei veri e propri studi
di fisiologia e di psicologia».
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SECONDO
PERIODO 1890-1896 |
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Durante questi anni Rudolf Steiner
scoprì che mai il mondo esterno avrebbe potuto dargli quanto
egli cercava dal più profondo dell' anima. Dovette imparare
attraverso sforzi interiori a raggiungere in sé stesso l'armonia
tra «volere» e «dovere». Il tempo dell' infanzia e della giovinezza
era ormai finito.
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1. Collaborazione alla «Sophien-Ausgabe»
2. 1890, trasferimento a Weimar
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Nel 1889 lo raggiunse l'invito
a collaborare alla grande edizione delle opere di Goethe allora
appena iniziata (chiamata edizione della Granduchessa Sofia).
Sempre nel 1889, dopo una lunga visita per stabilire le premesse
del suo lavoro, si trasferì a Weimar come collaboratore all'archivio
goethiano, allora di recente fondazione.
Per Rudolf Steiner cominciò cosi una nuova vita.
I continui, spesso profondi rapporti con poeti, filologi, artisti
ed altre personalità del mondo della cultura, accrebbero la
sua conoscenza degli uomini e di sé stesso. Diventò ancora più
consapevole della peculiarità della propria natura animica.
«Nei momenti in cui mi isolavo, sentivo sempre di più che solo
un mondo mi era familiare: quello spirituale che vedevo in me.
Con quel mondo potevo facilmente unirmi. Spesso mi dicevo, seguendo
il corso dei miei pensieri, quanto mi fosse stato difficile,
durante tutta la mia infanzia e la mia giovinezza, I'accesso
al mondo esteriore mediante i sensi».
Al contrario, l'attività del pensiero gli era facile; era quello
il suo vero e proprio elemento: «...Senza il minimo sforzo,
ero in grado di afferrare spiritualmente grandi connessioni
scientifiche...» All'archivio di Goethe, le sue non comuni capacità
di ricerca venivano incontestabilmente riconosciute. Bisogna
pensare alla sua superiorità nell'esperienza spirituale, non
ad una sua inferiorità in campo scientifico, quando Rudolf Steiner,
con modestia, confessa ne «La mia vita» le difficoltà del proprio
lavoro all'archivio: «Ho sempre durato molta fatica ad imprimere
nella memoria quei dati che è necessario conoscere nell'ambito
della scienza. Dovevo vedere più volte un oggetto per ricordarmi
il suo nome, a quale classe esso appartenesse, ecc. ecc. Posso
dire che il mondo dei sensi aveva per me carattere d'ombra,
di mere immagini che vedevo scorrere davanti alla mia anima,
mentre il mio rapporto con lo spirito aveva assolutamente carattere
di realtà».
Rudolf Steiner racconta come, in alcune parti, le sue edizioni
dovessero lasciar intravedere questo fatto. Afferma energicamente
che se le sue edizioni erano diverse da quelle dei colleghi,
ciò dipendeva dal fatto che egli le voleva diverse.
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3. Principi e scopi delle sue edizioni
di Goethe |
La maggior parte degli studiosi
dell'archivio rappresentava, nel suo ufficio, la medesima concezione
di quanti pubblicano opere scientifiche. Per questi studiosi
si trattava esclusivamente di curare un testo attendibile, di
eliminare passaggi errati, di classificare varianti, ecc. Per
Rudolf Steiner tutto ciò non costituiva che un semplice apparato
preparatorio. Egli voleva, per mezzo di quella edizione delle
opere scientifiche di Goethe, portare un contributo alle discussioni
scientifiche dell'epoca.
Si era proposto di presentare la concezione goethiana come un
tutto, e i suoi ampi commenti si levavano spesso contro certe
teorie tradizionali.
«Da essi doveva risultare come il metodo goethiano di ricerca
e di pensiero, per la sua ampiezza e per la capacità di penetrare
spiritualmente nelle cose, fosse giunto a molte scoperte nei
diversi rami della scienza. Per me non era importante esporre
queste singole scoperte come tali, ma volevo mostrare che esse,
come i fiori da una pianta, risultavano da una concezione della
natura conforme allo spirito».
Ciò a cui Rudolf Steiner, dal più profondo del suo essere, in
realtà anelava, cioé un rinnovamento della cultura nello spirito
di Goethe, non fu compreso se non da un piccolo numero di collaboratori.
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4. Problemi vitali |
In alcuni dei suoi colleghi
non trovò che basso spirito di congrega, mancanza di più profondi
interessi umani generali e, non di rado, meschinerie che lo
ferivano e lo angustiavano. Si accorse che a Weimar non si voleva
rinnovare, bensì conservare. Lui, che un anno e mezzo prima
aveva messo piede nella città di Goethe con le più grandi speranze,
dovette già scrivere in una lettera del maggio 1891: «La vita
e le attività di Weimar, la città delle mummie classiche, mi
lasciano indifferente e freddo».
In quel periodo scopri che l'unica cosa cui egli veramente anelava
nella sua vita, era in fondo questa: penetrare sempre più profondamente
nel mondo dello spirito. Ma lo stesso Goethe, il realista che
massimamente possedeva il senso per le piccolezze e per i compiti
terreni, gli diventò modello di perseveranza.
Così Rudolf Steiner continuò il suo lavoro.
Tuttavia, accanto alle contrarietà, la ricca vita sociale di
Weimar gli procurò anche molte ore indimenticabili.
Con gli amici poteva parlare di qualsiasi argomento, ma non
della sua conoscienza soprasensibile.
Se voleva comunicare ad altri quella conoscenza, doveva prendere
un'altra strada.
Per Rudolf Steiner, mostrare la via che dal mondo del pensiero
guida al mondo soprasensibile, non significava prendere una
via indiretta. Al contrario: «Secondo me era necessario riconoscere
che il giusto sentiero verso il mondo spirituale è quello che
in primo luogo conduce all'esperienza delle idee pure».
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5. Opere filosofiche |
Così nacquero i suoi scritti
filosofici.
Già nel 1886, a Vienna, Rudolf Steiner aveva pubblicato il suo
primo libro: «Basi di una teoria della conoscenza della concezione
goethiana del mondo». Nella stessa città scrisse una dissertazione
sul problema della gnoseologia, in cui tentò audacemente di
farla finita una volta per tutte con la teoria kantiana. Grazie
a questo lavoro conseguì la laurea nell'ottobre del 1891. Dopo
avervi aggiunto una prefazione e una appendice pubblicò il tutto,
nello stesso anno, sotto il titolo: «Verità e Scienza».
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6. «La filosofia della liberta» |
Attraverso questi lavori lo Steiner
si era preparato, interiormente ed esteriormente, alla sua principale
opera filosofica: «La filosofia della liberta» (1894). La prima
edizione aveva come sottotitolo: «Risultati di osservazione
animica secondo il metodo delle scienze naturali». Steiner voleva
rendere fertile in campo filosofico l'acutezza di osservazione
della scienza e, a questo fine, ne cambiò l'orientamento col
dirigerla verso il mondo interiore. Egli mostrò come l'uomo,
quando adopera la forza di pensiero necessaria, riesca a superare,
con l'esatta percezione di idee pure, «libere da ogni carattere
sensoriale», i limiti della conoscenza imposti dai teorici e
a diventare libero cittadino di un mondo ideale-spirituale.
Altri libri seguirono: «Frederico Nietzsche, lottatore contro
il suo tempo» (1895) e «La concezione goethiana del mondo» (1897).
Anche queste opere miravano allo stesso fine delle precedenti.
I libri di Steiner erano frutto delle poche ore libere. Durante
il suo soggiorno a Weimar, oltre ai lavori sulle opere scientifiche
di Goethe, ne aveva iniziati anche altri: I'edizione delle opere
di Schopenhauer e di Jean Paul per la casa editrice Cotta, alle
quali premise introduzioni biografiche e storico-letterarie.
Si potrebbe ora pensare, viste queste occupazioni secondarie,
che il compito principale di Steiner, quello all'Archivio di
Goethe, ne venisse a soffrire. Ma non era così, poiché il suo
lavoro, che terminò nel 1896, fu sempre compiuto con grande
cura.
Nella relazione annuale per il 1897 della «Goethe-Gesellschaft»
si può leggere quanto segue: «Ciò che Rudolf Steiner ha fatto,
unendo felicemente le sue capacità critiche e creative, ha ricevuto
la piena approvazione di tutti gli intenditori. Ai suoi sforzi
costanti e disinteressati è dovuta una grande quantità di documenti,
ordinati con metodo e diligenza, i quali assicurano a Goethe,
come uomo di scienza, un maggiore e più alto riconoscimento».
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7. 'Svolta della vita' - 1896 |
All'età di 35 anni circa,
poco prima della sua partenza da Weimar e indipendentemente
da ogni circostanza esteriore, nella vita di Rudolf Steiner
si verificò un cambiamento decisivo.
«Un interesse, mai provato prima, per ciò che è sensibile, percettibile,
si destò in me. Assunsero importanza alcuni particolari cui
prima non avevo prestato debita attenzione. Ebbi l'impressione
che il mondo sensibile avesse qualcosa da svelarmi, qualche
cosa che esso soltanto potesse svelarmi. Entrai così, per la
precisione e la forza dell'osservazione compiuta mediante i
sensi, in un dominio sino allora sconosciuto».
La nuova facoltà si ripercosse fortemente sulle sue esperienze
spirituali. «Quando si osserva il mondo fisico si esce completamente
da se stessi. Proprio per questo si può ritornare nel mondo
spirituale con accresciuta penetrazione».
Da anni Steiner era solito praticare la meditazione. Intensificò
ora notevolmente quella pratica. Si sviluppò in lui «la coscienza
di un uomo spirituale interiore che può svilupparsi nella natura
umana e che, liberato totalmente dall'organismo fisico, può
vivere, percepire, muoversi nel mondo spirituale. Questo uomo
spirituale autonomo entrò nella mia esperienza per effetto della
meditazione».
Rudolf Steiner acquistò così il diritto di dirsi cittadino di
due mondi, il fisico e lo spirituale.
Ma con ogni diritto crescono anche i doveri.
Con ciò si apre nella sua vita un periodo in cui lo sviluppo
non si effettua più, come prima, attraverso una successione
di eventi che lo dirigono, in un certo senso, dal di fuori.
Ci troviamo, ora, davanti ad un uomo che in ogni rapporto, sia
interiore che esteriore, assume l'intera responsabilità del
suo destino e dei suoi atti. |
TERZO
PERIODO 1897-1902 |
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Dopo la partenza da Weimar,
Rudolf Steiner entrò nel periodo più difficile della sua vita.
«Le forze che determinavano il mio destino esteriore non potevano
più, come prima, formare una unità con le direttive interiori
che risultavano dalle mie esperienze nel mondo spirituale».
Le sue aspirazioni cozzavano violentemente contro quanto gli
veniva incontro dal mondo esteriore. Negli ultimi anni del secolo
incontrerà queste due forze come potenze nemiche. Questo conflitto
minacciò seriamente la sua esistenza, sia esteriore che interiore.
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1. Si deve ammutolire? |
Nel corso degli anni novanta
Rudolf Steiner ebbe un'esperienza caratteristica per la sua
nuova situazione. Un fisico molto conosciuto, che coltivava
un grande interesse per la concezione goethiana della natura,
gli disse durante una conversazione: «L'idea che Goethe ha dei
colori è tale che la fisica non sa che farsene». Steiner racconta
che alla fine della conversazione «ammutolì». Allora dovette
dirsi spesso che, quanto per lui era Verità, «è tale che il
pensiero attuale non sa che farsene». «Si deve ammutolire?»
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2. Berlino 1897
3. Difficoltà |
Rudolf Steiner decise «di
dire tutto ciò che fosse possibile dire». Fu così che, nell'estate
del 1897, si stabilì a Berlino quale editore del «Magazin für
Literatur». Il «Magazin» era una nota rivista letteraria; ma
presto gli causò grandi fastidi. Gli abbonati erano poco numerosi.
Per cercare di aumentarne la cerchia, bisognava imporsi un'attività
utile a quel fine. E Steiner si inserì nella «Libera Società
di Letteratura». Così, da scrittore e da conferenziere, entrò
in relazione con giovani scrittori tedeschi, che si riunivano
intorno a personalità ben conosciute, come Otto E. Hartleben,
Frank Wedekind e Paul Scheerbarth. La collaborazione con costoro
gli fu difficile. A quegli artisti di particolarissima natura,
spesso bizzarra, dava l'impressione di essere un estraneo. Hartleben,
che divideva con lui la direzione del «Magazin», moltiplicava
le difficoltà per le irregolarità del suo lavoro.
Steiner scriveva tutto ciò che stimava necessario sugli eventi
del tempo, a cui si dedicava intensamente.
Ma dalla rivista, che non prosperava, non ricavava di che vivere.
E non era possibile fare niente per divulgarla.
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4. La prova dell'anima |
Ai disagi materiali si unirono
per di più quelle esperienze interiori che da Rudolf Steiner
ne «La mia vita» furono definite «la prova dell'anima» e descritte
con commovente efficacia.
Fin da fanciullo sentì come suo compito il conoscere a fondo
il pensiero scientifico-materialista, per poterlo trasformare
«dal di dentro». Verso la fine del secolo vide quanto mai chiaramente
che l'attività del pensare, se viene sperimentata nel soprasensibile,
non è un astratto gioco di concetti, ma un vero rapporto con
una vivente essenzialità.
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5. La via di Rudolf Steiner alla conoscenza
del Cristo |
Fu in quell'epoca che Steiner
incontrò nel mondo dello spirito quelle potenze demoniache che
dalla conoscenza della natura non vogliono portare alla visione
dello spirito, ma fanno del pensiero un meccanismo. «Per quelle
entità è assolutamente vero che il mondo è una macchina». Rudolf
Steiner caratterizzerà più tardi questi esseri come arimanici,
come servitori di Arimane.
Doveva ora condurre in piena consapevolezza una dura lotta interiore:
«Dovetti salvare la mia vista spirituale tra le tempeste che
si svolsero nella mia anima». «Durante tali prove, riuscii ad
andare avanti solo evocando in me, con la mia vista interiore,
lo sviluppo del cristianesimo». Rudolf Steiner indica con queste
parole l'avvenimento più importante della sua vita.
Da fanciullo, Steiner aveva servito la Messa nella chiesa del
villaggio. Il culto cattolico fu per lui una profonda esperienza.
Ma la sua infantile devozione non aveva nulla di confessionale.
Il catechismo non ebbe presa sulla sua anima. Il padre era un
«libero pensatore» e non si diede cura di fargli fare la prima
comunione.
Negli ultimi anni dell'Ottocento, la grande sete di conoscenza
diresse Steiner verso alcune concezioni che non erano quelle
delle confessioni religiose, il cui insegnamento ufficiale «concerne
un mondo dell'aldilà che l'uomo non può raggiungere sviluppando
le proprie forze spirituali. Ciò che la religione insegna, ciò
che essa dà come legge morale, proviene da rivelazioni esterne
all'uomo. A questo si opponeva la mia concezione dello spirito
con l'affermazione che il mondo spirituale è altrettanto percepibile
quanto il mondo che si manifesta ai sensi. E vi si opponeva
anche il mio principio di individualismo etico, per cui la morale
non va ricevuta dall'esterno, sotto forma di legge, ma deriva
dallo sviluppo dell'entità animico-spirituale dell'uomo, in
cui vive un elemento divino». «Non riuscii a trovare il cristianesimo
che cercavo in nessuna delle confessioni esistenti. Così che,
dopo dure lotte animiche, dovetti immergermi io stesso nel cristianesimo,
e precisamente in quel mondo soprasensibile, nel quale lo spirito
stesso ne parla.»
E trovò ciò che cercava.
La via di Rudolf Steiner verso la conoscenza del Cristo, lo
guidò verso quella travolgente esperienza a cui accenna, con
semplici e modeste parole, nella sua autobiografia: «L'essermi
trovato davanti al Mistero del Golgota in un solenne momento
di conoscenza interiore fu l'avvenimento più importante per
l'evoluzione della mia anima». Diversi anni più tardi, quando
dovette sopportare altre difficili prove, tra cui anche la distruzione
del Goetheanum, parlò di quegli anni tra il 1897 e il 1900,
come dell'epoca in cui visse la sua «prova più cruciale». Si
può anche definire questa sua esperienza con una frase, che
poi ritroveremo in uno dei suoi drammi-mistero: aveva attraversato
la «porta dell'iniziazione». Sia i documenti storici che l'indagine
spirituale dello stesso Steiner, testimoniano che simili esperienze
interiori corrispondono a quanto veniva sperimentato nei centri
di misteri precristiani. Il neofita doveva prepararsi all'iniziazione
attraverso una vita meditativa e cerimonie religiose che si
svolgevano in luoghi tranquilli, nella pace raccolta di un tempio.
Il vero e proprio atto iniziatico era un rito che avveniva nel
più rigoroso distacco dal mondo esteriore. La preparazione di
Rudolf Steiner ebbe luogo fra gravi disagi materiali, estenuanti
occupazioni professionali, relazioni umane difficili, nel trambusto
di una immensa città moderna.
Impegnato in una durissima lotta per la vita, doveva edificare
in se stesso il tempio nel cui silenzio si svolgevano drammi
di cui comunemente non si ha alcuna idea. La sua via evolutiva
rispondeva completamente alle esigenze e alle condizioni della
nostra epoca.
Alla fine del settembre 1900 poté far passare la sua rivista
in altre mani. E diede inizio ad una libera attività di scrittore
e conferenziere.
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6. Attività di conferenziere |
A Berlino, Steiner tenne conferenze
d'ogni genere, alcune delle quali nell'Università Popolare fondata
da Liebknecht. Presiedé anche alle riunioni di diverse società
scientifiche, in particolare a quelle dell'Associazione Giordano
Bruno e a quelle di un gruppo di giovani scrittori d'avanguardia,
di artisti e di ricercatori, che si erano riuniti sotto l'appellativo:
«Die Kommenden».
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7. «Le concezioni del mondo e della
vita nel XIX secolo»
8. Conferenze per teosofi 1900-1902 |
Durante tale periodo Steiner
scrisse, fra l'altro, un libro intitolato: «Le concezioni del
mondo e della vita nel XIX secolo». In quel libro descrive l'evoluzione
della filosofia dall'epoca di Goethe e di Kant sino alla svolta
fra il XIX e il XX secolo.
Nel 1914 lo completò, delineando la storia della filosofia dai
pensatori ionici sino a Einstein e alla teoria einsteiniana
della relatività. L'opera ebbe un nuovo titolo: «Gli enigmi
della filosofia». Nel medesimo giorno in cui si concludeva la
vendita del «Magazin», Rudolf Steiner tenne, a Berlino, in casa
del Conte Brockdorff una conferenza su Nietzsche, allora morto.
Come egli stesso scriverà più tardi, notò che nell'uditorio
alcune persone mostravano vivo interesse per il mondo spirituale.
Fu invitato a tornare.
La settimana dopo tornò, e tenne una conferenza su «La rivelazione
segreta di Goethe», esaminandone la «Fiaba del serpente verde».
Quella conferenza segna una data importante nel corso dell'attività
steineriana. «L'aver potuto esprimermi finalmente in termini
direttamente ispirati dal mondo spirituale, mentre, sino a quel
momento, ero stato costretto a non lasciarne trasparire se non
un riflesso nelle mie esposizioni, fu per me una esperienza
capitale»,. La conferenza riportò grande successo.
Per la prima volta aveva potuto parlare «esotericamente» (Rudolf
Steiner usava il termine «esoterico» per mettere in evidenza
la «competenza nel ramo» necessaria all'esposizione di fatti
soprasensibili). La maggior parte del pubblico era composta
di soci della Società Teosofica.
Durante l'inverno 1900 -1901, sempre presso il Conte Brockdorff,
tenne un corso sui grandi mistici del Medio Evo, e l'inverno
dopo parlò sul tema: «Il cristianesimo quale fatto mistico».
Questo corso fu poi rielaborato e divenne un libro. Con questa
opera Rudolf Steiner intese mostrare come non soltanto la predicazione
dei profeti ebrei, ma anche l'insieme dei Misteri dell'antichità
fossero da considerarsi un preludio alla venuta del Cristo,
cioè alla discesa di una Entità cosmico-divina.
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9. In contrasto con la concezione teosofica
del cristianesimo |
Con questa esposizione Steiner
si pose in netto contrasto con le consuete dottrine della Società
Teosofica che descrivevano il Cristo come «un maestro di saggezza»
tra tanti altri (e neanche come il più grande). Tuttavia, proprio
dopo questo ciclo di conferenze, e da parte teosofica, fu invitato
ad assumere il compito di segretario generale presso la sezione
tedesca della Società Teosofica, che stava costituendosi allora.
Rudolf Steiner accettò, ma a condizione che la sua azione potesse
svilupparsi indipendentemente ed inserirsi in completa libertà
nel resto della Società Teosofica.
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10. Ingresso nella Società Teosofica |
Che Steiner abbia acconsentito
a collaborare con la Società Teosofica può sorprenderci. Le
persone a guida della società, come H. P. Blavatsky e Annie
Besant, benché fossero in un certo senso delle eminenti personalità,
avevano suscitato molta diffidenza nelle cerchie culturali per
la loro attività spiritistica e la maniera concettualmente poco
soddisfacente con cui esponevano i loro insegnamenti.
La via che esse percorrevano per giungere allo spirito era lontanissima
da quella battuta da Rudolf Steiner. Per loro si trattava principalmente
di porre la coscienza in stato di passiva ricettività, per Steiner
si trattava invece di svegliarla e di innalzarla ad una sfera
superiore.
La decisione di Rudolf Steiner viene spiegata in un accenno
che troviamo in una conferenza del 1923: «Bisogna non perdere
di vista che, al di fuori dei circoli teosofici, nessuno si
interessava, a quel tempo, di una seria indagine spirituale».
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11. Manifestazione pubblica nell'Associazione
Giordano Bruno - Ottobre 1902 |
L'8 ottobre 1902, Steiner
fece un passo decisivo in occasione di una conferenza per l'Associazione
Giordano Bruno. Dichiarò apertamente, per la prima volta, quale
sarebbe stato lo scopo di tutta la sua attività futura: «trovare
nuovi metodi per lo studio dell'anima su base scientifica».
Egli chiamò espressamente questo tentativo come «teosofico»
non nel senso orientale, ma nel senso di un impulso culturale
occidentale.
Questa decisione rappresentava un rischio.
Steiner era favorevolmente conosciuto nei colti ambienti tedeschi
come uno specialista negli studi goethiani, come un filosofo
e un divulgatore. Godeva di amichevoli rapporti con filosofi
come Eduard von Hartmann, con naturalisti come Haeckel, e con
altri dotti del suo tempo. Gioco una grossa partita.
Questa sua conferenza destò molto interesse nel pubblico, ma
anche molto stupore.
«Quella conferenza» egli disse «fu la mia conferenza antroposofica
fondamentale». «Il punto di partenza di tutto il mio futuro
lavoro». Si può dunque dire che la sera dell'8 ottobre 1902
segnò l'origine dell'antroposofia.
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12. Teosofia e Antroposofia |
A partire da quel momento
la biografia di Rudolf Steiner è inseparabilmente unita all'impulso
spirituale che allora chiamò spesso «teosofia», ma che ben presto
denominerà «antroposofia» (dal greco «anthropos», uomo, e «sophia»
saggezza). Questa definizione voleva significare una forte e
più ampia coscienza interiore, grazie alla quale l'uomo può
sperimentare se stesso come cittadino di due mondi. A tale definizione
aggiunse le parole: «è la coscienza della propria umanità».
La conferenza non ebbe l'esito che Rudolf Steiner aveva sperato.
Ormai era un «teosofo». Che egli rappresentasse la teosofia
in maniera del tutto personale, e che continuasse a effettuare
come prima le proprie ricerche con un metodo rigorosamente scientifico,
fu quasi del tutto misconosciuto, tanto da Haeckel quanto da
altri che sempre si erano mostrati ben disposti verso di lui.
Di questo Steiner soffrì molto.
Il 20 ottobre 1902 fu fondata la Sezione Tedesca della Società
Teosofica, e Rudolf Steiner cominciò a esercitarvi la sua attività
di segretario generale. |
LE
OPERE FONDAMENTALI
Lo sviluppo dell'antroposofia - Prima fase 1902 -1909 |
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Il contenuto di pensiero dell
antroposofia era stato «fondato» negli anni tra il 1902 e il
1909. La maniera come questo avvenne si sviluppò del tutto naturalmente.
Ciò che Rudolf Steiner aveva da dare, non era una nuova visione
sociale, una dottrina morale o una nuova religione, nel qual
caso avrebbe dovuto fare della propaganda o predicare. Egli
aveva da trasmettere delle conoscenze, e questo non poteva accadere
che attraverso concetti e idee, cioè attraverso una tale comunicazione
di fatti che potesse venir compresa dalla sana ragione umana.
In questa maniera la libertà interiore dei lettori e degli ascoltatori
era pienamente rispettata.
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Durante la prima fase di sviluppo
dell'antroposofia, Rudolf Steiner operò, quasi esclusivamente,
con la parola e con la penna.
Da principio la sua attività di conferenziere si svolse soprattutto
a Berlino.
In seguito fu invitato, sempre più frequentemente, a parlare
in altre città della Germania ed anche all'estero. Tuttavia
non si può dire che la sua cerchia d'azione (considerata esteriormente)
si fosse molto estesa.
Tutta l'attività amministrativa poggiava sulle spalle di una
sola persona: Marie von Sivers. Di origine baltica, donna di
forte personalità, Marie von Sivers divenne la sua più vicina
collaboratrice: fondò la Casa Editrice Filosofico-teosofica
(che poi si chiamera filosofico-antroposofica) e curò l'edizione
di molte opere di Steiner.
È questo il periodo in cui vedono la luce le principali opere
steineriane.
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1. Il libro «Teosofia» |
Il primo libro fu: «Teosofia».
In quest'opera, apparsa nel 1904, Steiner compie il primo tentativo
di descrivere la natura soprasensibile dell'uomo e i suoi legami
col mondo dello spirito. L'autore non vi fa altro appello al
lettore se non quello di servirsi della propria cosciente facoltà
di percezione e di esercitare il proprio pensiero libero da
pregiudizi.
Un esempio particolare della sua maniera di esporre le cose
ci viene dato nella seconda parte del libro dove Steiner percorre
pazientemente con il lettore, passo per passo, ardui nessi di
pensieri e lo porta ad ammettere, almeno come possibile, una
grande prospettiva: che lo spirito umano ha bisogno per la sua
stessa evoluzione di ripetute vite terrene, e che porta con
sé, in ogni incarnazione, i frutti delle vite precedenti.
Innanzitutto Rudolf Steiner espone le idee della «reincarnazione»
dello spirito e del «karma» (cioè legge del destino) come possibili
a comprendersi, poi accenna all'indagine spirituale che gli
ha fornito prove innegabili della loro realtà.
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2. «Come si consegue la conoscenza dei
mondi superiori?» |
Nell'altro libro: «Come si
consegue la conoscenza dei mondi superiori» viene descritto,
con la massima precisione ed efficacia, il metodo con cui si
possono raggiungere i medesimi risultati da lui conseguiti nel
corso della sua vita. Ma quel libro dà molto di più che una
simile relazione.
Nelle scuole misteriosofiche dell'antichità, i principi dello
sviluppo spirituale venivano comunicati oralmente dal maestro
ai discepoli, che erano poco numerosi e scelti con cura. Tale
consuetudine fu mantenuta per molto tempo anche dopo l'era antica.
Rudolf Steiner si assunse la responsabilità di rendere finalmente
pubblico ciò che era stato così lungamente «occulto».
Si rivolge pertanto a tutti gli uomini.
«In ogni uomo sono latenti quelle facoltà che possono portare
alla conoscenza dei mondi superiori». Importante notare che
le comunicazioni fatte in questo libro hanno mantenuto il tono
di consigli intimi, di suggerimenti personali. Alla fine del
libro possiamo leggere: «Si consideri questo libro come un colloquio
tra l'autore e il lettore». Il «colloquio» si appella alla libera
capacità di discernimento dell'uomo e sostituisce le antiche
forme di istruzione orale che tenevano il discepolo subordinato
al maestro («Guru»).
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3. La «Scienza occulta» |
«...Ia mia 'Scienza occulta'
è, per cosi dire, un compendio di quanto, fino ad allora, aveva
trovato espressione nel movimento antroposofico.»
Steiner descriverà cosi, molti anni dopo, come egli avesse riunito
in questa vasta opera il contenuto di molti scritti e conferenze.
Al fine di prevenire malintesi sia detto espressamente che il
titolo del libro non indica una scienza in qualche maniera «occulta»
poiché una simile «scienza» non sarebbe più occuIta dopo una
sua pubblicazione. Quell'aggettivo fu necessario a Steiner in
quanto egli si propose di esporre fatti che, in generale, rimangono
«occulti», nascosti, ai sensi ordinari.
Il capitolo più lungo, che e anche quello più importante, rappresenta
un tentativo di descrivere l'evoluzione del mondo tale come
essa si presenta ad una coscienza che ha superato i limiti dello
spazio e del tempo. Alla luce delle ricerche spirituali, Rudolf
Steiner chiarisce epoche ed avvenimenti su cui l'astronomia,
la geologia, la biologia e la storia ordinaria sono comunemente
ridotte ad enunciare delle ipotesi. Steiner non prescinde affatto
dai dati raccolti dagli scienziati &amP;endash;che egli profondamente
rispetta&amP;endash; né a quei dati si oppone con arbitrarie
contraddizioni.
Il suo esclusivo proposito fu quello di approfondire la comprensione
della terra e dell'uomo, dimostrando come essi siano stati originati
da un cosmo divino spirituale.
Con la «Scienza occulta» il pensiero antroposofico fu esposto
ormai nei suoi tratti essenziali.
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4. Le conferenze sui Vangeli |
Appartengono ancora a questo
periodo i cicli di conferenze dedicate ai Vangeli; cicli che
occupano un posto centrale nella vasta opera di Rudolf Steiner.
Quelle conferenze furono tenute per insistente sollecitazione
di numerosi membri della società teosofica tedesca, cui stava
molto a cuore il cristianesimo.
In modo convincente Steiner mostra come i Vangeli non volessero
esporre una biografia nel senso comune della parola. Egli fece
vedere che in essi il Cristo viene descritto come un essere
divino, che dopo aver vissuto nel corpo di Gesù di Nazareth,
dal battesimo del Giordano fino alla morte sul Golgota, impresse
all'evoluzione non solo dell'umanità, ma della terra e del cosmo
intero un nuovo grandioso impulso. Da allora una potente forza
spirituale-cosmica agisce dalla terra, ed egli, il Risorto,
è per sempre unito alla sfera terrestre. («... io sarò con voi
tutti i giorni...»). Rudolf Steiner fa inoltre vedere che i
Vangeli solo apparentemente espongono le opere del Cristo come
fatti che hanno avuto luogo sul piano terrestre; in realtà essi
additano eventi che furono naturali e soprannaturali nello stesso
tempo. Con questo fu gettata una nuova luce su molti «miracoli»
(come, ad esempio, la moltiplicazione dei pani e dei pesci).
Per molti che hanno perduto la fede nella Bibbia e negli insegnamenti
tradizionali della Chiesa, Steiner, con le sue conferenze sui
Vangeli, ha aperto la via verso una nuova esperienza del Cristo.
Rudolf Steiner aveva anche sperato di rinnovare il movimento
teosofico svegliando quella vera comprensione del cristianesimo
mancata sino allora. Ma Annie Besant, presidente dal 1907 della
Società e personalità di maggior rilievo del movimento teosofico
extra-germanico, non poté afferrare questa concezione più profonda
che le veniva proposta.
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5. Annie Besant e il cristianesimo |
Annie Besant e Rudolf Steiner
parlavano due lingue diverse. Ciò nonostante, per qualche tempo,
la loro collaborazione non si interruppe e furono superate le
non lievi difficoltà che ad essa si opponevano. Annie Besant
rispettò l'autonomia della Sezione Tedesca sino al 1912.
In quell'anno divenne manifesto ciò che di tragico era nel caso
Besant: ella non poteva affatto comprendere come l'avvento del
Cristo rappresenti un «unicum» nella evoluzione del mondo.
In quel periodo sosteneva la sua grande battaglia in favore
di Krishnamurti, un giovane indù che la Besant presentava pubblicamente
dando ad intendere che egli fosse l'individuo nel cui corpo
si sarebbe di nuovo reincarnato il «Maestro del mondo» cioè
il Cristo.
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6. Le vie si separano |
La maniera con cui deformava
la Verità e le sue attività determinarono una situazione deplorevole
nella Sezione Tedesca il cui comitato direttivo desiderò che
si dimettesse dalla carica di presidente. Ma nel gennaio 1913
la Besant chiese che le fosse restituita la «Carta di Fondazione»
della Sezione Tedesca. Ebbe luogo così la rottura definitiva
tra i due movimenti. Poco tempo dopo, la Sezione Tedesca si
ricostituì a Berlino come corpo indipendente, assumendo una
denominazione nuova: quella che più propriamente le si addiceva:
Società Antroposofica.
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7. Fondazione della Società Antroposofica |
Numerosi gruppi teosofici
aderirono ad essa. Con ciò il movimento spirituale antroposofico
entrava già in un secondo stadio.
Silenziosamente, gradualmente, le sue intime forze crescevano
e si esplicavano. |
L'ARTE
Lo sviluppo dell'antroposofia - Seconda fase 1910 -1916 |
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L'antroposofia non è esclusivamente
una somma di idee: essa è una forza vivente che concerne tutto
l'essere umano, non soltanto il pensiero. Ma Rudolf Steiner
non ha mai voluto intendere questo appello a tutte le forze
umane come un'azione suggestiva o che violi, in qualche modo,
la liberta del singolo. Esiste una sola forma d'espressione
che può parlare direttamente alla vita affettiva dell'uomo senza
privarlo del suo libero giudizio: Questa forma è l'arte.
Non appena l'antroposofia ampliò il suo campo d'azione, finora
limitato al pensiero, arrivò necessariamente all'attività artistica.
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1. L'arte della recitazione e della
declamazione |
I membri della Società Teosofica
si interessavano poco dell'arte, con grande rammarico di Steiner.
Marie von Sivers aveva ricevuto a Pietroburgo e a Parigi una
notevole preparazione artistica per opera di insigni attori
e possedeva una voce ben impostata. Dalla sua collaborazione
con Rudolf Steiner sorsero una nuova recitazione e una nuova
declamazione di cui dette frequenti esempi durante le riunioni
serali della Società. I suoi saggi portarono nel movimento antroposofico
l'impulso artistico. Da quei saggi iniziali si giunge per via
diretta alle rappresentazioni drammatiche che, a Monaco, si
aggiunsero ai corsi di antroposofia.
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2. I misteri drammatici |
Rudolf Steiner raramente aveva
tentato l'arte. Solo nel 1910 cominciò a dar forma artistica
a quanto portava con sé da più di trenta anni. Scrisse quindi,
e mise in scena nell'estate dello stesso anno a Monaco, il primo
dei suoi «Misteri» drammatici: «La porta dell'iniziazione».
Gli attori erano, a parte Marie von Sivers e alcuni altri, dei
dilettanti senza esperienza di teatro. Tuttavia le rappresentazioni
della «Porta dell'iniziazione» furono un'esperienza indimenticabile.
Durante i tre anni seguenti Steiner scrisse e fece rappresentare
gli altri tre «Misteri» della tetralogia: «La prova dell'anima»,
«Il guardiano della soglia», e «Il risveglio delle anime».
I quattro drammi mostrano un gruppo di uomini e le loro spesso
impressionanti esperienze con esseri spirituali e con le proprie
incarnazioni passate: gli itinerari dolorosi che essi percorrono
verso la conoscenza di se stessi, verso la costituzione di una
più cosciente comunità e verso una più consapevole azione al
servizio di tutta l'umanità.
I misteri drammatici vengono annualmente rappresentati al teatro
del Goetheanum di Dornach (Svizzera).
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3. Progetti di costruzione a Monaco |
Ben presto si presentò la
necessità di avere a disposizione un proprio edificio, con un
grande teatro e con altri locali, non solo per potervi adeguatamente
rappresentare i quattro drammi, bensì anche per lo svolgimento
di altre attività artistiche e scientifiche. Si cercò un terreno
a Monaco, ma il tentativo fallì.
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4. 1913 - Il terreno di Dornach
Il Goetheanum
5. Il progetto di Rudolf Steiner |
Allora, da parte privata,
fu offerto a Steiner un terreno a Dornach, presso Basilea. Steiner
si recò in quel luogo nel 1913 e accettò.
Con questo la Svizzera, I'unica nazione dell'Europa Centrale
che verrà risparmiata da due guerre, divenne il centro del movimento
antroposofico.
La responsabilità dell'intero progetto gravava su Rudolf Steiner.
Egli vide con chiarezza che persino nei più minuti particolari
della sua forma esteriore l'edificio da erigere avrebbe dovuto
corrispondere in pieno alle speciali affività che il movimento
antroposofico si proponeva di effettuare.
Steiner faceva spesso l'esempio del guscio di noce, il quale
si adatta esattamente al frutto che contiene.
Le attività artistiche e scientifiche del movimento miravano
ad un completo rinnovamento della cultura. Del pari la forma
dell'edificio doveva parlare un nuovo linguaggio.
L'attività antroposofica è caratterizzata da una polarità, da
una continua relazione tra il soprasensibile e il sensibile,
tra spirito che dona e spirito che riceve, tra oratore e pubblico.
Questa dualità «espressa in sentimento artistico, si materializza
nella doppia cupola» (Rudolf Steiner). Al di sopra della scena
doveva inarcarsi la piccola, sulla sala degli spettatori la
grande. Il podio dell'oratore avrebbe dovuto trovarsi tra le
due cupole.
Rudolf Steiner non eseguì solamente il disegno di tali forme,
ma ne modellò l'abbozzo.
Passati all'esecuzione sorse un problema tecnico molto delicato
e dei più insoliti. Si trattava di determinare la linea lungo
la quale le due gigantesche cupole avrebbero dovuto intersecarsi.
Dopo lunghi scambi di vedute con gli architetti incaricati del
lavoro, Steiner stesso contribuì decisamente alla risoluzione
del problema. Questo suo lavoro portò un architetto americano
all'affermazione: «chi ha risolto questo problema e un genio
matematico di primo ordine» (dalla prefazione di Marie Steiner
von Sivers all'opera: «Verso un nuovo stile architettonico»).
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6. Rudolf Steiner si trasferisce a Dornach |
La posa della prima pietra
ebbe luogo nel settembre 1913. Durante la primavera seguente
Steiner prese dimora a Dornach per dirigere personalmente i
lavori. La copertura del tetto fu festeggiata nell'aprile del
1914.
La sala avrebbe dovuto contenere mille spettatori; il volume
globale dell'edificio era di 66.000 m3. Le spese di costruzione
furono di sette milioni di franchi svizzeri e furono interamente
coperte da donazioni.
Sopra due filari di colonne correva un architrave in legno scolpito.
La ragione per cui colonne, zoccoli, capitelli, architravi,
gli archi delle finestre ed una gran parte dei muri esterni
ed interni fossero, come le porte, in legno era che lo scopo
stesso dell'edificio esigeva forme piene di vita. A questo fine
fu necessario un enorme lavoro collettivo.
Personalità delle più diverse professioni e di ogni classe sociale
lasciarono con enorme sacrificio economico i loro paesi e le
loro attività per venire a maneggiare mazzuolo e scalpello a
Dornach.
Durante la prima guerra mondiale, mentre nella vicinissima Alsazia
il cannone tuonava notte e giorno, poterono lavorarvi in pace
uomini appartenenti a 17 nazioni.
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7. Forma degli zoccoli, dei capitelli
e dell'architrave e gli affreschi delle cupole |
Nell'interno del palcoscenico
e della sala, lungo i due lati nord e sud, si innalzavano rispettivamente
sei e sette imponenti colonne di legno, i cui zoccoli e capitelli
presentavano una significativa progressione di forme generate
l'una dall'altra. Rudolf Steiner aveva già ideato l'evoluzione
di quei motivi nel 1907, cioè molto tempo prima che fosse stato
dato inizio alla costruzione. Allorché li fece eseguire a Dornach
(dove di sua propria mano cercò come meglio poter utilizzare
lo scalpello) ne risultò una serie, che per la loro successione
ricordava il principio della metamorfosi goethiana. Non che
Steiner avesse proprio l'intenzione di «dimostrare» la giustezza
delle concezioni di Goethe, ma volle tradurre nel dominio dell'archittetura
la visione che Goethe aveva avuto del mondo della natura: un
ordine retto da una legge secondo la quale le forme viventi
si evolvono procedendo le une dalle altre.
Tutto quanto aveva preparato l'antroposofia, come la forma della
sua sede, legittimava il nome che Steiner diede alla costruzione,
quando già si trovava in stadio avanzato: «Goetheanum».
Le superfici interne delle cupole, sorrette dalle colonne e
dall'architrave, erano dipinte con luminosi colori vegetali,
secondo una particolare tecnica, anch'essa indicata da Steiner
e da lui stesso praticata negli affreschi della cupola minore.
Quelle pitture (insieme con le quattro finestre tripartite,
aperte sia nella parete nord, sia in quella sud, che presentavano
una gradazione di colori dal verde, all'azzurro, al viola sino
al rosa) offrivano un singolare e meraviglioso accordo.
Rudolf Steiner non si considerava pittore, ma gli stava molto
a cuore di mostrare come una coscienza profonda delle forze
formatrici dei colori potesse essere una vera e propria sorgente
d'ispirazione per i pittori.
Le vetrate, trattate con una tecnica di incisione usata per
la prima volta, contenevano rappresentazioni figurative.
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8. L'euritmia |
Lo sviluppo del Goetheanum
fu intimamente collegato con la nascita delI'euritmia. Steiner
stesso dirà che, senza il Goetheanum, I'euritmia non avrebbe
probabilmente raggiunto la sua piena formazione.
L'euritmia non è una danza né una pantomima: e una nuova arte
che vuole esprimere in movimenti precisi delle qualità sonore
e verbali. Quando l'uomo parla o canta, egli forma l'aria che
lo circonda; alla base di ogni suono, sia parlato che musicale,
vi sono dei gesti e dei movimenti invisibili. Questa è la fonte
dell'arte euritmica: tutto quanto nel linguaggio e nel suono
è movimento nascosto. Essa è, quindi, «linguaggio e canto visibili».
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9. Una nuova arte teatrale |
L'arte della parola e l'arte
drammatica, il lavoro già compiuto per la rappresentazione dei
«Misteri» drammatici e l'euritmia, offrirono la possibilità
di sviluppare nel Goetheanum una nuova arte teatrale. Dal 1915
Rudolf Steiner e Marie von Sivers (dal 1914 sua moglie) cominciarono
a mettere ogni anno in scena qualche episodio del «Faust». Durante
le prove, Steiner stesso interpretava le parti più diverse con
una maestria straordinaria. Nel 1924, avvalendosi della ormai
ricchissima esperienza acquisita, coronò i suoi sforzi in questo
campo svolgendo un corso per attori di professione su: «L'arte
della parola e l'arte drammatica».
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10. Il gruppo scultoreo |
Nel primo Goetheanum doveva
occupare un posto centrale una scultura in legno, che Steiner
creò, dando con essa uno dei suoi più importanti impulsi artistici.
Si tratta di un gruppo che rappresenta le tre forze cosmiche
operanti nell'universo e nell'essere umano: forze di cui Rudolf
Steiner ha spesso efficacemente parlato nei suoi libri e nelle
sue conferenze. Questa volta voleva farlo con lo scalpello,
e scolpì lui stesso quel gruppo servendosi dell'aiuto di una
scultrice inglese: Edith Marvon, artista di talento.
«Lucifero» è la forza che cerca di trasformare l'uomo in una
creatura fatta solo di sentimento ardente e di egoismo.
«Arimane» al contrario, e quella forza che tende a fare dell'uomo
un essere dall'intelligenza fredda, animicamente pietrificato.
Queste due forze non agiscono soltanto nella sfera spirituale-animica,
ma estendono la loro azione anche sulla materia: La prima «Lucifero»
agisce dissolvendo, la seconda «Arimane» provoca l'indurimento.
Tra questi due estremi è necessaria una forza armonizzatrice.
Questa forza è impersonata dalla figura centrale del gruppo
come il rappresentante dell'umanità: il Cristo, incarnazione
dell'amore.
Davanti al «Gruppo» avrebbero dovuto svolgersi alcune delle
rappresentazioni teatrali.
Quando l'edificio fu distrutto dalle fiamme questo complesso
scultoreo non era stato ancora terminato e si trovava nello
studio dello Steiner. Oggi è possibile ammirarlo in un'apposita
sala del secondo Goetheanum.
Il Goetheanum non è, e non e mai stato &amP;endash;come alcuni
credono&amP;endash; un «tempio»; poiché l'antroposofia comprende
la scienza, I'arte e la religione.
In un'epoca come la nostra, dove questi tre domini della vita
sempre più tendono ad allontanarsi l'uno dall'altro, Rudolf
Steiner ha voluto mostrare che esiste una via per unirli di
nuovo. Il Goetheanum era stato concepito come un tentativo di
tale sintesi della cultura. Serviva direttamente le arti e la
scienza, e, indirettamente, secondo la maniera come queste venivano
praticate, anche la religione. Se si vuole usare un nome più
significativo per l'edificio del Goetheanum, lo possiamo chiamare,
come Rudolf Steiner stesso lo definì «La Casa della Parola»,
«La Casa del Verbo».
Poiché non soltanto le conferenze a carattere scientifico, I'arte
drammatica, I'arte della parola e della musica, ma anche l'euritmia,
i capitelli e l'architrave, le pitture delle cupole, il «Gruppo
plastico e le forme dell'edificio come tali possedevano qualità
sonore e verbali, destinate tutte ad accordarsi, nel vero senso
della parola. Durante i pochi anni di vita del Goetheanum molti
artisti e oratori sperimentarono come un gesto troppo affrettato,
una espressione non adatta, potessero essere causa di una «stonatura»
nella sinfonia delle forme.
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11. Nuovi impulsi artistici |
Gli impulsi artistici che sorsero
durante il lavoro presso il primo Goetheanum, si mostrarono,
nel corso dei decenni, straordinariamente fecondi.
Una ricca vita artistica è sorta in diversi centri di lavoro
antroposofici. Soprattutto al Goetheanum dove si svolge un'intensa
attività didattica (vi sono scuole di pittura, di scultura,
di euritmia e di arte drammatica).
Le indicazioni date da Steiner in materia di architettura furono
vastamente applicate anche per una serie di abitazioni nei pressi
del Goetheanum.
Architetti ispirati dall'antroposofia, assimilato lo stile steineriano,
lo hanno esteso alle loro costruzioni anche fuori di Dornach.
Sia ora menzionato un altro ramo artistico che da Rudolf Steiner
ha ricevuto dei nuovissimi suggerimenti: quello dell'oreficeria,
che viene praticata nella scuola di oreficeria e gioielleria
presso il Goetheanum.
Oltre le molteplici attività artistiche, I'azione di Steiner
si estese per tutta l'Europa. I suoi viaggi all'estero divennero
sempre più frequenti e le sue conferenze ebbero sempre più vasta
risonanza.
In Germania continuò ad operare durante quasi tutto il periodo
della prima guerra mondiale. Scrisse nuovi libri.
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12. «Enigmi dell'anima»
I tre sistemi 'autonomi' |
Nel 1917, in un articolo degli
«Enigmi dell'anima» rese pubblica una delle sue più notevoli
scoperte. Dopo trent'anni di ricerche silenziose giunse alla
conclusione che, nel campo della psicologia e della filosofia,
è erroneo ammettere che certe funzioni psichiche siano connesse
con dei processi nervosi. Secondo lui, dal sistema nervoso dipende
soltanto la «rappresentazione». Come il «sentimento» dai fenomeni
ritmici della respirazione e della circolazione del sangue,
e la «volontà» dai processi metabolici. (I nervi «motori» servono
non alla trasmissione, ma solo alla percezione degli impulsi
della volontà).
Funzioni nervose, respirazione e circolazione, metabolismo,
per quanto stretta mente legati, sono pure singolarmente indipendenti.
La concezione di questi tre sistemi organici autonomi sarà di
grande aiuto a Steiner, quando si occuperà dell'organismo sociale.
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I MOVIMENTI AFFILIATI
Lo sviluppo dell'Antroposofia - terza fase 1917-1923 |
I
MOVIMENTI AFFILIATI
Lo sviluppo dell'Antroposofia - terza fase 1917-1923 |
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La costruzione del Goetheanum attirò
sul movimento antroposofico l'attenzione di un pubblicosempre
maggiore. Entravano ora a far parte del movimento personalità
che non volevano soltanto avere qualcosa per sé, ma volevano
dare. Erano disposte ad offrire le loro capacità professionali,
le loro particolari specializzazioni, in breve tutta la loro
energia lavorativa.
Non era Rudolf Steiner ad «assegnare» compiti. I soci venivano
a chiedergli consigli ed egli li aiutava con tutte le sue forze.
Ma erano loro a dover prendere tutte le decisioni. Soltanto
così l'antroposofia poté diventare un grande impulso senza invadere
il campo della volonta altrui.
Nacquero così i movimenti affiliati, le cosiddette «figlie»
dell'antroposofia.
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1. «La tripartizione dell'organismo
sociale»
2. I «Memoranda» di Rudolf Steiner - 1917
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Grazie all'iniziativa di alcuni
antroposofi nacque un vasto movimento per la «tripartizione
dell'organismo sociale». Rudolf Steiner, pur recando valido
aiuto a individui singoli durante la prima guerra mondiale,
non poté fare gran cosa per l'innumerevole moltitudine di quanti
soffrivano nel mondo. Di questo era molto addolorato.
Attraverso un'iniziativa privata gli venne offerta la possibilità,
durante l'estate del 1917, di far conoscere le proprie vedute
sulla situazione di allora e sulle necessità dell'epoca ad alcuni
uomini di stato tedeschi ed austriaci.
In una serie di «Memoranda» Steiner dimostrò come la vera causa
della guerra in corso non derivasse dall'aggressività di certi
Stati, bensì dalla rovinosa confusione fra gli interessi politici,
economici e culturali che regnava nei paesi belligeranti.
Soltanto la formazione per ciascuno di quei domini: il politico,
I'economico, il culturale, di corpi ben costituiti, i quali
agissero per avvicinare i popoli e non per separarli, permetterebbe
di evitare futuri conflitti mondiali. I governi della Germania
e dell'Austria avrebbero dovuto, egli suggeriva, indicare come
loro scopo di pace una riforma da realizzare secondo un principio
di tripartizione dell'organismo sociale. I popoli dell'Europa
Centrale, effettuando questa riforma, sarebbero stati giudicati
dal mondo in generale, nonostante lo scatenamento delle passioni,
con maggiore comprensione. In Russia (dove all'epoca caotica
seguita alla rivoluzione di marzo, si era infinitamente stanchi
della guerra) una manifestazione pacifica del genere avrebbe
potuto esercitare un influsso considerevole.
Rudolf Steiner ebbe un drammatico colloquio con Richard von
Kühlmann, divenuto nel 1917 Ministro degli Esteri in Germania.
Tale colloquio ebbe per risultato che il Conte Arthur Polzer-Hoditz,
capogabinetto dell'lmperatore d'Austria, prendesse a studiare
con molta attenzione il memorandum in questione. Egli trovò
(è scritto nelle sue memorie) che la proposta di Rudolf Steiner
«considerava pienamente le necessità pratiche dell'avvenire».
Tuttavia i suoi suggermenti gli sembravano così rivoluzionari
da non consentirgliene la difesa prima che l'lmperatore Karl
non lo chiamasse a udienza. Purtroppo l'udienza concessagli,
nella quale egli diede le sue dimissioni, fu l'ultima. Così,
quella volta, fallì I'idea della «tripartizione».
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3. Le condizioni della Germania nel
1919
4. «I punti essenziali della questione sociale»
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Un secondo tentativo ebbe
luogo nella primavera del 1919. Dopo la sua capitolazione, nel
novembre 1918, la Germania visse per parecchi mesi sotto la
minaccia di una terribile rivoluzione. La fame regnava. Le manifestazioni,
le insurrezioni armate erano all'ordine del giorno. Gli operai
chiedevano salari piu alti, la riduzione delle ore di lavoro,
la partecipazione alla direzione delle ditte, ecc. Si riteneva
rimedio universale la nazionalizzazione dei mezzi di produzione.
Fra l'altro, alcuni industriali pregarono allora Steiner di
apportare il suo contributo alle discussioni, talvolta turbolente,
sull'avvenire della Germania che si tenevano in tutto il paese.
Egli diede la sua risposta, nell'aprile, con una pubblicazione:
«I punti essenziali della questione sociale». Inoltre, insieme
ad alcuni suoi collaboratori, si prodigò in una serie di conferenze
(in diversi sale, birrerie, officine, davanti a industriali
e operai svizzeri e tedeschi). In quelle conferenze Rudolf Steiner
e i suoi collaboratori si sforzarono di dimostrare come gran
parte delI'agitazione rivoluzionaria fosse dovuta a ben altre
cause, più profonde, che non fossero quelle generalmente supposte.
Il «complesso di inferiorita» degli operai proveniva dal sentimento
che essi si sentivano frustrati, non tanto nel dominio politico
ed economico, quanto in quello culturale. «Soltanto la partecipazione
ad una libera vita spirituale, la quale miri ad impartire ad
ogni cittadino la migliore educazione intellettuale e morale
possibile, potrebbe soddisfare le vere rivendicazioni sociali
dei lavoratori.» Per quanto concerne la situazione materiale
degli operai, Steiner era formalmente d'avviso che la preponderanza
così accentuata del fattore economico nel mondo attuale non
può mai venir combattuta con mezzi politici.
Una politica interamente affrancata da ogni influenza economica
sarebbe la migliore protezione dei diritti dei lavoratori. La
politica dovrebbe avere unicamente la funzione di stabilire
sulla base dell'eguaglianza le relazioni giuridiche fra i cittadini
e farle rispettare. La vita economica basata sulla collaborazione
e l'associazione dei produttori e dei consumatori, risulterebbe
allora compenetrata di sentimenti fraterni, e non sarebbe più
una lotta per il profitto. Rudolf Steiner, grazie alla sua maniera
cordiale e diretta di esprimersi, trovò consensi soprattutto
nel personale delle fabbriche non organizzato in sindacati (personale
che in quel tempo costituiva ancora, in Germania, una gran parte
della classe operaia).
Ma i dirigenti delle organizzazioni sindacali, fortemente legati
a spirito di partito, fiutarono un pericolo nelle idee che egli
diffondeva. A causa della loro opposizione il movimento per
la tripartizione, nella sua forma originaria, dovette venire
abbandonato.
E così la speranza di Steiner, quella di risvegliare un gran
movimento popolare, fallì.
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5. La pedagogia steineriana |
Da tutto questo poté sorgere
un'altra «figlia» dell'antroposofia: la pedagogia steineriana,
che ben presto si affermò in tutto il mondo.
L'idea della tripartizione dell'organismo sociale aveva suscitato
interesse a Stoccarda, soprattutto nella grande fabbrica di
sigarette Waldorf-Astoria. Operai ed impiegati avevano accolto
alcuni cenni che Steiner aveva fatto dei suoi principi pedagogici.
Tutti desiderarono per i loro figli un nuovo metodo di educazione.
Il direttore, Emil Molt, appagò quel desiderio: investì un capitale,
fornì i locali adatti all'istituzione di una scuola e pregò
Rudolf Steiner di prepararne gli insegnanti.
Steiner era stato come predestinato a quella mansione dalI'esperienza
eccezionalmente ricca compiuta da giovane. Egli aveva già tentato,
precedentemente, di svegliare uno speciale interesse per la
pedagogia nel movimento antroposofico. Nel 1907, infatti, aveva
trattato in una esposizione importantissima la «educazione del
bambino dal punto di vista della scienza dello spirito», che
venne poi pubblicata in opuscolo. Egli mostrò come una giusta
comprensione delle leggi che governano il divenire del fanciullo
e dell'adolescente dovesse per forza propria sfociare in una
pedagogia completamente nuova.
Un piccolo gruppo di persone, per la maggior parte giovani,
abbandonarono le loro precedenti occupazioni per diventare insegnanti
della Scuola Waldorf. Ricevettero da Steiner stesso la preparazione
indispensabile. Furono tenute, per loro, due conferenze al giorno:
una su «antropologia generale», I'altra su «metodo e pratica
dell'insegnamento». Fu inoltre istituito un seminario per esercitazioni
pratiche.
La prima conferenza sull'antropologia generale comincia cosi:
«Riusciremo nel nostro intento se lo considereremo non solo
come riguardante l'intelletto e il sentimento ma anche come
rivolto al conseguimento del più alto livello spirituale-morale».
Questo fu il compito: aiutare l'entita animico-spirituale del
bambino, venuta sulla terra dopo un'esistenza pre-terrena, a
orientarsi nel mondo fisico e a fortificarsi per la vita.
Rudolf Steiner mostra come l'essere umano in divenire avanzi
per un difficile cammino le cui tappe faticose sono ben riconoscibili:
esse corrispondono al successivo sorgere di necessità materiali
e morali ben determinate. Il piano di studi e il metodo da adoperare
nella futura scuola furono concepiti per corrispondere, per
quanto possibile, a queste necessità.
Steiner non diede ai suoi uditori un insieme di «ricette pedagogiche».
Al contrario dimostrò loro come la pedagogia non debba mai essere
applicata in maniera stereotipata, perché allora inaridisce
e muore. L'educazione è una 'Arte' nella quale l'educatore si
deve addestrare. Quell'arte è da un lato rigidamente disciplinata
da una legge fissa, cioè dalla necessità di seguire con la massima
avvedutezza lo sviluppo naturale ed autentico dell'alunno, dall'altro
lascia all'educatore una piena libertà di iniziativa personale.
Steiner offri una quantità incommensurabile di feconde indicazioni.
La sua pedagogia traccia soprattutto ad ogni educatore il cammino
per una severa educazione di se stesso. A colui che segue tale
via con perseveranza i fanciulli stessi insegnano a poco a poco
come egli debba insegnare.
Questa confortante idea entusiasmò i neo-educatori.
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6. «La scuola Waldorf» |
Il 17 settembre 1919 la Scuola
Waldorf fu solennemente inaugurata.
Tutte le materie insegnate furono improntate all'arte. La pittura,
il canto ecc. furono inseriti in ogni programma, specie nelle
prime classi.
Le nozioni comunicate non dovevano essere rivolte solo all'intelletto
del fanciullo. Si doveva cercare sempre di farle agire in maniera
veramente formatrice sul sentimento e sulla volontà, perché
a scuola il bambino va «tutto intero» e non soltanto «con la
testa».
Tra gli allievi e i maestri si stabilì immediatamente una relazione
di assoluta franchezza e di cordiale calore.
I fanciulli si recavano volentieri a scuola e ben presto il
reclutamento si estese all'intera città. Alla morte di Rudolf
Steiner la scuola contava già circa 900 alunni. La maggior parte
dei genitori era costituita da «non antroposofi»; la scuola
Waldorf non aspirava affatto a divulgare una particolare concezione
del mondo e della vita. La sua reputazione aumentò anche all'estero.
Professori di altre scuole, del tutto ignari di antroposofia,
cercarono di informarsi circa la pedgogia Waldorf.
Steiner venne loro incontro con gioia, convinto che il metodo
della sua pedagogia poteva rendere fecondo l'insegnamento in
«qualsiasi» scuola.
In Germania, Svizzera, Olanda, Inghilterra, Steiner tenne un'ampia
serie di conferenze pedagogiche basilari, invitato da insegnanti
di differenti istituzioni scolastiche. Ma, affinché fosse possibile
un'attività pedagogica molto estesa, bisognava che ci fossero
delle «scuole modello» in cui la nuova pedagogia venisse praticata
da un corpo insegnanti composto di antroposofi. A tal fine Rudolf
Steiner si dedicò in particolar modo a perfezionare la scuola
di Stoccarda.
Da Dornach vi si recò costantemente per assistere alle riunioni
dei professori. Sotto la sua direzione quelle riunioni divennero
un «seminario pedagogico permanente» che lasciò un ricordo indimenticabile
in coloro che vi parteciparono. Poiché Rudolf Steiner vi si
manifestò, in tutta l'estensione del termine, «maestro dei maestri».
Le sue visite nelle classi erano delle vere e proprie feste.
Egli amava i fanciulli dal piu profondo del suo cuore e i fanciulli
lo ricambiavano di pari affetto. Una volta disse che pensava
ogni sera a ciascuno degli allievi della Scuola Waldorf.
Dopo la morte di Steiner, la pedagogia «Waldorf» divenne largamente
nota. Il Terzo Reich ne ordinò la chiusura, ma dopo la seconda
guerra mondiale un grande numero di nuove scuole Waldorf fu
fondato in Germania e altrove.
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7.Ampliamento della medicina secondo
la scienza dello spirito |
Anche dei medici, oltre che
degli insegnanti, scoprirono che gli insegnamenti di Rudolf
Steiner erano in grado di arricchire notevolmente le loro conoscenze
professionali.
Già molto presto Steiner aveva rivolto la sua attenzione a questioni
inerenti la medicina.
In un ciclo di conferenze sulla «fisiologia occulta» tenuto
a Praga nel 1911, aveva dimostrato come la scienza dello spirito
(antroposofia) possa aprire nuovi orizzonti su quanto concerne
l'organismo umano.
Ma le sue indicazioni fruttificarono, conquistando un più vasto
pubblico, solo dopo che egli ebbe trattato, in una conferenza
tenuta a Basilea nel gennaio 1920, dei problemi riguardanti
la salute. Per iniziativa di uno dei suoi uditori, il dottore
in farmacia O. Schmiedel, Rudolf Steiner tenne, in occasione
della Pasqua del medesimo anno, il suo primo corso sulla medicina,
per medici, farmacisti e studenti di medicina, che si erano
riuniti nel Goetheanum. In quell'occasione donò una grande quantità
di insegnamenti circa il modo di diagnosticare e curare le malattie
più diverse.
Con quel corso fu fondata la medicina di orientamento antroposofico.
Le con ferenze risvegliarono grande interesse, tanto che, a
richiesta di parecchi medici, Rudolf Steiner dovette far seguire
altri corsi su quella medesima disciplina (1921-1924) sia nel
Goetheanum, sia all'estero (specie in Olanda e in Inghilterra).
La caratteristica tutta particolare della medicina ampliata
antroposoficamente, tale quale Steiner la espone nelle sue conferenze,
consiste specialmente nelI'includere, in base all'indagine soprasensibile,
la natura psichica e spirituale del malato nello studio della
sua malattia.
Come dice una frase essenziale tratta da una sua conferenza:
«la malattia stessa ci svela l'anormalità &amP;endash;con effetto
di intensificazione o di indebolimento&amP;endash; di ciò che
deve continuamente operare nell'essere umano affinché possa
vivere in quanto essere spirituale.»
Steiner illustrava dei casi patologici servendosi di moltissimi
esempi e poté sviluppare, dalle sue conoscenze sull'azione reciproca
che avviene fra l'organismo umano e i regni della natura, una
terapia razionale.
Già nel primo corso sulla medicina Rudolf Steiner aveva indicato
un grande numero di nuovi medicamenti; quelli, per esempio,
che sono da applicare in caso di malattie tipiche quali l'arteriosclerosi,
quelli che favoriscono il buon funzionamento del cuore, degli
organi di circolazione, del fegato, ecc.
Indicò pure un medicamento a base di vischio, specifico contro
il cancro. Medicamento sperimentato ed elaborato attraverso
ulteriori ricerche di laboratorio.
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8. L'istituto Clinico Terapeutico
9. Weleda
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Le indicazioni date da Steiner
ebbero per conseguenza che, nel 1921, grazie all'iniziativa
della dottoressa olandese Ita Wegman, fu fondato un «Istituto
Clinico-Terapeutico», ad Arlesheim, non lontano dal Goetheanum.
Per la fabbricazione dei nuovi medicamenti, furono installati
laboratori ad Arlesheim e a Schwäbisch Gmünd, nei pressi di
Stoccarda (la odierna «Weleda AG»). Un gruppo sempre crescente
di medici cominciò a riunirsi intorno a Steiner. Egli assisteva
spesso alle loro consultazioni e dava dei consigli molto precisi
che risultarono sempre di grande utilità. Il numero dei nuovi
medicamenti divenne sempre maggiore.
A questo punto e necessario precisare che in nessun occasione
Rudolf Steiner agì direttamente da medico.
Già al principio della sua attivita in campo medico, mentre
stava concludendosi il suo primo corso per medici, dichiarò
nettamente: «Non interverrò mai in alcun modo in un trattamento
qualsiasi; non l'ho mai fatto. Curare le malattie è compito
di medici professionisti».
Per essere un vero medico nel senso antroposofico della parola
bisogna, Steiner diceva, esser prima di tutto medico nel senso
della medicina ufficiale. Avrebbe trovato riprovevole ogni dilettantismo
in tale campo.
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10. «Elementi fondamentali per un ampliamento
dell'arte medica» |
I suoi contributi, nell'ambito
della medicina, non avevano altro scopo se non quello di ampliare
la medicina generalmente praticata, non di sostituirla. Durante
l'ultimo anno della sua vita, Rudolf Steiner scrisse, in collaborazione
con la dottoressa Wegman, un libro che può essere considerato
come il coronamento di tutta la sua attivita in campo medico:
«Elementi fondamentali per un ampliamento dell'arte medica secondo
le conoscenze della Scienza dello Spirito».
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11. L'euritmia curativa |
L'attività svolta da Rudolf
Steiner nel campo della medicina rese possibile il sorgere di
attività professionali del tutto nuove: I'euritmia e la pedagogia
curative.
L'euritmia curativa come mezzo terapeutico fu proposta da Steiner
stesso nel 1921, durante un suo corso per medici.
Questa terapia mediante il movimento ha le stesse basi dell'euritmia
artistica. La sua applicazione richiede la sorveglianza di un
medico e una speciale istruzione.
L'euritmia curativa si basa sugli elementi del linguaggio: le
vocali e le consonanti; si collega quindi con la fisiologia
della parola ed investe l'essere umano intero, perché l'intero
organismo partecipa alla pronuncia accentuata dei suoni del
linguaggio che accompagna, per cosi dire, con la propria risonanza.
Quando si ha un irregolare funzionamento o delle anomalie, I'euritmia
curativa può agire sulle varie parti dell'organismo per mezzo
dell'esecuzione euritmico terapeutica delle vocali e delle consonanti.
Nel trattamento di disordini derivanti dal metabolismo e nella
correzione di parecchi difetti di posizione frequenti nei bambini,
I'euritmia curativa si è mostrata, col volger del tempo, di
particolare efficacia.
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12. La pedagogia curativa |
I primi consigli concernenti
una pedagogia curativa, secondo la scienza dello spirito, furono
dati da Rudolf Steiner nella primavera del 1924, quando tre
giovani studenti che avevano avuto a che fare con dei bambini
anormali, si rivolsero a lui. Per suo consiglio, quei tre giovani
fondarono allora l'lstituto di Pedagogia Curativa di Lauenstein
presso Jena. Quasi nel medesimo tempo furono condotti alla dottoressa
Wegman nella clinica di Arlesheim alcuni ragazzi «bisognosi»
come diceva Steiner «di cure animiche». Ben presto, nei pressi
del Goetheanum, fu creato un istituto di pedagogia curativa:
il «Sonnenhof».
Nel giugno 1924 Rudolf Steiner tenne il suo «corso di pedagogia
curativa» per coloro a cui questa nuova attività stava molto
a cuore.
L'idea fondamentale di questa pedagogia concepita da Steiner
è che lo spirito dell'uomo non può essere soggetto a malattie,
ma può essere impedito nel suo sviluppo, durante la sua esistenza
terrena, da un corpo fisico insufficiente.
Tale insufficienza costituisce non un danno irreparabile per
la vita del fanciullo, bensì uno stimolo ad un compito particolare
assegnatogli dal destino: un compito che potrà essere svolto
soltanto con l'amorevole aiuto di coloro che lo circondano.
L'idea di una vita mancata, di una vita senza valore, non viene
concepita neanche lontanamente.
Le cure segnalate da Rudolf Steiner per questi casi non escludono
dei medicamenti, anzi li comportano, ma ciò che principalmente
occorre è una assistenza speciale. Essa deve essere nel medesimo
tempo artistica e religiosa, a base di musica, di pittura, di
modellamento, di euritmia; soprattutto di euritmia curativa.
Rudolf Steiner ripete spesso che il più lieve miglioramento
può avere grandissima importanza per lo sviluppo dell'individualità
di quei fanciulli. Da allora la pedagogia curativa ha trovato
in parecchi paesi uomini e donne capaci che, in più di cento
istituti e villaggi specializzati, danno a migliaia di fanciulli
anormali nuove possibilità di sviluppo.
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13. 'La Comunità Cristiana' |
Rudolf Steiner, col rispondere
a domande di viva attualità che continuamente gli venivano rivolte,
poté dare, negli anni del dopoguerra, importanti impulsi allo
sviluppo di diverse attività professionali.
Nel 1921, alcuni giovani teologi, insieme ad alcuni studenti
che s'interessavano di questioni religiose e avevano conosciuto
l'antroposofia, domandarono a Steiner se li potesse aiutare
a rinnovare la vita devozionale e rituale del cristianesimo.
Egli rispose loro affermativamente, ponendo però bene in rilievo
che il suo compito non era quello di fondare una nuova religione,
ma di sviluppare i metodi dell'indagine spirituale.
Negli anni 1921 e 1922 tenne tre grandi cicli di conferenze
su teologia teorica e pratica nei quali, secondo il giudizio
di esperti, dimostrò una competenza addirittura stupefacente.
Più tardi fu in grado di dare il rituale dei nuovi sacramenti
cristiani che permisero, nel 1922, I'instaurazione di un nuovo
culto. Così, grazie all'appoggio e ai consigli di Rudolf Steiner,
i futuri sacerdoti poterono fondare la «Comunita Cristiana».
Il dott. Friedrich Rittelmeyer, conosciuto teologo evangelico,
ne assunse la guida. La «Comunità Cristiana» si è sviluppata
notevolmente nel corso degli anni, soprattutto in Germania.
La sede centrale è a Stoccarda dove c'è anche il seminario.
L'attività ed i compiti della Comunità Cristiana si sono sempre
svolti separatamente da quelli della Società Antroposofica che
non è un movimento religioso e non comporta alcun culto.
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14. Il metodo bio-dinamico dell'agricoltura |
Nel 1922, due giovani naturalisti
si rivolsero a Rudolf Steiner per domandargli come certe indicazioni
che egli aveva loro fornite circa i processi e i ritmi della
vita potessero venire utilmente applicate all'agricoltura.
Per tutta risposta egli offrì loro una serie di insegnamenti
pratici sulla composizione di ingredienti vegetali, che, aggiunti
ai concimi naturali, ne avrebbero aumentato l'efficacia. Nello
stesso anno dette a un agricoltore qualche indicazione complementare
sulla maniera di coltivare i terreni escludendo l'uso di concimi
chimici.
Da tale germe è sorta quella che viene chiamata agricoltura
biologico-dinamica. Nel 1924, Steiner, accogliendo la richiesta
di agricoltori antroposofi, tenne a Koberwitz, presso Breslavia,
in una proprieta appartenente al Conte C. Keyserlingk, una serie
di otto conferenze che costituirono poi il suo «Corso di agricoltura».
Con esso dimostrò come i risultati della ricerca spirituale
possano condurre ad una concezione della natura completamente
nuova. Nella cooperazione che ha luogo fra il suolo, I'acqua,
I'irradiazione solare, la vita animale e la crescita delle piante,
sono da distinguere due specie di forze formatrici: le terrestri
e le cosmiche. Nel mondo vegetale, per esempio, I'azione delle
forze terrestri è visibile nei fenomeni quali la crescita e
la produzione delle sostanze; I'azione delle forze cosmiche
nei fenomeni quali la maturazione e la fecondazione.
Rudolf Steiner dimostra inoltre, sino nei più minuti particolari,
come in agricoltura si possano fino a un certo punto stimolare,
o eventualmente frenare, quelle due azioni polarmente opposte.
Questo può avvenire mediante alcuni procedimenti naturali: il
trattamento dell'humus con prodotti speciali, I'inserzione nel
letame di alcuni ingredienti vegetali fatti ingerire dal bestiame
nella sua alimentazione, una ripartizione delle colture in conformità
delle esigenze biologiche del terreno, ecc.
L'ideale sarebbe di istituire degli organismi agricoli in cui
la terra, le piante coltivate e gli animali vivessero in un
equilibrio spontaneo e sano. Un gran numero di agricoltori e
di orticultori lavorano oggi in molti paesi d'Europa e di altri
continenti seguendo tali principi.
Trent'anni di esperienza, coronati da successo in tenute dirette
secondo gli insegnamenti del «Corso di agricoltura» confermano
l'efficacia del metodo. Oggi una gran quantità di osservazioni
compiute durante gli esperimenti di molti anni costituisce un
importante patrimonio di cognizioni a vantaggio di agricoltori
ed orticultori.
In alcuni laboratori i prodotti ottenuti vengono studiati con
nuovi metodi (come, ad es. quello delle «cristallizzazioni»).
Il lavoro effettuato nelle masserie e nei giardini col sistema
bio-dinamico ha favorito gli esperimenti sostenuti col proposito
di ottenere piante e animali domestici più sani ed un miglioramento
nella qualità dei prodotti. Questi sono ora a disposizione dei
consumatori dei diversi paesi sotto il nome di «prodotti Demeter»:
denominazione protetta dalla legge.
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15. Altre iniziative in campo scientifico |
Le indicazioni di Rudolf Steiner
si rivelarono straordinariamente feconde non soltanto nelle
diverse attività professionali, ma anche in molti rami della
ricerca scientifica.
Per quanto concerne le scienze naturali siano menzionate in
particolare le sue esposizioni sull'essenza delle «forze formative»
completate sempre di nuovo dai più diversi punti di vista.
Come abbiamo detto prima, Rudolf Steiner era arrivato già da
studente alla convinzione che la maniera di osservazione della
scienza naturale moderna altro non può afferrare, in fondo,
che il lato morto della natura. Attraverso la propria osservazione
egli vide che le forze, le quali stanno alla base dei fenomeni
organici, provengono da regioni soprasensibili. Steiner chiamò
spesso queste forze «forze formative eteriche» e mostrò come
sia possibile, in una maniera simile a quella di Goethe, studiare
esattamente la loro attività in base a diversi fenomeni fisici.
(Come ad es. osservando la forma e le metamorfosi di una pianta.)
Alcuni scienziati decisero di effettuare un tentativo: quello
di dimostrare sperimentalmente l'azione delle «forze eteriche».
Furono costruiti alcuni laboratori, tra cui uno a Dornach sotto
la direzione del dott. G. Wachsmuth e del dott. E. Pfeiffer.
Tramite alcune indicazioni dio Steiner furono elaborati due
metodi di ricerca: il metodo «capillare-dinamico» da L. Kolisko,
e il metodo delle «cristallizzazioni» da E. Pfeiffer.
Attraverso questi due processi è possibile vedere che le formazioni
risultanti da certe soluzioni di sali metallici subiscono delle
trasformazioni importanti non appena vi si aggiungano sostanze
organiche (P. es. Iatte vaccino, sangue umano, ecc.). Dopo esperimenti
effettuati con la maggiore cura e attenzione si potè stabilire
che non soltanto queste sostanze, ma che an che un gran numero
di malattie creano la loro «immagine parlante»; inoltre fu possibile
rilevare che i colori e le forme delle immagini dipendono dall'ora
in cui è stato compiuto l'esperimento. Ci si trovò così di fronte
ad una grande quantità di fenomeni che non si potevano far risalire
a processi chimici, ma permisero di riconoscere l'azione di
forze «non-chimiche»: di forze «soprasensibil».
Già ai tempi di Rudolf Steiner erano stati pubblicati i primi
risultati di simili ricerche.
Dopo la sua morte, specialmente dopo la seconda guerra mondiale,
il numero delle pubblicazioni aumentò considerevolmente. I due
metodi di analisi si sono rivelati di immediata utilità pratica:
per esaminare la qualità di alimenti e per la diagnosi precoce
di diverse malattie, tra cui il cancro.
In numerosi paesi esistono oggi dei laboratori dove si lavora
secondo le indicazioni di Rudolf Steiner.
I suoi impulsi non furono accolti soltanto da sperimentatori,
ma soprattutto da numerosi autori di opere scientifiche. Non
ci è possibile elencarne tutti i nomi, ma e giusto accennare
almeno ad alcuni campi della ricerca scientifica in cui le indicazioni
di Rudolf Steiner si sono mostrate quanto mai feconde: la nuova
immagine dell'universo e della terra per astronomi, meteorologi,
fisici e botanici. Le «forze formative eteriche» per i biologi.
Nuovi aspetti sull'apparizione e sulla evoluzione delle specie
animali, per zoologi e antropologi.
L'essere umano &amP;endash;oggetto principale di tutte le ricerche&amP;endash;
in particolare per medici e pedagogisti. Le prospettive sull'evoluzione
della coscienza per gli storici di ogni campo. Gli scritti filosofici
per i teorici della conoscenza e gli psicologi; le idee della
tripartizione sociale per sociologi, storici, economisti e giuristi.
I molteplici impulsi artistici per filologi, artisti e scrittori.
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16. Riviste antroposofiche |
La letteratura esistente,
che già aveva notevoli proporzioni quando Steiner era ancora
in vita, si è andata sempre più arricchendo con gli anni. Molti
di questi scrittori pubblicarono articoli in diverse riviste
di orientamento antroposofico che furono fondate con l'appoggio
e la collaborazione di Rudolf Steiner.
Nel 1921 esce a Stoccarda la rivista mensile «Die Drei» a Dornach
appare (siamo ancora nel 1921) il settimanale «Das Goetheanum»,
organo della Società Antroposofica, sotto la redazione del poeta
e drammaturgo svizzero Albert Steffen (1884-1963).
Oggi esiste nel mondo una considerevole quantita di riviste
antroposofiche.(vedi: riviste antroposofiche in Italia)
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17. Corsi 'universitari' di antroposofia
1920-22 |
Molti uomini di scienza che
circondavano Rudolf Steiner coltivavano in sé il desiderio di
far conoscere l'antroposofia nel mondo. Furono soprattutto certi
studiosi più giovani a pregarlo di tenere nel Goetheanum, e
soprattutto nelle città universitarie di vari paesi, corsi e
conferenze. In occasione di questi corsi universitari tenuti
tra il 1920 e il 1922, poterono parlare anche molti rappresentanti
dei movimenti affiliati.
Rudolf Steiner tenne molte conferenze dimostrando come la scienza
dello spirito possa incrementare ogni conoscenza e rendere in
generale più conscia ed efficiente la vita umana. Risultato
di quei corsi fu che l'antroposofia si estese per raggiungere,
nella prima metà del 1922, il massimo della diffusione.
I viaggi intrapresi a quell'epoca attraverso tutta la Germania
furono per Steiner la prova del fuoco. Sale immense di grandi
città erano gremite di ascoltatori nonostante i numerosi attacchi
della stampa. Il 26 gennaio, quando Steiner parlò nella sala
della Società Filarmonica a Berlino, la polizia fu costretta
a regolare l'afflusso della folla. Una gran parte non poté entrare.
Invece a Monaco e a Elberfeld - sintomi inquietanti - furono
affissi manifesti politici contrari a Steiner, e agitatori causarono
disordini. Alcuni minacciarono persino l'oratore.
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18. Il Congresso Occidente-Oriente
Vienna, giugno 1922 |
La più imponente manifestazione
pubblica fu quella che si ebbe in occasione del Congresso Occidente-Oriente
tenuto a Vienna nel giugno 1922. Specialisti di tutte le discipline
scientifiche, che appartenevano al movimento antroposofico,
vi parteciparono con le loro conferenze e Steiner prese la parola
per dodici giorni consecutivi, davanti a duemila ascoltatori,
dimostrando come l'antroposofia possa intervenire in tutti i
campi. Il discorso finale fu dedicato al pensiero ispiratore
del Goetheanum.
In quegli anni era d'uso che dibattiti facessero seguito alle
conferenze di Steiner, specialmente durante i corsi universitari.
Così sorsero delle animate discussioni dove egli stesso venne
fatto centro di accanimento polemico.
Steiner dette sempre esempi sorprendenti delle sue profonde
e particolareggiate conoscenze in ogni campo e della sua prontezza
di spirito.
Comunque, quel modo di affermare le proprie idee contro chi
gli dava fervida e sensazionale battaglia, non era certo di
suo gradimento. Egli non voleva dare prova del proprio sapere
o delle proprie capacita dialettiche, ma voleva fornire a coloro
che gli esponevano i propri problemi vitali la buona occasione
di riflettere a mente posata e tranquilla.
Questa occasione era possibile trovarla nel Goetheanum, con
l'atmosfera di quiete e di concentrazione che vi regnava. Rudolf
Steiner era felice quando gli studiosi delle varie discipline
si riunivano a Dornach, dove le forme del Goetheanum e il lavoro
che vi si svolgeva parlavano il suo medesimo linguaggio: un
linguaggio armonioso che poteva venire accolto da tutto l'essere
umano, e non soltanto compreso dall'intelletto.
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19. L'incendio del primo Goetheanum |
Durante la notte del 31 dicembre
1922, sul tardi, poco dopo che l'ultimo uditore ebbe lasciato
il Goetheanum, dove Rudolf Steiner aveva tenuto una conferenza,
il custode notturno notò del fumo nell'interno dell'edificio.
Il Goetheanum era in preda alle fiamme.
Furono compiuti tentativi disperati per salvare l'edificio.
Il fuoco si diffuse con spaventosa rapidità. Prima che le due
cupole crollassero, Rudolf Steiner ordinò al gruppo dei volenterosi
che si adoperavano per spegnere l'incendio di allontanarsi.
Durante tutta la notte la sua preoccupazione principale fu che
nessuno rimanesse ferito.
Proprio mentre scoccava la mezzanotte le fiamme si sprigionarono
attraverso la cupola grande e illuminarono il cielo. I vetri
delle finestre diventarono incandescenti ed esplosero in schegge.
Infine, quando si abbatté la cupola ovest, si vide uscire dalle
canne metalliche dell'organo un fascio di fiamme verdi e blu.
Una folla innumerevolc era accorsa dai luoghi vicini ed anche
da Basilea per assistere all'enorme rogo.
Silenzioso, Rudolf Steiner girava intorno all'edificio e seguiva
attentamente la devastazione prodotta dal fuoco.
Al mattino Rudolf Steiner diede istruzioni per continuare il
convegno nella falegnameria che miracolosamente era stata risparmiata
dal tremendo incendio. Il programma previsto fu pienamento svolto.
La sera tenne per i visitatori venuti da parecchie parti della
Svizzera e da altri paesi la conferenza che era stata già annunziata
e che fece precedere da alcune parole sulla catastrofe della
notte precedente.
L'incendio del Goetheanum segna il culmine dei violenti attacchi
intesi già da anni a colpire Steiner e la sua opera: attacchi
provenienti da gruppi eterogenei di critici e di avversari.
Alcuni di essi adoperavano armi leali. Altri non rifuggivano
dai mezzi più indegni per riuscire nei loro scopi. Quali fossero
tali scopi si vide ancora più nettamente dopo l'incendio: si
levarono voci nella stampa in cui si vedeva la soddisfazione
prodotta dalla distruzione del Goetheanum. Ma Rudolf Steiner,
infaticabile, non interruppe la sua attività. Il fango che scagliarono
contro di lui non riusci a colpirlo né toccò quanto era rimasto
del Goetheanum: I'annerito basamento di cemento armato ricoperto
di neve.
L'incendio del Goetheanum coincise con una grave crisi del movimento
antroposofico.
Insegnanti, teologi, medici, biologi, fisici, giuristi, economisti,
storici, filologi: quanti avevano accolto l'antroposofia erano
animati da zelo di pionieri.
Nel caos del dopoguerra volevano porre le fondamenta di una
nuova civiltà. Tutti quegli specialisti si concentravano troppo
sulle proprie «specializzazioni» e perdevano di vista l'insieme.
Quelli dotati di una più larga visione passavano da un «movimento
affiliato» all'altro con l'idea di realizzarne il programma
il più possibile: iniziavano un lavoro e presto lo abbandonavano
per un altro. Anche i giovani facevano sentire la loro voce:
molti, reduci dal fronte, entravano a far parte del movimento
antroposofico ma dichiaravano, dopo aver visto come stavano
le cose, che potevano intendersi con Steiner ma non con gli
altri. Si ebbe una dispersione. Chi voleva una cosa, chi l'altra.
Più di una buona volontà corse il rischio di arrendersi, di
non approdare a nulla. Alla maggioranza sfuggiva il fatto che
l'unica vera necessità era quella di approfondire l'antroposofia;
e non quella di abbandonarsi ad attività esteriori, che già
erano molte. Nel gennaio e nel febbraio del 1923 Rudolf Steiner
dovette energicamente ricordare a coloro che lavoravano nelle
varie «figlie», che quelle istituzioni, se erano nate e si erano
a poco a poco sviluppate, ciò era dovuto all'antroposofia.
E così nacque il motto: «...che le figlie non dimentichino la
madre». Il compito di Rudolf Steiner nel 1923 fu quello di preparare
un rinnovamento della società antroposofica. |
LA SOCIETA' ANTROPOSOFICA
UNIVERSALE
Lo sviluppo dell'Antroposofia - quarta fase 1923-1925 (anno
della sua morte) |
LA
SOCIETA' ANTROPOSOFICA UNIVERSALE
Lo sviluppo dell'antroposofia - quarta fase dal 1923 fino alla
morte di Rudolf Steiner (marzo 1925) |
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Quando il movimento antroposofico
minacciò di perdersi in tanti gruppi separati poiché il contenuto
centrale dell'antroposofia non veniva abbastanza approfondito,
Rudolf Steiner individuò una sola via di uscita: la «madre»,
I'antroposofia, doveva diventare un'organizzazione sul piano
fisico, per far fluire i suoi impulsi nei movimenti affiliati
e per rivelarsi nella sua realtà spirituale, cioè come fonte
ispiratrice di tutte quelle attività esteriori. Così, per poter
essere all'altezza dei compiti futuri fu necessario fondare
di nuovo la Società Antroposofica.
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1. Il Convegno di
Natale 1923 |
A Natale del 1923, ottocento membri
venuti da ogni paese si riunirono a Dornach nell'angusto locale
della falegnameria. Essi costituirono, con la loro presenza,
il nucleo della «Società Antroposofica Universale», la cui «prima
pietra» fu posta da Rudolf Steiner il mattino stesso di Natale.
Con quell'atto penetrò nei cuori dei presenti un contenuto spirituale
che, nella maniera più libera, li avrebbe uniti per sempre.
Ciò che essi sperimentarono fu espresso dal poeta svizzero Albert
Steffen con le seguenti parole: «Quanti vi hanno partecipato
sono profondamente certi che la morte non può impedire la realizzazione
di questa mèta, ma che essa continua al di là della vita e della
morte».
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2. 'Posa della prima
pietra' della Società Antroposofica Universale |
Considerata come fenomeno sociale,
questa nuova comunità ha qualcosa del tutto particolare nella
sua impostazione. Da essa deve essere escluso ogni elemento
burocratico o esageratamente amministrativo. Conformemente al
contenuto spirituale che si è riversato in essa, la Società
Antroposofica Universale deve essere un'istituzione in cui domini
l'elemento umano puro, dove l'«importante» è il rapporto tra
uomo e uomo. Perciò essa non può avere statuti con programmi,
o obblighi restrittivi. I suoi principi devono essere, secondo
l'espressione di Rudolf Steiner stesso, una «descrizione di
fatti reali, che si evolvono come un essere vivente». La Società
Antroposofica Universale è una istituzione che apre le proprie
porte a tutti, «senza distinzione di nazionalità, di ceto, di
religione, di concezione artistica o scientifica». È sufficiente
«considerare giustificata l'esistenza di una istituzione come
il Goetheanum di Dornach quale Libera Università di Scienza
dello Spirito» (par. 4 dei principi). La qualità di membro non
comporta altri obblighi di quelli che si assumono con se stessi.
La Società Antroposofica Universale, nonostante il suo carattere
aperto, è una comunità dove ciascuno può cercare ciò che gli
sta maggiormente a cuore. Nell'incontro con chi ha le medesime
aspirazioni si può vedere l'antroposofia non solo come un «insegnamento»
ma come Rudolf Steiner la descrisse una volta: un essere vivente
che batte alla porta di ogni cuore umano e dice: «fammi entrare
perché io sono te; perché io sono quanto di veramente umano
è in te». Il lavoro antroposofico, in seno alla Società, deve
far trovare a ciascuno l'antroposofia negli altri e in se stesso.
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3. La Libera Università di Scienza dello Spirito
4. Le Sezioni della Università
5. La presidenza
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Un elemento fondamentale della
Società Antroposofica Universale è quello che risulta dal paragrafo
5 dei principi: «La Società Antroposofica riconosce come centro
della sua attività la Libera Università di Scienza dello Spirito
in Dornach. Essa consterà di tre classi a cui potranno, a richiesta,
essere ammessi i membri della Societa dopo un periodo che verrà
stabilito dalla direzione del Goetheanum». Il paragrafo 9 esprime
il rapporto tra la Società e la Libera Università: «Scopo della
Società Antroposofica sarà il favorire l'indagine spirituale;
scopo della Libera Università sarà l'indagine stessa».
Colui che entra nella Libera Università prende su di sé la responsabilità
«di essere un vero rappresentante dell'antroposofia di fronte
al mondo». Le diverse attività scientifiche e artistiche della
Libera Università furono ordinate in Sezioni. Dal carattere
di questa nuova comunità risultò chiaro che la sua presidenza
non poteva essere il solito consiglio di amministrazione. Ciò
che Rudolf Steiner desiderava era «una presidenza capace di
iniziative, intesa a dare impulsi e consigli e a porre il massimo
valore sull'elemento personale umano fino nei minimi dettagli».
A questo fine ne assunse lui stesso la presidenza e la direzione
della Sezione di Antroposofia Generale. (Nella società fondata
nel 1913 egli non fu nemmeno &amP;endash;per essere esatti&amP;endash;
socio della stessa. Steiner vi era consigliere e maestro spirituale.)
Al suo fianco, cinque spiccate personalità costituirono il corpo
della presidenza: il poeta svizzero Albert Steffen, che assunse
la direzione della Sezione per le «Belle Scienze» (Schöne Wissenschaften);
la signora Marie Steiner, direttrice della Sezione per le Arti
della Parola e della Musica; la dottoressa olandese Ita Wegman,
per la Sezione Medica; la dottoressa Elisabeth Vreede, pure
olandese, direttrice della Sezione Matematico-Astronomica; il
dott. Guenther Wachsmuth, tedesco, per la Sezione di Scienze
Naturali.
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6. L'opera
di Rudolf Steiner nel 1924 |
Con la chiusura del Convegno
di Natale, I'opera terrena di Rudolf Steiner raggiunse, nell'anno
1924, una straordinaria culminazione. In quell'anno egli continuò
tutte le sue precedenti attività. Il numero delle manifestazioni
aumentò ancora; anche per i movimenti affiliati. Rudolf Steiner
tenne corsi di agricoltura, di pedagogia curativa, corsi speciali
per medici, maestri, euritmisti, attori e sacerdoti della Comunità
Cristiana. Così, nel mezzo di una continua, intensa attività,
aveva cominciato a realizzare quanto si era proposto con il
Convegno di Natale.
Come egli aveva promesso, la sua azione come presidente mostrò
sempre l'elemento umano immediato; anche nei minimi dettagli,
come, per fare un esempio concreto, quando Rudolf Steiner firmò
personalmente le migliaia di tessere di socio che furono rilasciate
dopo il Convegno di Natale.
Le sue attività di conferenziere ricevettero una nuova forza;
imponenti, inaspettate conoscenze vennero sempre più alla luce.
Una spiritualità trasfigurata si manifestava attraverso il suo
essere.
Rudolf Steiner racconta che allora poté esprimere cose di cui
non avrebbe potuto parlare prima. Egli parlò ancora più concretamente
sulle ripetute vite terrene dell'uomo. Nelle «Conferenze sul
Karma» il suo sguardo si posò sulle più segrete forze evolutive
della storia: mostrò come le successive incarnazioni di alcune
importanti personalità storiche, abbiano notevolmente influenzato
la storia o come esse siano state in rapporto con l'evoluzione
del I'umanità.
Inoltre cominciò a tenere, per i soci della prima classe, un
insegnamento che aveva per scopo una più profonda disciplina
interiore. Fu così che l'insegnamento superiore ricevette il
carattere che ha mantenuto fino ad oggi. Il silenzioso consolidarsi
della vita antroposofica si svolse tra movimentati avvenimenti
esteriori ed interiori.
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7. Culmine
delle sue attività Settembre 1924 |
Nel 1924 Rudolf Steiner
creò il bozzetto per il secondo Goetheanum e dovette sostenere
una energica lotta per avere dalle autorità locali il permesso
di costruire.
Intraprese anche lunghi viaggi all'estero tra cui uno in Inghilterra.
Ovunque egli arrivasse trovava ad attenderlo comitati di ricevimento,
reporters, comitive, sedute e incontri con personalità di primo
piano; naturalmente anche attacchi da una parte della stampa.
Tutto questo tumulto lo preoccupava ben poco, tutt'al più lo
stancava. Ma non si lamentò mai, poiché aveva accettato tutte
le conseguenze che avrebbero potuto derivare dai suoi viaggi.
Nel settembre 1924 la sua attivita raggiunse il culmine.
Tornato a Dornach, giorno per giorno vi tenne serie di conferenze:
un corso per teologi (I'Apocalisse di Giovanni), un altro per
sacerdoti e medici (la medicina pastorale), un terzo per attori
(I'arte della parola e l'arte drammatica).
Due volte alla settimana parlava agli operai e agli artigiani
che lavoravano per il Goetheanum. Per i soci teneva ogni sera
nuove «conferenze sul Karma».
Sembrava che la necessità di donare ancora e sempre di più,
si fosse talmente accresciuta da fargli varcare i limiti concessi
alla resistenza fisica di un uomo.
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8. Sguardo d'insieme
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Gettiamo ora un'occhiata su quello
che fu il suo lavoro durante l'ultima parte della sua vita.
Nel corso degli anni lo Steiner si era sottoposto ad uno sforzo
sempre più grave. Ogni nuovo movimento affiliato gli portava
sempre più responsabilità e un maggior lavoro. Sembra che per
lunghi periodi non abbia dormito che per qualche momento; non
risparmiava la sua salute quando ciò si rendeva necessario.
Durante i vent'anni in cui esercitò la sua attività di conferenziere,
non disdisse mai una sola conferenza. Un giorno salì sul podio
affetto da pleurite.
In parte, è possibile contare la sua opera: una ventina di libri
scritti dall'inizio del secolo, più un grande numero di scritti
e articoli.
Le conferenze e i discorsi ammontano a circa 6.000. Le riunioni
cui dovette presiedere sono innumerevoli.
Oltre a questi lavori abituali, Rudolf Steiner ne sostenne un
altro di cui è impossibile stabilire la misura: le conversazioni
private. Si andava a visitarlo in ogni circostanza e ad ogni
ora, e non solamente di giorno.
Terminato il compito quotidiano, finita la conferenza serale,
quando egli si accingeva al lavoro notturno, lo si attendeva
ancora all'uscita per interrogarlo su problemi suscitati dalla
sua conferenza. Nel 1922, per l'intera durata del Congresso
di Vienna, si faceva la coda, giorno e notte, dalla hall dell'albergo
dove abitava sino ai corridoi con la speranza di essere ricevuti.
Si trattasse di una questione importante o di una cosa meramente
personale (spesso anche meschina) quanti veramente desideravano
avvicinarlo riuscirono ad avere un colloquio e ad avere suoi
consigli. Non mancavano gli indiscreti che rubavano il tempo
che a loro piaceva. Se si trattava di cose serie, Rudolf Steiner
si prodigava interamente nella conversazione: ascoltava attentamente
e si immedesimava nell'interlocutore; si può veramente dire
che prendesse su di sé il destino della persona che gli stava
davanti. Questo risultava chiaramente dalle sue risposte che
mostravano quanto profondamente egli fosse penetrato col suo
sguardo nell'intimo dell'altra personalità. Dovette così portare
in sé, non soltanto cose piacevoli, ma anche pesanti sofferenze
e angosciosi problemi. A ciò si aggiungevano gli attacchi incessanti
che gli provenivano da avversari noti e nascosti.
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9. La malattia
10. «La mia vita» «Massime» |
Tutto questo lo rese malato.
Ai primi del 1924 soffriva già di una grave malattia che, tra
le altre conseguenze, affievolì le sue funzioni di assimilazione.
Il male si aggravò rapidamente.
Proprio nel settembre, quando il suo insegnamento raggiunse
il più alto livello, la gente accorse ancora in maggior numero
per chiedere il suo aiuto. Durante le tre settimane in cui tenne
in media quattro conferenze al giorno, il portiere (come Marie
Steiner racconterà) contò 400 visite private.
Fu Rudolf Steiner stesso a dire che le sue energie potevano
far fronte ai compiti che egli si era proposto, ma non a quanto
gli veniva richiesto da altri, cioè i colloqui privati. Questi,
più che altro, contribuirono a minargli la salute.
Il 28 settembre tenne la sua ultima conferenza. Dopo, non poté
più lasciare il letto. Tutte le testimonianze sono concordi
nell'affermare che Rudolf Steiner, durante questa lotta sostenuta
per anni contro la spossatezza che minacciava di sopraffarlo,
mantenne sempre, sino nelle minime circostanze, un equilibrio
completo e un signorile senso dell'umorismo. Il periodo di questa
ultima malattia non lo trascorse in Dornach nella casa dove
abitava, ma nel suo modesto studio, accanto al Goetheanum.
Non potendo più agire con la parola, continuò la sua opera con
la penna. La sua corrispondenza raggiunse notevoli proporzioni;
inoltre leggeva molti libri e ne scriveva lui stesso. Una gran
parte della sua autobiografia («La mia vita») e la sua ultima
esposizione antroposofica («Massime»), che rappresentano opere
fondamentali, furono scritte in quel periodo. «La mia vita»
ci fa conoscere non soltanto la vita dell'autore, bensì quella
di tutta un'epoca; I'altra ci schiude vaste prospettive sulla
conoscenza antroposofica dell'uomo e del cosmo.
Mentre le forze di Rudolf Steiner diminuivano inesorabilmente,
accanto a lui si potevano udire i rumori dei martelli e delle
macchine che provenivano dal cantiere. La costruzione del secondo
Goetheanum era già iniziata.
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11. La morte di Rudolf steiner
12. I cicli di conferenze
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Ai piedi della statua del Cristo
che egli stesso aveva scolpito, Rudolf Steiner spirò il 30 marzo
1925.
Possiamo dire senza esagerazione che l'opera da lui lasciata,
sia nel genere che nella quantità, non ha uguali nella storia
dell'occidente. Al momento della sua morte, due elementi essenziali
della sua opera, che solo piu tardi dovevano rivelarsi in tutta
la loro ricchezza, erano ancora poco conosciuti: i suoi cicli
di conferenze e il bozzetto del secondo Goetheanum.
Ne parleremo ora brevemente.
Rudolf Steiner voleva, fin da principio, che le sue conferenze
venissero ascoltate, non lette. Ogni conferenza si dirigeva
a un determinato pubblico fornito di un particolare grado di
conoscenza: era tenuta in circostanze precise, in un determinato
luogo.
Non era raro il caso che Rudolf Steiner si dirigesse particolarmente
ad uno o due ascoltatori, di cui voleva particolarmente considerare
i problemi o il destino. Da tutto questo dipendevano in massima
parte la tematica, lo stile, il tono delle sue conferenze.
Tuttavia, i soci che non avevano potuto udire le sue conferenze
avevano il vivo desiderio di conoscerne il contenuto. Perciò
cominciarono a circolare appunti. Si scoprì che essi contenevano
non di rado gravi errori: allora si ricorse alla stenografia.
I testi furono stampati con la riserva: «solo per i soci».
Steiner non aveva tempo di rivederli prima della stampa, meno
ancora per riempirne le lacune. Dopo la prima guerra mondiale,
quando il pubblico cominciò ad interessarsi sempre piu dell'antroposofia,
capitò spesso che copie delle conferenze riservate ai membri
fossero lette da persone che non appartenevano alla Società.
Questo causò spesso equivoci e polemiche pubbliche.
Conforme al nuovo carattere della Società Antroposofica Universale,
Rudolf Steiner si risolse ad un passo ardito ma necessario:
autorizzò la stampa dei cicli di conferenze sino allora tenute,
prendendo una sola misura per proteggere i testi contro qualsiasi
giudizio erroneo. Stabilì che ogni esemplare fosse munito della
seguente nota: «Manoscritto stampato per i membri della Libera
Università di Scienza dello Spirito (Goetheanum). Nessuno può
esprimere un giudizio competente su questa opera se non avrà
acquisito una preliminare conoscenza degli insegnamenti impartiti
in questa Università, sia direttamente, sia in maniera da essa
approvata. Gli autori non intendono accettare alcuna discussione
sui giudizi che potrebbero venire emessi sull'opera stessa».
L'intenzione di Rudolf Steiner fu che da allora tutta la sua
opera venisse edita tramite la Casa Editrice Filosofico-antroposofica
che, nel 1924, fu annessa alla Società.
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13. Il secondo Goetheanum |
In occasione del Convegno di Natale
1923, Rudolf Steiner fu in grado di compiere un altro passo.
Per la prima volta i soci appresero dei particolari sull'idea
del secondo Goetheanum.
Questo nuovo edificio doveva essere come un ricordo del primo
Goetheanum; però, visto l'ampliamento del lavoro antroposofico,
doveva anche avere maggiori dimensioni. La forma doveva corrispondere
al materiale impiegato: il cemento armato.
Dopo un anno, il modello delle forme esterne era pronto. Un
grande gesto accompagna l'edificio da est verso ovest, con forme
prima raccolte, che sempre più si articolano in un ricco linguaggio
di superfici concave e convesse.
La malattia gli rese impossibile curarne i dettagli, ma dal
suo letto poté dare consigli e indicazioni agli architetti.
L'edificio era stato iniziato nella primavera del 1925. Al momento
della morte di Rudolf Steiner c'erano soltanto le fondamenta.
Presto si levarono le intelaiature per le complicate forme di
cemento. Nel 1928, dopo quattro anni di lavoro, la costruzione
era così avanzata che poté già essere in gran parte utilizzata.
Negli anni che seguirono, il lavoro fu continuato.
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14. A continuazione
dell'opera di Rudolf Steiner |
Il lettore che ha seguito quanto
è stato esposto finora potrà domandarsi: dove sono oggi i discepoli
di Rudolf Steiner, e che cosa fanno?
Sia nell'ambito della Società Antroposofica Universale che per
il pubblico il Goetheanum è considerato tuttora il centro del
lavoro antroposofico come Rudolf Steiner aveva desiderato.
Ogni anno il Goetheanum è mèta di migliaia di persone che vengono
per partecipare a manifestazioni artistiche e scientifiche,
per approfittare delle possibilità di studio offerte dalle diverse
sezioni dell'Universita, oppure solo per visitare l'edificio.
In Germania, dopo la seconda guerra mondiale, il lavoro antroposofico
è rifiorito velocemente; un'attività particolarmente intensa
si svolge a Stoccarda, dove molti movimenti affiliati hanno
costruito le loro sedi e hanno edificato una «Casa Rudolf Steiner»
come centro di cultura.
Importanti centri di attività antroposofica si trovano in altre
nazioni europee e negli Stati Uniti d'America. Nella maggior
parte delle nazioni civili, dove un lavoro antroposofico pubblico
è reso possibile, esistono «Società di paese» affiliate alla
Società Antroposofica Universale.
È possibile trovare discepoli di Rudolf Steiner in quasi tutto
il mondo.
Sia che essi studino, pensino, indaghino oppure meditino, sia
che pratichino l'arte della parola, I'arte drammatica o l'euritmia;
siano essi poeti, musicisti, compositori, pittori, intagliatori,
scultori o architetti; siano essi attivi in campo pedagogico,
medico, sperimentale, oppure siano essi agricoltori: tutti sono
uniti da una profonda riconoscenza verso il loro maestro. Poiché
è stato lui a preparare instancabilmente quella via, lunga e
difficile, che dalla sfera limitata della coscienza comune porta
oltre, nelle alte regioni della conoscenza spirituale. Con i
fatti ha mostrato che in quelle regioni risiedono, per chi le
raggiunge, inesauribili fonti creative. Nel costante, giornaliero
sforzo per raggiungere questa mèta, i continuatori della sua
opera hanno scoperto il vero senso della vita. |
Da: httP://www.rudolfsteiner.it/informazioni.html
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